Parte 17 Una notizia inattesa

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E' appena l'alba, Natalia sta ancora dormendo serenamente,  sogna di trovarsi a Roma da sua madre che da tempo si è trasferita a vivere con la sorella maggiore, la sua cara zia Clotilde. E' un sogno un po' confusionario, vede gente che non conosce e sua madre muoversi concitata da una stanza all'altra alla ricerca della sorella che non riesce a trovare. La chiama più volte a gran voce, ma non le risponde. Si sveglia di colpo, agitata con lo strano sentore che qualcosa possa essere accaduto a Roma. Si alza e va in cucina a bere un po' d'acqua. Decide di attendere prima di chiamare sua madre e, sperando di rasserenarsi, prende a sfogliare un album di vecchie foto e si siede sul divano del soggiorno. Man mano che gira le pagine dell'album  si sente subito più rilassata e, pian piano, scivola nuovamente nel sonno che il sogno ha interrotto. E' lì che Can la trova qualche ora dopo, quando si sveglia e si rende conto che non è accanto a lui.  Delicatamente, per non svegliarla, le toglie dalle ginocchia l'album fotografico e lo appoggia sul tavolino. Prende una coperta e gliela mette addosso, con molta attenzione, per lasciarla riposare e non interrompere il suo sonno. Il sole è già alto nel cielo quando Natalia apre gli occhi. La colazione è pronta, caffè, latte, miele, marmellate e croissant sono su un vassoio sul tavolino davanti a lei. Come sempre, suo marito con amore e delicatezza ha provveduto a tutto. Questo pensiero la commuove e, istintivamente, lo cerca con lo sguardo. Lo vede oltre la vetrata che dà in giardino, mentre sta parlando al telefono con qualcuno. Non vuole essere invadente, gli chiederà quando avrà finito con chi parlasse a quell'ora di prima mattina.  Ma Can subito dopo rientra e non se lo fa chiedere e, avvicinandosi le cinge le spalle con un braccio e le dice: <<Nat, ero al telefono con tua madre...La zia Clotilde...non c'è più. Il funerale sarà celebrato domani pomeriggio, vado a fare i biglietti ...spero che possiamo partire entro stasera. Lo dirò ai ragazzi, vorrei che venissero con noi.>> L'abbraccia stretta e asciuga le lacrime che scendono copiose dai suoi occhi. <<Me lo sentivo...stanotte mi sono alzata a causa di un brutto sogno e sono venuta qua per rasserenarmi, ho guardato le mie vecchie foto e poi mi sono addormentata...e come vedi...era davvero successo qualcosa di brutto. Mia madre sarà disperata, vivevano quasi in simbiosi con mia zia. Oh, Kral una parte della mia infanzia e della mia adolescenza se n'è andata con lei.>> risponde tra le lacrime. Guven, Guldem ed Eraclea vogliono partire con loro per dare l'ultimo saluto alla vecchia zia a loro tanto affezionata. Preparano i bagagli con l'essenziale, nella loro casa di Roma c'è tutto come anche nella casa della nonna e poi non è trascorso neanche un mese dall'ultimo loro soggiorno romano, quando c'è stato il processo per il rapimento della loro mamma. Nel primo pomeriggio sono tutti e cinque in volo verso Fiumicino. Appena arrivati abbracciano con affetto e a turno nonna Amalia che vedono distrutta dal dolore. Le stanno accanto e le tengono le mani... Natalia e Can dopo averla salutata, si spostano subito nel salone dove è allestita la camera ardente. Zia Clotilde riposa serenamente nel sonno eterno, mentre molte persone vengono a darle l'ultimo saluto. Un anziano signore dall'aria distinta si avvicina a Natalia e le dice. <<Sono il notaio Turrisi, domani, dopo il funerale venite nel mio studio che ho qualcosa per lei e per i suoi figli da parte di sua zia.>>  <<Va bene, la ringrazio...Ma io non ne sapevo nulla e...non me l'aspettavo.>> risponde lei alquanto stupita. Quella notte nessuno riesce a dormire. La tristezza aleggia per tutta la casa e riaffiorano alla mente tutti bei momenti trascorsi con zia Clotilde, sempre dalla parte di Natalia e dei suoi bambini che adorava. Nonna Amalia addolorata per la perdita della sorella, non vuole lasciarla da sola e si siede accanto al feretro, cosciente che quella sarà l'ultima volta che staranno insieme. Guven e Guldem le si avvicinano e l'abbracciano. <<Nonna, ci siamo noi, non sarai sola, mai. Lo prometto>> dice Guldem con la spiccata sensibilità che la contraddistingue. Guven interviene <<Ci sono anch'io nonna, non essere triste. Zia Clotilde riposa in pace e sicuramente vuole che anche tu stia serena. Perciò, per favore, vai a riposare un po', magari sul divano...le tue gambe soffrono e tu lo sai, ti prego, fallo per me.>> Anche Eraclea si avvicina e le dice <<Se non vai a letto tu , non vado neanch'io. Io sto con te, accanto a te, nonnina mia.>> L'anziana donna si rende conto che i suoi nipoti sono preoccupati per lei e cerca di tranquillizzarli, facendo una carezza sulle loro teste e dice: <<Va tutto bene, amori miei, non vi preoccupate per me, lasciatemi stare un altro po' con mia sorella. Vi prometto che dopo andrò a stendere le gambe.>> Ed Eraclea risponde: <<Va bene, ma io non mi muovo da qua fino a quando non lo fai tu. Quindi ti aspetto.>> Alle parole della sorella, anche i gemelli si accomodano accanto alla nonna. Quando Natalia e Can entrano li trovano tutti e quattro seduti in fila, in religioso silenzio e si commuovono di fronte alla dimostrazione di tanto affetto. Il giorno seguente partecipano tutti al funerale per dare l'ultimo addio alla zia e fanno ritorno a casa dopo averla lasciata nella cappella di famiglia. Natalia si cambia d'abito e, con tutta la sua famiglia si reca dal notaio Turrisi come da richiesta dello stesso. La segretaria, gentilissima, li fa accomodare nello studio notarile, pregandoli di attendere qualche minuto. Poco dopo arriva il notaio con un plico tra le mani. Lo appoggia sulla scrivania e stringe la mano a tutti. <<Vi formulo ancora le mie condoglianze>> esordisce << spero stiate tutti bene. Vostra zia Clotilde ha lasciato a me questo plico già da tempo per farvelo avere dopo il suo funerale. Me l'ha fatto promettere. Per prima cosa devo dare questa busta alla signora Natalia Pinar, prego, la prenda...e legga il suo contenuto prima di aprire il plico.>>  Natalia apre la busta e comincia a leggere: "Mia carissima Natalia, ti prego di leggerla ad alta voce, è giunto il momento di scrivere queste ultime parole. Il commiato è sempre un momento difficile, ma, quando la leggerai, io non sarò più su questa Terra. Sai quanto ti ho amata, che farai sempre parte della mia vita, che mi hai fatta sentire madre e nonna, pur non avendo conosciuto né gravidanze, né parti e mi ha reso felice regalandomi i tre splendidi nipotini che adoro. Ma la vita è così, passa col tempo e, come tutti, io termino di recitare il mio ruolo. Mi dispiace doverti lasciare, ma è così che deve andare. Il mio amore per te e per la tua bellissima famiglia ,ricorda che non è svanito con me, ma  ve lo lascio tutto, e credimi, è tanto.  La felicità che mi hai dato, non mi ha mai fatto rimpiangere di non aver avuto figli.  E' mio immenso desiderio che una na nuova pagina si apra per voi e vi assicuro che sarà meravigliosa come quella mia che si sta chiudendo. Io non sarò più qui, ma i ricordi sono certa che rimarranno incisi nei vostri cuori, dove poter andare a rendere omaggio alla nostra storia di affetti profondi, quando ne sentirete la necessità. A te, mio caro Can, va il mio grazie più grande per aver dato serenità, amore e gioie alla mia Natalia regalandole tre tesori preziosi, i vostri splendidi figli. Sii sempre te stesso e continua ad anteporre l'amore a tutto come hai sempre fatto. Vi stringo in un grande abbraccio con tutto l'amore del mondo. Addio. Zia Clotilde". Calde lacrime rigano il viso di Natalia, Can ha gli occhi lucidi e anche i ragazzi piangono. Il notaio dà loro un po' di tempo per ricomporsi e continua. <<Possiamo ora aprire il plico. >> Toglie i sigilli e ne estrae e legge un testamento che contiene la volontà della zia Clotilde di lasciare tutte le proprietà di Roma a Guldem ed Eraclea e quelle di Parigi a Guven, così come i conti bancari i titoli e le azioni. Esprime anche il desiderio che le ragazze frequentassero le scuole e'Università a Roma, con questa scusa starebbero vicine alla nonna che non merita di finire i suoi giorni in solitudine. Avrebbe piacere che Guven si trasferisse a completare i suoi studi in Francia con il corso universitario internazionale di diplomatico a Parigi, per seguire le orme del suo defunto marito e che Natalia e Can continuassero ad esercitare la loro professione, permanendo in Italia periodi più lunghi per esercitare la patria potestà sui figli e per non lasciare la madre di Natalia sola per tanto tempo, ora che lei non c'è più a farle compagnia. Tornano a casa leggermente frastornati per tutte le inattese notizie ricevute. Ma subito si riprendono e cominciano a valutare la nuova situazione. Effettivamente c'è la madre di Natalia sola... e la previdente zia Clotilde non ha trascurato nulla per facilitare le loro eventuali decisioni. Le ragazze sembrano da subito entusiaste della nuova possibilità di vivere a Roma, Guven invece sembra non condividere il desiderio della zia che lo riguarda. Pensa a Denise.

Natalia e Can 2... una nuova vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora