Capitolo 1 - A coppie

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Prendi fiato e ricomincia.



«Come va Gillert?»

«Bene Theo, come mai tutto questo interesse?»

Theo, era uno dei ragazzi più popolari della scuola, atleta e caposquadra. Un'idiota, sbruffone e vanitoso essere umano, se così si può definire, che si divertiva a prendermi in giro, senza un motivo logico. Lui è il ragazzo che fa battute e ha gli amici che ridono a comando, per due motivi. Il primo è che le sue battute non hanno senso e il secondo, quello più grave a mio parere, è che gli amici sono più stupidi di lui e anche se la battuta avesse senso non la capirebbero. Abbiamo la stessa età, siamo cresciuti insieme. Una volta eravamo amici, ora, beh ora non più. Era pure carino esteticamente, ma lui, io proprio non lo sopportavo, era irritante, fastidioso, rompiscatole e.... L'ho già detto fastidioso? Per non parlare dei suoi compagni di squadra e amici, gli andavano dietro come se lui fosse un'esempio da seguire, ma io dico, ma lo avevano visto bene? E le ragazze, le ragazze sembravano essere ipnotizzate da lui. 

Era divisa così la nostra scuola, c'erano quelli popolari e amati da tutti che seguivano Theo Blake, c'erano gli sfigati e poi nel centro ci stavo io, tra i normali, con una vita sociale ma non troppo, nessuno cerca i normali, anche per questo spesso non ci si rende conto nemmeno siano presenti, perché tutti sono concentrati sui popolari

Ma a me andava bene così, a volte è meglio passare inosservati.

«Niente E-VE-LYN, una semplice domanda no?»

«Sparisci» Io gli tenevo testa, ooh si, non mi facevo manipolare così facilmente.

«La campanella Gillert, salvata dalla campanella, ci vediamo a lezione»

Giuro quando faceva cosi non lo sopportavo, la campanella Gillert, e poi l'occhiolino, avrei voluto strappargli i capelli uno ad uno.

Mentre la professoressa Williams spiegava filosofia, Theo era intento a infastidirmi.

«Come sta tua madre Gillert»

«Vai al diavolo Blake»

Mia madre era in trasferta nel Maine già da due mesi, ed io vivevo da sola con mio fratello maggiore Nick , un idiota come Theo dato che erano migliori amici.

Ebbene si, la persona che più odiavo a scuola era il migliore amico di mio fratello.

«Dì a tua madre che mi manca il suo pasticcio di patate e che non vedo l'ora di rivederla»

«Certo Theo, sarà l'unica cosa che non farò quando la sentirò» e continuai a seguire la lezione. Guarda caso ora ogni volta che telefonavo a mia mamma le sue frasi ormai erano sempre le stesse: «Come stai? Come va a casa? Come sta Nick? E di Theo ci sono notizie?» come se fosse figlio suo, e poi aggiungeva: «mi piace tanto quel ragazzo, è molto responsabile» Come no, Nick e Theo i ragazzi perfetti, e io? Io ero la classica ragazza a cui nessuno si interessava.

*

«Oggi lavoro a coppie ragazzi, dovete presentarmi una relazione sugli aspetti biologici più importanti del suolo e delle piante» Annuncia la professoressa Cooper entrando in classe.

«Posso stare con Theo, signorina Cooper?»

A parlare era stata Ashley, sempre la solita, pensa di essere superiore a tutti noi perché è capitano delle cheerleader e suo padre è talmente ricco che potrebbe comprarle un castello, con tanto di drago che la protegge.

Pacchetto all-inclusive per Miss Perfettina.

Ad ogni modo faccia pur-

«Io veramente vorrei stare insieme ad Evelyn»

Gli ho lanciato un occhiataccia ma non ho fatto in tempo ad aprire bocca che la Cooper ha esclamato «Suvvia ragazzi, non è il caso di litigare, avrete modo di scambiare le coppie la prossima volta, non sarà mica una tragedia!»

«Bene allora è deciso. Evelyn Gillert ci vediamo alle quattro da me ok? Ah e un piccolo promemoria, questa volta resteremo senza tuo fratello»

«Scordatelo, io non ci penso nemmeno a stare in coppia con te»

Mi ha fatto innervosire ed ora si aspetta pure che io lo assecondi, se mio fratello venisse a sapere come si comporta il suo caro amico con la sua sorellina gli staccherebbe la testa all'istante. Theo continua a fissarmi e Ashley mi guarda indignata. Perfetto ora, oltre a Theo che mi perseguitava avevo pure una gallina nel corpo di una ragazza ad odiarmi e pronta a farmi vivere ogni giorno della mia vita da liceale come fosse l'inferno.

Finalmente la campanella trillò ed io mi salvai.


Il corridoio iniziò a riempirsi di studenti, e a forza di spintoni e gomitate riuscii comunque a raggiungere sana e salva il mio armadietto per depositare i libri di biologia che reggevo nella mano sinistra mentre con l'altra cercavo di sbloccare il lucchetto. Una volta recuperato il materiale necessario per sopravvivere alla lezione di arte, chiusi l'anta bruscamente, e subito dopo saltai in aria come se avessi appena visto un fantasma.

«Che c'è? Hai visto un mostro?» chiese Theo sghignazzando

«No, peggio ancora mi sono ritrovata davanti ad una sottospecie di ominide con il DNA e l'intelligenza di un mulo»

«Ah davvero? Me lo presenti? Magari almeno lui mi trova simpatico al contrario delle ragazze musone come te»

«Non ti permettere!» Gli urlai

«Va bene, va bene stiamo calmi. Tanto lo so che in fondo, in fondo, non puoi resistermi»

Lo guardai con aria seccata e prima ancora di poter aprir bocca, arrivò mio fratello a peggiorare ancora di più la situazione.

«Hey ragazzi, avete sentito le novità?»

«Oddio Ashley si è rotta un unghia?!» Sputai ironica

Sapevo che mio fratello ci moriva dietro fin dal primo anno e mi  divertivo a fare sarcasmo su di lei e a prenderla in giro, perché d'altronde , io non la sopportavo.

«Ma no cretina, Ashley si è lasciata con Bill e pare che adesso sia interessata al sottoscritto!" Annunciò con un grandissimo sorriso da ebete  e puntando i pollici verso se stesso,

«Beh mi dispiace per te amico» Commentò Theo

«Ahh lasciate stare voi due non capite niente dell'amore!»

Lo guardai perplessa, e la stessa cosa fece Mister "lo so che muori dalla voglia di baciarmi".

«Vabbè ad ogni modo, passiamo alla notizia meno importante di oggi, ci sarà un ballo primaverile, tra un mese e mezzo.»

I miei occhi sfrecciarono su Theo, come se già avessi capito cosa avesse intenzione di fare, o meglio di chiedermi  una volta che Nick se ne fosse andato. E come non detto quel sorrisino che gli si stampò in faccia di solito non faceva pensare a nulla di buono.

«Va bene ragazzi, io adesso vado. Ci vediamo a casa Ev »

Una volta perso di vista tra la folla mi girai di scatto verso Theo

«Non provarci nemmeno»

E me ne andai voltandogli le spalle.



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