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prima di bussare alla sua porta ripenso a quello che successe l'anno scorso. questo preciso giorno, con le lacrime agli occhi. lancio uno sguardo alla finestra e lo vedo con gli altri a ridere e scherzare abbracciato a... kiara? da l'ultima volta che la sentii mi disse che avevano litigato perché mi aveva aiutata a scappare senza averli salutati o meglio, senza averlo salutato. era il mio migliore amico ma quello che c'era tra di noi era speciale. ci sono stata male quando me ne sono andata ma non avevo scelta. mio padre era un gran pezzo di merda, mi aveva incolpato di aver rubato dei soldi a una fornitrice di droga. droga che comprava mio padre. eravamo in crisi economica e quello che aveva lo usava per comprare droga e basta. non pensava a me, mi odiava. diceva che assomigliavo troppo alla mamma, morì alla mia nascita e sapeva che sarebbe successo ma l'ha nascosto a mio padre lasciandogli tutte le responsabilità che non era pronto ad avere evidentemente. quando l'ha scoperto la ripudiava in una maniera assurda e si è preso cura di me quanto basta per cavarmela da sola dimenticandosi delle sue responsabilità poi un giorno incontrai un ragazzino biondo che mi presentò i suoi amici più stretti; organizzarono una festa e legammo un'amicizia speciale, diventarono la mia famiglia. con gli anni conoscemmo anche sarah, mio padre venne a sapere che frequentavo una kook e non gli andava bene, mi assentavo sempre di più a casa come faceva lui ma la vedeva come una sfida e allora ha combinato un casino. aveva rubato i soldi a casa della spacciatrice lusia quando non c'era per comprarsi una barca e farsi una nuova vita fuori dalle outer banks... senza di me. mi odiava così tanto per colpe che non avevo. quella sera ero a casa di jb con gli altri come tutti i giorni e quando tornai a casa accompagnata da jj, kiara e pope trovai il disastro con lusia che mi puntava una pistola alla testa. chiesi cosa stava succedendo e mi disse che ero stata io a rubare i suoi soldi. pensai alla scomparsa di mio padre e collegai tutto. pope entró dentro casa per avvisare che se ne stavano andando e vide la scena dalla finestrella della porta. avvisó jj e kiara di fare qualcosa e mi aiutarono a fuggire dalla mia possibile morte. kiara la colpì alla testa facendole cadere la pistola dalla testa e allora io corsi fuori dall'uscita del retro ma uscirono dei signori da delle auto. "sappiamo che hai tu i soldi, ridacceli o faremo bruciare questa casa." "non ho io i soldi, mio padre li ha presi." "ma non c'è, stai dicendo cazzate" "no lo giuro!" degli uomini grossi mi presero di carico e mi buttarono dentro a un furgone. pope vide tutto e salirono sul twinkie. non so cosa successe poi ma decisi di fare una cosa di cui subito dopo mi pentii. aprii lo sportello del furgone e mi ci buttai fuori. mi faceva male tutto e avevo delle sbucciature alle braccia e alle gambe. eravamo vicino al porto e allora ci corsi immediatamente per evitare che mi riprendessero. kiara si fermò con il twinkie e scese subito. mi stava rincorrendo. "aspetta ti aiuto." mi aiutò a salire su una nave da porto e prima che partissi la guardai piangendo. "non voglio andare via.." le lacrime scorrevano insistemente sul mio volto. "odio mio padre, non voglio andarmene ma fin quando non si calmano le acque che posso fare?" "non puoi rimanere, jeky. se ti trovassero ti ucciderebbero. sai come sono, per loro i soldi sono tutto. ci sentiremo tutti i giorni e vedrai che appena si calmerà la situazione te lo dirò così tornerai da noi." " e se non riuscissi mai più a tornare? non è meglio se mi nascondessi qui da qualche parte per un po'?" "hai bisogno di cambiare aria, con tutto quello che sta succedendo... sei in pericolo." annuisco tirando sul col naso e l'abbraccio. "kiara salutami gli altri da parte mia e di a jj che avrei voluto che le cose andassero diversamente." "certo, scrivimi quando arrivi!" l'abbracciai nuovamente e la nave partì. "cazzo che casino..." . il viaggio duró due giorni, morivo di fame. arrivai in una cittadina povera del sud america. ero sola, non avevo amici, famiglia. niente di niente ma poi una famiglia mi ospitò a casa loro e quando mi iniziai ad ambientare dopo mesi mi sento bene con loro. aiutavo in casa, cucinavo, mi prendevo cura dei bambini e la signora Adeline che mi ospitò mi fece quasi da mamma amica. ci tenevo a lei e per il mio compleanno mi regalò un biglietto per tornare qui. ci pensai molto e non sapevo se tornare o no. lei mi disse che dovevo tornare dai miei amici e tornare alla vita di prima. "ti voglio bene però non puoi restare qui, se la polizia ti vede qui senza passaporto o documenti veri ti arresterebbero." mi convinsi a partire, mi mancavano i miei amici e mi mancava lui. per quando mi dispiacesse lasciare Adeline e i bambini aveva ragione. dovevo tornare, sono partita con dei documenti falsi ma riuscii a passare. e quando ieri sono arrivata qui ho sentito il profumo di casa. ero troppo stanca per venire subito qui allora sono tornata a quella che prima era casa mia e di mio padre. ero impolverata e buia ma mia serviva un posto per dormire. appena sveglia la prima cosa che feci era farmi un bagno caldo e indossare dei vestiti puliti, presi il mio zaino e subito sono venuta qui. mi sveglio dal mio stato di trance e busso alla porta. sento dei passi avvicinarsi sempre di più e il mio cuore esplodere. "jaky?"

i need you. || jj maybank Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora