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Il suo corpo minuto era raggomitolato in un angolo della stanza buia. Dei brividi le percorrevano la spina dorsale e lacrime amare minacciavano di scendere come un fiume in piena, sulle sue pallide e morbide guance.
Racchiudeva le sue gambe tra le esili braccia. Nel momento in cui stava per scoppiare a piangere, una mano toccó la sua spalla. Poi inizió ad accarezzarla, piano. Lei si immobilizzó .Voleva scoprire a chi appartenessero quelle dita dal tocco leggero, ma che, in un modo o nell'altro, l'avevano confortata, a tal punto da far rallentare il ritmo del suo cuore che, pochi minuti prima, batteva all'impazzata. Alzó la testa verso l'alto, ancora un po' tremante, sperando di riconoscere la persona che avrebbe visto poco dopo. Mentre stava per mettere a fuoco la figura...

Un rumore assordante la riportó alla realtà. La sveglia. Quel piccolo oggetto che rovinava a Beatrice le mattinate, interrompendo i suoi sogni, ma a cui, in alcune situazioni, rendeva omaggio dopo averla salvata da incubi tremendi.

La ragazza si sveglió ansimando, con una mano sul petto, cercando in tutti i modi di calmarsi. Una voce rotta la colse di sorpresa:
"Ehy, ehy, Tris?Stai bene?"

La ragazza si era totalmente dimenticata che la sera prima, la sua migliore amica, Amber, si era fermata a dormire da lei. Un respiro di sollievo, emesso da Beatrice, rese confusa l'amica che le ripeté nuovamente la domanda

"Oii, tutto okay?Incubo?"

Beatrice scosse leggermente la testa, rispondendo affannata

"Piú o meno...Tranquilla, ora sto bene"

"Hai voglia di parlarne?"
si precipitó a dire Amber, prima che Beatrice aprisse la porta. Si giró di scatto e rispose all'amica con tono cauto

"Non ricordo bene..ma non importa.Ripeto: sto meglio.Non devi preoccuparti né chiamare uno psicologo per me" disse ridacchiando.

"Ehy!Come fai a leggermi nel pensiero?E comunque lo psicologo volevo chiamarlo già diverso tempo fa, in questo periodo sei piú strana e pazza del solito" Le due riempirono la stanza con brevi risate.

Beatrice, non vedeva l'ora di farsi una doccia rinfrescante. Voleva togliersi di dosso tutti quei pensieri che le affolavano la mente. Continuava a pensare a quelle dita, a quella mano che le aveva dato sostegno. In realtà si ricordava benissimo del sogno, ma non aveva semplicemente voglia di parlarne con Amber, probabilmente l'avrebbe riempita di domande per poi "liquidarla" con un semplice
"Beh, in ogni caso, é solo un sogno!Smettila di pensarci"
Ma Beatrice sapeva perfettamente che non si sarebbe levata dalla testa quell'immagine, cosi facilmente.

Prima che potesse toccare la maniglia della porta, Amber l'interruppe per una seconda volta

"Aspetta!Ti voglio bene,Tris"

La sua migliore amica Amber era una ragazza dolcissima, sempre solare, estroversa, alta e affascinante. Un po' il suo contrario, insomma. Ma le voleva tanto bene, avrebbe fatto di tutto per lei, ed era reciproco. La loro amicizia andava avanti da anni e si era rafforzata sempre piú. Grazie a lei si sentiva importante per qualcuno.
Inoltre era la sola che la chiamava Tris. Questo le piaceva. Era come un diminutivo che conosceva solo lei, che solo lei con il suo tono dolce riusciva a rendere una parola speciale, che conoscevano solo loro due. Smise di perdersi nei suoi pensieri e abbozzó un grande sorriso sul viso, sussurrando all'orecchio di Amber:

"Anche io, tanto"

Dopo che si lavó e si vestí frettolosamente -dato che Amber era ansiosa e "aveva bisogno di lei al piú presto", parole testuali della ragazza- Beatrice si precipitó al piano di sotto, trovando l'amica già pronta e fin troppo agitata. Appena quest'ultima la vide in procinto di scendere l'ultimo gradino di scale, le corse incontro stritolandole il polso. Beatrice fece uscire solo due parole dalla sua bocca

Take me into your loving arms |H.S|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora