Diario di Gelsomino

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15/04/1912

Caro diario dei miei calzari,

Solo oggi ho avuto tempo per mettere nero su bianco la mia straordinaria avventura avvenuta qualche giorno fa, in cui ho conosciuto la mia meravigliosa scimmietta e.... già. Anche 3 compagni seccatori. Non vogliono rispettare l'ordine.

Quel giorno mi sono svegliato presto per andare a fare un'esplorazione sull'isola mentre gli altri dormivano ancora. In realtà non sono riuscito a chiudere occhio tutta la notte ripensando alla preziosa copia del "DIGESTO" che era andata per sempre persa in quel disgraziato viaggio senza ritorno. Mentre mi avventuravo nel cuore della giungla, visto che non avevo ancora il senno per discernere che fosse in realtà un giardino eccezionalmente incolto come poi ho potuto constatare, ho sentito degli strani rumori che hanno attirato la mia attenzione.

Coraggiosamente ho deciso di scoprire da dove proveniva il rumore, pensando subito a dei probabili abitanti (che, per tanto sembrano veramente esserci visto lo stato delle cose qui: se è così, giuro su Roma che lo scoprirò e educherò al diritto quegli indigeni); facendomi strada fra i rami ed i cespugli mi sono imbattuto in una zona priva di alberi. Meravigliosamente ricca di frutti, ma al buio un po' cupa. Al centro di essa c'era un tronco, sopra il quale era seduta nientepopodimeno che una scimmietta che sembrava essere stata creata appositamente per quel ceppo e che era intenta ad aprire una noce di cocco.

Non credevo ai miei occhi!

Con passo felino, ho iniziato ad avvicinarmi per vederla da vicino e, tirando fuori dalla tasca la mia unica banana marcia, mi è arrivato un cocco in testa che mi ha stordito.

Prima che mi rendessi conto chi mi stesse bombardando, la mia banana era sparita. Mi rialzai da terra, aprii gli occhi e vidi la scimmia davanti a me pronta a lanciarmi un'altra noce di cocco addosso.

Con un balzo ho spinto per terra la scimmia, e da lì iniziò un lungo azzuffamento finché non ci trovammo seduti uno di fronte all'altro.

Ci fissiamo negli occhi e più la guardavo più mi veniva da ridere, a stento trattenevo la mia risata.

Per dimostrare le mie buone intenzioni presi la sua noce e l'april porgergliela. La scimmietta si voltò e scomparve dietro agli alberi. Rimasi seduto sul tronco dove fino a pochi minuti fa sedeva la scimmia. All'improvviso ricomparve con un sacco pieno di noci. Mi chiedo ancora adesso da dove l'avesse preso. In questo preciso momento nacque un'amicizia!

Con grande orgoglio presi un bastoncino di legno, misi la scimmia in piedi davanti a me, facendo finta di essere un re, la nominai il mio vassallo, dandole il nome, il più celebre di tutti – Cesare Jr.

Decisi di portarla all'accampamento. Strada facendo cantavo "Ho tante noci di cocco, splendide di di li, tutte in fila per tre, per tre, po po po, grandi, grosse, anche più grandi di te!" Vidi il mio amico per la vita, Patrick, seduto su una sedia malconcia, beveva la vodka (chissà dove l'aveva trovata!) e scarabocchiò qualcosa sul diario sudicio che aveva sempre in tasca.

Ma torniamo ad oggi, caro diario. Stamattina io e il mio umilissimo vassallo Cesare Jr. andammo alle cascate che abbiamo scoperto ieri per fare il bagno.

Ci buttavamo nell'acqua dalle liane urlando a più non posso. Questo trambusto infatti sveglio Patrick, il quale scaglio una delle bottiglie vuote di vodka, ma ci mancò. Poco dopo arrivarono anche Celia che reggeva Francisca, dicendo che volevano fare il bagno.

Stavano confabulando qualcosa, aguzzai le orecchie e capii che parlavano di un certo padrone dell'isola. Ma cosa interessa a me di questo padrone? Avevo tutto di cui avevo bisogno, non capivo il timore delle ragazze, io ero pacifico, felice e spensierato. Certo, se ci fosse stato solo un po' più di ORDINE... magari averi potuto tenere a posto la testa.

Era arrivata l'ora del pranzo. Francisca era brava, si prendeva cura di tutti noi e preparava da mangiare. Finalmente iniziava a regnare la pace fra Celia e Patrick e decisero di andare a caccia insieme nelle selve del giardino. Speriamo mantengano la pace!

Mi stavo rilassando con Cesare Jr. sotto una palma quando con la coda dell'occhio vidi Francisca allontanarsi di nascosto. Decisi di inseguirla. Ma ho lasciato subito questa malsana idea perché non volevo sprecare le mie preziose energie per lei.

Sapevo quanto era debole. Uno in meno uguale più cibo, ciò mi rendeva felice. Forse potevo essere un po' egoista, ma che ci potevo fare? Siamo naufraghi, dopotutto.

Ritornai sotto la mia palma e decisi di riposarmi un po'. Mi svegliai dopo diverse ore e di nuovo vidi Francisca che stavolta però tomava, nascondendo qualcosa. Ma anche stavolta me ne fregai.

La mia disinvoltura fu interrotta dal passo deciso di Francisca che si avvicinò a me chiedendomi di parlare su questioni molto importanti, a suo dire. Misi da parte la mia personalità da menefreghista e decisi di essere collaborativo e... FINALMENTE QUALCUNO CHE CAPIVA L'IMPORTANZA DELLA LEGGE! Insieme istituimmo delle regole di convivenza pacifica dell'isola, che mi resero più stabile e più tranquillo, tra cui quella di non fare abuso di alcol. A me questa regola sta bene, tanto non bevo alcolici. Be', Patrick... dovrà smetterla. Sa come posso diventare se si infrange una legge.

Finita questa complessa chiacchierata arrivò Cesare Jr. che mi chiamava, tirandomi i pantaloni. Con un bastoncino ha disegnato sulla sabbia una sagoma, all'interno di una grotta, con un una pietra al centro sopra la quale c'era una bottiglia. Mi misi a ridere perché capii che Patrick era di nuovo a bere di nascosto, ma ho deciso di non fare la spia e non dissi niente a nessuno, specie a Francisca.

La sera facemmo un bel falò sulla spiaggia e Francisca cantò una canzone.

Onestamente, può anche essere brava a fare da mangiare, purtroppo però, non sono capace di apprezzare la lirica, per il quale Francisca aveva deciso di abbandonare la Francia per venire in America. Insomma, parliamoci chiaro: il suo canto era una vera e propria tortura. Pensa diario, Cesare Jr., dalle orecchie particolarmente sensibili agli acuti, abbandonò la scena di nascosto e si rifugio nella capanna a dormire con le orecchie tappate e la testa sotto la coperta. Povera scimmia! Subito dopo di lui me la sono data a gambe anch'io, e, mentre fuggivo, inciampai in una buca. Cosa pensi che c'era dentro? Certamente non un tesoro, bensì un'altra bottiglia di vodka, stavolta piena! Spero che Patrick non la trovi.

Un caro saluto, SPQR sempre,

Gelsomino

L'isola MisteriosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora