Eravamo in una gita che io ritenevo la più noiosa che avessi mai fatto, oltre questo visto che avevamo finito troppo presto ci siamo fermati in un ristorante affacciato su un bellissimo lago. Io mene stavo lì da sola, con le femmine della mia ex classe non ci volevo stare e nemmeno con mia cugina che era una di loro. ' La cosa più importante è il modo di vestirsi e di mantenere il proprio stile...se ti vesti da maschiaccio non vorrano nemmeno stare vicino a te..' quelle erano le parole che mi continuavano a ronzare tra le orecchie. Infatti io non ero una da gonne, mini abiti o magliette attillate e rosa. Ero una da jeans, felpone in inverno e shorts e t-shirt in estate. Durante le gite, gli intervalli e le intermense ero sempre con i maschi...non che fossi una gran troia ma loro mi accettavano in jeans e felpone.
Come ho detto prima ero affacciata su quel bellissimo lago il cui colore era di un azzurro pulito e brillante sooto il sole di quel pomeriggio. I maschi erano andati in bagno a fare non so cosa e io intanto ero li da sola. I maschi della mia classe erano molto carini e a dire la verità mi sarebbe piaciuto avere qualche storia con qualcuno di loro ma non l'avevo mai detto perché con gli anni il nostro rapporto era diventato più da fratelli e sorella e ogni maschio che non frequentava la nostra scuola o che era più grande di me non era tanto accettato da loro se volva provarci con me. Erano molto protettivi nei miei confronti.
Comunque quel pomeriggio sentivo delle voci che mi chiamavano da lontano. Girai subito la testa e vidi che Eljus e Brajan stavano venendo verso di me, pensavo che avessero finito di fare quello che dovevano fare in bagno. Mi chiamarono per andare con loro a fare un giro e allora anche io m'incamminai verso di loro.
Quella mattina sul pullman erano tutti molto rumorosi e sorridenti e io che stavo sempre in fondo con loro parlavo sempre e ridevo con loro e cosi fu anche per quasi tutta la gita. Ma da quando erano andati in bagno al ristorante con quel lago bellissimo che mi si era appiccicato al cervello era cambiato tutto. Al ritorno i ragazzi sul pullman parlavano poco soprattutto Brajan. Mi avvicinai a lui e come facevo sempre quando ero stanca appoggiai la mia testa alla sua spalla. Mi guardò silenziosamente e mi fece un mini sorriso come volesse dirmi che tutto questo gli sarebbe mancato. Gli sorrisi anche io e per tutto il tragitto del ritorno dormii sulla sua spalla che mi appariva favolosamente comoda.