Capitolo 3. "Pioggia di Castighi"

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Durante la notte, immerso nel sonno agitato, fui tormentato da incubi che risvegliavano i ricordi dolorosi della mia infanzia. I flashback si susseguivano uno dopo l'altro, come se la mia mente volesse farmi rivivere ogni momento di terrore e oppressione che avevo subito.

Primo flashback:
Rivedevo il volto severo di mio padre, la sua voce tagliente che mi rimproverava per il minimo errore. Uno dei ricordi più vividi era quello di quando, da bambino di soli cinque anni, avevo preso la forchetta sbagliata a tavola. Era stato solo un piccolo errore da parte di un bambino innocente, ma per mio padre era motivo sufficiente per infliggermi una punizione crudele.

Mi ritrovai in una piccola stanza buia, stretto nel suo abbraccio asfissiante, mentre il tempo sembrava fermarsi intorno a me. Un giorno intero in solitudine e terrore, con il peso delle mie colpe a opprimere la mia giovane anima.

Era inutile cercare conforto nella figura di mia madre, perché lei non c'era più. Era scomparsa dalla mia vita troppo presto, lasciandomi solo con un padre che non sapeva cosa significasse amore e compassione.

Secondo Flashback
Ero stato avvertito da mio padre di non giocare, ma la mia natura ribelle mi aveva spinto a disobbedire. Ero stato catturato nel bel mezzo di un gioco proibito quando mio padre mi trovò, la sua espressione di disgusto e rabbia bruciante.

La punizione che mi inflisse fu crudele oltre ogni immaginazione. Ordinò che mi mettessi in ginocchio e che percorressi un giro completo del Malfoy Manor, con le ginocchia nude e ricoperte di ferite. Ogni passo che facevo era un tormento, il dolore che si insinuava dentro di me era insopportabile.

Sentivo il mio sangue sgorgare, le mie ginocchia diventare insensibili al dolore, mentre mio padre osservava con soddisfazione il mio tormento. Era un'umiliazione pubblica, una lezione che non dimenticherò mai, anche se avrei cercato di cancellarla dalla mia memoria.

Quei flashback erano come una ferita riaperta nel mio cuore, portandomi a toccare il fondo della disperazione e dell'autocommiserazione. Ero stato un bambino, impotente di fronte alla tirannia di suo padre, e il ricordo di quel giorno maledetto mi avrebbe perseguitato per sempre.

Gli incubi continuarono a tormentarmi per tutta la notte, portandomi sempre più vicino al baratro della disperazione. Ero intrappolato in un ciclo senza fine di dolore e sofferenza, senza speranza di trovare mai la redenzione o la pace.

Al Mattino
Quella notte è stata un'agonia di tormenti e ricordi che hanno bruciato la mia mente. Quando finalmente il sonno ha cercato di avvolgermi con le sue braccia, era già troppo tardi. Il suo abbraccio è stato come un vortice che mi ha trascinato sempre più in profondità, lontano dalla consapevolezza del mondo che mi circondava.

Sono stato risvegliato solo dall'arrivo di un servo nella mia camera, la sua presenza come un'ombra silenziosa che ha spezzato il silenzio della notte. I suoi occhi erano pieni di preoccupazione mentre mi informava dell'ora tarda e del fatto che mio padre mi stava aspettando per la colazione.

Lucius mi attendeva nella sala da pranzo, il suo sguardo gelido e penetrante mi ha attraversato quando sono entrato, consapevole del mio ritardo. Il suo silenzio era più eloquente di qualsiasi parola, e ho sentito il mio stomaco contorcersi nell'anticipazione della sua reazione.

Quando il servo ha confessato il mio tardare, ho visto la rabbia sgorgare dal volto di mio padre come un fiume in piena. Il suo sguardo era una lama affilata che tagliava attraverso di me, senza pietà né compassione.

Non c'era spazio per le spiegazioni o le giustificazioni, solo il peso opprimente della sua delusione e della sua ira che si abbatteva su di me come un macigno. Ero colpevole di averlo deluso, e sapevo che la punizione sarebbe stata severa.

Lucius si alzò di scatto, il suo volto contorto dall'ira mentre si avvicinava a me con passo deciso. Il silenzio intorno a noi sembrava amplificare il suono dei miei battiti accelerati, mentre mi preparavo al peggio.

Senza una parola, senza alcun segno di esitazione, la sua mano colpì il mio volto con una violenza che mi fece vacillare. Sentii il contatto acuto della sua pelle contro la mia, il dolore espandersi come un'ondata che travolge ogni altro pensiero.

Mi ritrovai a voltare lo sguardo, costretto a confrontare la sua furia senza alcuna difesa. Il mio orgoglio si infranse sotto il peso del suo gesto, mentre il mio spirito si contorceva nella vergogna e nell'umiliazione.

Lucius: "Draco, quanto tempo pensi di continuare a deludermi?"
Io rimango in silenzio, con lo sguardo rivolto a terra, sentendo il suo sguardo penetrare nella mia anima.

Lucius: "Ti ho dato istruzioni precise e tu hai il coraggio di ignorarle?"

Il suo tono è carico di disprezzo e odio, e io sento il peso delle sue parole schiacciarmi.

Lucius: "Non hai niente da dire per te stesso? Ecco, dimostri ancora una volta la tua debolezza."

Mi sento come se fossi imprigionato nel mio stesso silenzio, incapace di trovare le parole per difendermi.

Lucius: "Bene, se non hai niente da dire, allora farò parlare i miei ordini."
Continua voltandosi verso il suo servo:"porta Draco nel mio ufficio."

Mi volto lentamente, sentendo il peso del suo giudizio implacabile, mentre il servo mi conduce fuori dalla stanza. So di essere destinato a riflettere sul mio fallimento, mentre la fame mi brucia dentro, privato persino del diritto di nutrirmi.

Entro nell'ufficio di mio padre, Lucius Malfoy, e il mio sguardo viene subito catturato dalla sontuosità e dall'eleganza della stanza. Le pareti sono rivestite di legno scuro, ornate da dipinti di antenati Malfoy che osservano con sguardo severo e distaccato. Al centro della stanza, una grande scrivania di legno massiccio domina lo spazio, coperta da documenti e pergamene perfettamente ordinati. Dietro la scrivania, si erge una poltrona di velluto verde, simbolo del potere e dell'autorità di mio padre.

Sulle pareti laterali, si stagliano alte librerie piene di tomi antichi e volumi rilegati in pelle, testimonianza della ricchezza culturale e intellettuale della famiglia Malfoy. Alcuni oggetti d'antiquariato adornano gli scaffali, aggiungendo un tocco di raffinatezza alla stanza.

Io rimango in piedi da solo al centro della stanza, sentendo il peso della sua grandezza e il suo silenzio opprimente. Aspetto l'arrivo di mio padre con una miscela di ansia e rassegnazione, sapendo che l'incontro sarà carico di tensione e dolore.

Mi sento avvolto da un senso di tristezza mentre resto solo nella sontuosa ma oppressiva stanza dell'ufficio di mio padre. Il ricordo di essere schiaffeggiato appena sveglio mi colpisce come un pugno nello stomaco, riportando alla mente il ciclo implacabile di abusi emotivi e fisici che sembra non avere fine.

È come se non ci sia via di fuga da questa oscurità, come se fossi intrappolato in una prigione invisibile, costretto a subire senza poter reagire. La sensazione di impotenza mi schiaccia, facendomi sentire più solo che mai.

Mi stringo da solo, cercando un po' di conforto in mezzo alla desolazione della mia situazione.

La porta si apre con uno scricchiolio, annunciando l'arrivo imminente di mio padre. I suoi passi pesanti risuonano nell'aria, riempiendo la stanza di tensione e apprensione mentre mi preparo mentalmente per ciò che potrebbe aspettarmi.

Lucius: "Resta a petto e schiena nuda e obbedisci a ciò che ora ti verra chiesto di fare."
La sua voce è fredda e distante, priva di qualsiasi traccia di empatia o compassione. Con il cuore che batte furiosamente nel petto, ubbidisco al suo comando, sentendomi esposto e vulnerabile mentre mi sfilo la felpa e resto in piedi di fronte a lui.

Lucius: "Ora, prendi quella pergamena dalla scrivania e appoggiala al fuoco del camino."

Il suo tono è duro e imperioso, e so che non c'è spazio per la disobbedienza. Mi avvicino alla scrivania con passo incerto, prendo la pergamena e mi dirigo verso il camino. L'ardente fuoco che danza nelle fiamme mi fa rabbrividire, e un brivido di terrore mi attraversa completamente.

Draco: "Co-cosa vuoi farmi?"
Le mie parole escono a malapena sussurrate, cariche di apprensione e paura per ciò che potrebbe succedere.

Lui mi guarda con un sorriso malizioso, i suoi occhi scintillano di malevolenza.

Lucius: "Oh, ragazzo mio, tutto verrà chiarito a suo tempo. Ora, esegui i miei ordini senza esitatazioni."

L'ultima luce di Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora