II.

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Non troppo tardi ci ritrovammo con quello che cercavamo: un indizio ed una traccia.
Una, forse, un po' troppo evidente.

La graziosa parete costruita e pitturata da noi, che divideva l'abitazione dal mondo esterno, era stata completamente squarciata da una cifra di numeri in continuo cambiamento.
Ogni secondo.
1, 2, 3, 4.. c'era un 6666 accanto, l'unico numero fermo che non aumentava.

Se ci fosse stata solo una cifra in meno avrei pensato ad un diavolo.
Non è Satana però, solo il suo collega.

Pensai di essere confuso, forse non ero lucido.
Una pozione di troppo.
Mi girai verso gli altri ma la loro reazione non era diversa.

Solo Steven, in qualche modo, sorrideva messo da parte.
Tuttavia lui di solito era calmo, non felice.

"Avevo ragione," ci disse "sfortunatamente".

Stefano guardò il tetto riflettendo sul significato di questa breve frase.
Fuori il rumore di belve, naturali e non.

Io non ebbi il coraggio di guardare fuori, preferivo osservare la parete rovinata.
Lyon invece corse subito, come al suo solito.
Sembrava ci fosse l'inferno fuori casa: urla, lamenti, fuoco.. persino dall'interno sentivo la terra tremare.

Steven camminò avanti, indicandoci di uscire fuori, e spostò Lyon via da quella che sembrava un fossa.
Restava con un espressione indifferente mentre si sporgeva ad osservare quella frana improvvisa.

<È un cratere di pandemonium> disse.

Il terreno si sfracellò ulteriormente e, più quel cratere si ingrandiva, più i rumori si fecero forti e insopportabili.
Come se sapessimo cos'è o chi sia un pandemonium.

<Non vorreste finirci dentro quindi non avvicinatevi più del necessario>, guardò ovviamente Lyon fisso negli occhi <e non siate curiosi, non troverete altro che la morte>

Lyon, accanto a lui, fece un segno con un sorriso.

<Da queste parti non ne ho visti per niente, nulla di simile...> si avvicinò Spina.

<Non esistono più, non dovrebbero almeno... esistevano tempo prima che nasceste voi>

Ci guardammo tutti confusi alla risposta di Steven.
Sembrava un'altra delle sue follie ma a giudicare dalla situazione ci conveniva ascoltarlo.
Noi non ne sapevamo nulla in più di questa situazione ed io ero ignorante quanto gli altri 3.

Certamente non era una classica giornata nell'overworld.

<Avete almeno idea di cosa sia il pandemonium?>

Di nuovo silenzio.
Aspettavamo il solito papiro di Steven che ci spiegava un singolo evento, dato che di solito era lui quello troppo informato su tutto, non noi ignari.

Ma invece di risponderci, questa volta voltò il capo e tornò dentro casa, seguito da noi altri.

<Ha a che fare con il foglio.> disse.

Sembrava l'arrivo di qualcosa di grande ma data la situazione, nulla di buono.
Chiunque volesse venire qui da noi a conoscerci, non aveva alcun diritto di portare con sè quei fossi pieni di urla e mostriciattoli.

Steven non si degnò di darci più informazioni riguardo l'evento, oltre quella frase.

<Secondo me è un alieno, vuole decisamente venire qui a rubare il nostro overworld.
Perchè dovrebbe bucare il terreno sennò? Per toglierlo a noi!>
Partendo da Lyon iniziammo a discuterne tutta la notte.

Per fortuna Anna scosse il capo, cercando una spiegazione più razionale alle teorie folli di Lyon.
<Ettore- dubito sia un alieno.. Steven stesso ha detto che la lingua in cui era scritto il testo era antica ma non straniera.. un suo vecchio amico? Lui infondo conosce persone strane e ne parlava come se ne sapesse molto sull'argomento.>

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