Mi chiamo Mary

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27 Luglio 2015

Cari poliziotti,

Mi chiamo Mary e sono morta.
Se state leggendo questa lettera è perché mi sono appena tolta la vita.
Sí. Finalmente ho trovato il coraggio di farlo.

Mi sono tolta la vita perché era già da tempo che non aveva piú senso vivere per me.
Vivere tra queste mura, queste quattro pareti che mi separano dal resto del mondo.
In questi pochi metri quadrati di una cella di Londra.
Mi avete messo in isolamento.
Non posso darvi torto dopo tutto.
Anch' io se fossi stata al vostro posto avrei rinchiuso una serial killer in questo modo, lontana dal resto dei detenuti, isolata dal resto del mondo.

Comunque anche se voi non lo sapete, questa partita l' ho vinta io.
Ho giurato che avrei ucciso ventisette persone: ventisette come la data in cui quel maledetto ubriaco ha investito mio figlio.
Ma non cambiamo discorso.
Questa partita l' ho vinta io perché è andato tutto secondo I miei piani. Quando mi avete arrestato le mie mani si erano sporcate del sangue di ventisei vittime. Ne mancava solo una.
E quella ero io.
Avevo programmato tutto sin dall' inizio.
Dovevo uccidere ventisette persone.
Tutti alcolisti.
Tutti tranne l' ultima.

Già da quel giorno di dieci anni fa, quando sono diventata per la prima volta un' assassina, sapevo che mi sarei dovuta fare arrestare dopo la ventiseiesima persona.
L' ultima sarei stata io.
Perché uccidersi? Vi chiederete.
La risposta è semplice.
Quando quell' uomo ha investito mio figlio io ho perso l' unica persona che dava un senso alla mia vita.
Da quel giorno la mia vita ha avuto un solo ed unico scopo.
Vendicarmi.

E ora che la mia vendetta era completa... Cosa mi restava?
Avrei passato qui tutto il resto dei miei giorni.
Certo, non pensate che non sarei stata capace di evadere.
Ma a quale scopo?
Fuori da qui non mi resta nessuno.
Quando non si ha uno scopo, un obbiettivo, un sogno, vivere diventa inutile.

E allora eccomi qui.
Sdraiata per terra.
Con questa lettera a pochi centimetri dal mio corpo inerme.
Non mi è stato difficile prendere quel bel piatto che mi avevate portato per mangiare, romperlo, e conficcarmi nel cuore una scaglia di porcellana.
Purtroppo non posso descrivervi la parte successiva per ovvie ragioni.

Comunque avrete capito che tutto ció che è successo è stato secondo I miei piani.
Ho deciso di scrivervi questa lettera per farvi capire quello che passa per la testa di una serial killer.
Per farvi capire come si diventa pazzi.
Per farvi capire come ci si sente dopo aver perso tutto.
Per farvi capire quanto sia importante dare un senso alla propria vita, e per farvi capire come sia facile perderlo.

Ed ecco che ho deciso di chiedervi un' unica cosa: carta e penna.
Ora potrete finalmente capire quello che già da giorni stavo scrivendo.
E siccome non so come iniziare, ricominceró daccapo.

Mi chiamo Mary e questa è la mia storia.

Lettera di un' assassinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora