Capitolo otto: Pace
A Sara sembrò stano sognare dei libri perché, non le piacevano, ma la biblioteca era magnifica. Immersa tra le nuvole e le stelle, non aveva pareti sembrava sospesa nell'universo. Finalmente stava sognando. Non riusciva a farlo da quasi due anni e quando lo faceva era per poche ore e aveva incubi. Si svegliava gridando, nel tentativo di tranquillizzarsi prendeva il pigiama della sorella e lo stringeva a sé, ma non funzionava. A volte invece che svegliarsi gridando, si svegliava per il dolore, era strano svegliarsi non per bere o andare in bagno ma per questo.
Apriva gli occhi e tutto il male, che le aveva concesso solo qualche ora di riposo, ritornava e la invadeva. Sembrava che tutto il bene fosse diventato invisibile, scomparso in qualche anfratto di una galassia lontana, prendeva il telefono e guardava dei video ma nulla. Però sapeva che c'era la sua vita che andava avanti e sapeva di aver bisogno di sonno e allora chiudeva i video e provava con tutte le sue forze a dormire. Dopo un po' le avevano prescritto una pillola non sapeva bene cosa fosse, ma lei la prendeva e crollava senza accorgersene, apriva gli occhi ed era mattina presto. Non avrebbe mai pensato di ritornare a sognare per di più una cosa così bella. Mancava solo un dettaglio per essere perfetto quel sogno, quel "dettaglio" era dietro uno scaffale con Mattia a fianco, era nervosa, eccitata e commossa insieme
<< Va da lei, abbiamo poco tempo>>
Ma la ragazza continuava a osservare da lontano sua sorella, era più magra e con i capelli corti, stava camminando per la biblioteca scrutando ogni libro e stella. Sara ora aveva quasi dieci anni
<< È bella non trovi?>>
Bisbigliò all'angelo
<< Si è vero, ma devi muoverti>>
Tea si mosse camminò lentamente quasi non volesse mai raggiungerla, ora era alle sue spalle
<< E' strano trovarti qui, a te i libri non piacciono >>.
Sara si girò e poi gridò ma non di dolore questa volta, gridò di gioia e saltò addosso alla sorella, la baciò dappertutto e la stringeva forte. Piangeva dalla felicità
<< Mi sei mancata tantissimo, mi sei mancata, mi manchi, ti prego ritorna>>.
La scosse anche come protesta
<< Lo sai che non è possibile, ma mi sei mancata tanto anche tu>>.
Poi continuò
<< Non fare così io che ci posso fare>>
<< Nulla..>>
Sara rispose
<< Stai bene? Sembra un bel posto il paradiso>>
<< Non lo è >>
Sara si spaventò
<< Nel senso che non siamo in paradiso ma qui è un bel posto>>
Risero, dopo quasi due anni la ragazzina fece quello che credeva di non poter più fare, una cosa semplice
<< Sono anche diventata amica di un angelo, ma non hanno le ali>>.
<< Davvero? Non le hanno?>>
<< No nemmeno una piuma ora però non fa altro che ricordarmi che c'è poco tempo>>.
Poi continuò
<< Devi essere forte, allegra e sognare e avere degli obiettivi perché la mia vera pace è questo. Studia, informati e non arrenderti mai a nessun tipo di tristezza, vivila ma non arrenderti. Sai cosa ho fatto per tutto questo tempo? Ho cercato di venire da te, volevo rivederti>>.
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Dall'altra parte dell'universo
AdventureHo scritto questa storia per elaborare un mio lutto personale. Le descrizioni degli ambienti sono parzialmente ispirate a immagini trovate su Pinterest. Siate clementi è la prima storia che pubblico qui sopra.