Capitolo 2: Incontri spiacevoli

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Il giorno successivo, sebbene piovigginasse e fossi tentato di saltare scuola per non rivedere Asha, uscii di casa.

"Fantastico... Che merda di giornata!" 

Lo scroscio della pioggia e il rumore delle auto che passavano mi fecero compagnia fino a uno spiacevole incontro con due ragazzi che indossavano un impermeabile giallo. 

Uno era alto e magro quanto me, l'altro invece era più basso e cicciottello e con i capelli rasati quasi a zero.

«Ehi! Tu non sei Mirco Tremi?» domandò quello più alto e magro.

"Che vogliono questi?" pensai in preda alla paura.

«Sei sicuro sia lui?» domandò l'altro con le sopracciglia inarcate e  tono perplesso.

«Sono io, voi chi siete?» intervenni irritato.

«Che ti avevo detto?» disse retorico con un'aria da strafottente quello più alto. 

«Allora? Mi dite chi siete?»

«Io sono Valerio Patti e lui è Andrea Birconte. Eravamo tutti e tre compagni alle elementari» affermò il ragazzo più basso.

"Non è possibile! Ma perché? Loro no!" urlai furente nella mia mente.

Fu allora che badai di nuovo a ciò che mi circondava; i rumori, i colori, il venticello e gli odori.

«Sei ancora con noi?» domandò Valerio ironico, per poi fare qualche passo verso di me.

Un forte odore di fumo raggiunse le mie narici, una volta che fu a pochi passi di distanza.

«S-sì è solo che... non mi aspettavo di rivedervi qui dopo tanti anni» bofonchiai rigido, mentre il mio sguardo vagava da una parte all'altra.

Andrea, accortosi della mia reazione, con un sorrisetto fastidioso affermò:

«Non posso credere che hai paura dei tuoi vecchi compagni di scherzo.»

«Non è così!» controbattei con falsa sicurezza e i pugni serrati.

Valerio, nel frattempo, si era messo alle mie spalle, e aveva appoggiato il braccio intorno al mio collo. 

«Ora ci facciamo un bel giro in onore dei vecchi tempi» affermò Valerio.

Il mio cuore si mise a galoppare e un bruciore si propagò nella mia cassa toracica.

"Che faccio? Maledizione! Non posso andare nel pallone!"

«Non... posso. Devo andare a scuola» ribattei con lo sguardo rivolto al marciapiedi.

«Ma sentilo! Andrea, dovresti prendere esempio da lui» scherzò Valerio ridendo.

«Sta' zitto! Non prendo questo genere di consigli da te» asserì Andrea con le braccia allargate, fingendosi oltraggiato, ma la sua espressione divertita lo tradiva. 

«Andiamo, ragazzi, non ho proprio voglia di -»

«Cosa? È solo una semplice rimpatriata» mi interruppe Valerio, fissando i suoi occhi nocciola nei miei azzurri. 

Pochi attimi di silenzio e Andrea mi fece una domanda che per poco non mi fece vomitare.

«È vero che sei in classe con miss carrozzella?»

"Merda! Come lo sanno? Perché sono qui? Cosa vogliono da me? Vogliono farmi del male?" 

«So che stai pensando, ma sta' tranquillo. Non abbiamo brutte intenzioni» affermò Valerio, per poi staccarsi da me e tornare vicino al suo amico.

Filo rosso d'inchiostro [Prima stesura]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora