~• capitolo 1 •~

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Pov Alex
Era notte fonda, ero circondato dalle tenebre e dalle nubi; mi affascina il buio, mi trasmette calma e serenità, ma non immaginavo che da lì a poco non sarebbe più stato così.

Sono un ragazzo abbastanza alto, all'incirca 166cm, non male penso, ma ci sono individui più alti, ho dei capelli corti marroni, lo stesso colore dei miei occhi, sono una persona ossessionata dagli anime, videogiochi e cose simili, insomma... Tutto ciò che la società ritiene "infantile" o "strano"... Come l'horror.
La mia stanza è ricca di poster di personaggi dei cartoni giapponesi, tra cui Bakugo e Gojo.

Mi sento spesso osservato ormai da un bel po', mi sento in ansia. Molto. Ne parlai con la mia migliore amica, ma dice che potrebbe essere solo una mia impressione, a lei non piace l'horror e per questo preferisce dare spiegazioni realiste per evitare discussioni riguardanti il paranormale piuttosto che ascoltarmi, ho l'impressione che uno stalker mi osservi.

La conosco circa da 5-6 mesi ma ormai e nonostante la poca conoscenza mi confido molto con lei.

Presi il telefono e guardai un anime, più o meno per un ora, fino a quando non mi arrivò un messaggio che mi fece sbiancare:«So dove sei, e renderò il tuo cadavere più bello di come sei ora»
«Che cosa significa questo?
Perché a me?
Sa dove abito?
Evidentemente sì.
Mi vuole uccidere?
È chiaramente così.
Meglio lasciar stare, sarà solo un brutto scherzo».
Spensi il telefono mi misi sdraiato, infine chiusi gli occhi.

Mi sveglia il giorno successivo sentendo mia madre urlare:«ALEXXX È ORA DI ANDARE A SCUOLAAA» «CAZZO VERO SONO IN RITARDO, Giulia mi ammazza, faccio colazione e mi vesto». Pensai fra me e me.
Mi mesi vestiti casuali: una felpa nera e jeans blu.
Corsi per non arrivare tardi a scuola, e nonostante ciò persi comunque l'autobus,
Una volta arrivato a scuola scorsi una ragazza bionda con uno sguardo falsamente arrabbiato che si diresse verso di me «Sei in ritardo, più del solito!!!».
Si avvicinò a me mi scompigliò un po' i capelli. Che urto. Non gliel'ho mai detto per non offenderla, ma voglio parlarle di ieri sera.
«Giulia io mi sento osservato, Tanto osservato».
La biondina aprì bocca e disse:«Ancora? Sarà una tua impressione dai, sù, andiamo in classe».
E così ci avviammo per la classe...

Love a PsychopathicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora