-Non pensare.

2.6K 139 12
                                    


JPOV

Sento il sonno abbandonarmi lentamente, sento il morbido materasso sotto di me e sento il piccolo corpo di Hope tra le mie braccia.
Sorrido al pensiero e apro gli occhi, beandomi alla sua vista.
Sta ancora dormendo, la mia piccolina.

'Oh adesso è la tua piccolina, quando invece volevi stuprarla e picchiarla, ieri, perché meritava una punizione per averti semplicemente sbattuto la verità in faccia.'
Sta zitto. È piccola e indifesa, e io sono il suo ragazzo quindi devo proteggerla, e poi ha detto che le dispiace.
'E da cosa la devi proteggere? Il suo maggior pericolo sei tu!'
Ti ho detto di stare zitto! E poi non è affatto vero, io non le farei mai del male.
'Certo, ieri-'
Ieri un cazzo! Ero solo arrabbiato, è passato.
'Pazzo. Tu sei pazzo. Completamente.'
Io non sono pazzo!
'Oh si infatti, è per questo che parli da solo, perché non sei pazzo.'

Sbuffo mentalmente e mi alzo stizzito.
Sento un lamento vicino a me e mi ricordo di Hope, dormiente, che adesso si sta raggomitolando su se stessa sul letto.
È adorabile.
Adorabile e mia.
Mia.
Solo mia.
Con un sorriso smagliante esco dalla stanza e mi dirigo in cucina, con l'intenzione di preparare una dolce colazione per il mio amore.
Quando arrivo in cucina, però, il sorriso sparisce.
Sangue, il coltello, la frusta.
Sgrano gli occhi a quella vista.
Velocemente mi inginocchio a terra per raccogliere i due oggetti, mentre le mie mani si sporcano di sangue.
Il suo sangue.
Frettolosamente mi avvicino al lavandino e ci butto dentro la frusta e il coltello, mentre apro l'acqua, per far riempire il lavello.
Il sangue.
Cerco uno straccio, e dopo aver aperto numerosi cassetti, li trovo.
Ne prendo uno e mi getto a terra strofinando il pavimento, per ripulirlo dalle chiazze di sangue.
Non si toglie, anzi, macchia ancora di più.
Raccolgo il panno, lo bagno con l'acqua e ritorno a terra.
Strofino, bagno, strofino, bagno, strofino, asciugo.
Finalmente la macchia di sangue sembra andata via.
Torno al lavello chiudendo il rubinetto.
Pulisci, pulisci, pulisci...

'Oh ma guarda, ti sei pentito di quello che hai fatto?'
Sta zitto.
'È esilarante, dovresti vederti, come un pazzo con gli spasmi, cerchi di rimediare al casino che hai creato tu stesso.'
Quante volte ti devo ripetere di stare zitto? Non ti ho chiesto niente. Mi devo sbrigare, non ho tempo per te.
'Certo, ma se mi avessi ascoltato ora non saresti qui a prendere le conseguenze delle tue azioni... pazze.'
Oh ma per favore! Non farmi la morale! E comunque, per tua informazione, sto cercando di fare una buona azione per la mia ragazza.
'Ovvio, una cosa normale, prima cerco di stuprarti e poi ti preparo la colazione.'
Ma che ci parlo a fare con te. Vaffanculo.

Corro al piano di sopra con la frusta pulita e asciutta nella mano.
Apro la porta della stanza dei bambini andando spedito verso l'armadio, dove poso la frusta e richiudendo il lucchetto.
Mi fermo un attimo a guardarlo.
Non credo che riaprirò quest'armadio..
Scuotendo la testa, esco dalla stanza, chiudendomi la porta a chiave alle mie spalle.
Ritorno in cucina e ripongo il coltello in un cassetto.
Spero che non ripensi di fare quello che ha fatto...
Scuoto la testa.
Non ci devo pensare.
Stop.
Colazione.
Devo preparare la colazione.
Fortunatamente ci sono delle uova e del latte in frigo, ci dovrebbe essere anche del burro.
Mentre smanetto in frigo in cerca del burro, sento dei passi alle mie spalle.
Ed eccola lì, in piedi, che mi fissa.
Si è tolta l'accappatoio e ora indossa una semplice canotta e un pantaloncino.
È bellissima.

"Buongiorno."

Un flebile sussurro, ecco ciò che sento uscire dalle sue labbra.

"Buongiorno."

Le rispondo sorridendo.
Devo rassicurarla.
Sempre.

"Ti stavo proprio preparando la colazione, o almeno ci stavo provando."

Le comunico ridacchiando, per poi girarmi verso i fornelli.
Ho trovato il burro.
Dunque, latte, uova, burro, padella, accendere il fuoc-

"Quanti anni hai, Justin?"

La sua domanda mi distrae, e mi coglie di sorpresa, facendomi voltare verso di lei.
Non mi aspettavo che prendesse parola.
Mi sta guardando, in attesa di una risposta, ma il suo sguardo non è impaziente, è dolce.

"Ho ventun'anni."

E mi rigiro cercando di riprendere quello che stavo facendo prima.
(N/A: non mi ricordo proprio se avevo già comunicato l'età di Justin e di Hope, dunque se l'avevo già fatto, ora sono queste comunque.)
Restiamo in silenzio per il resto del tempo, solo il suono della pastella dei pancakes che si cuoce sul fuoco riempie l'aria, con il suo profumo.
Adoro i pancakes, spero piacciano anche a lei.

HPOV

Lo guardo, in silenzio, mentre prepara qualcosa per la colazione.
In questo momento la mia testa è vuota.
Non penso a nulla.
Le braccia mi fanno male, non so proprio con quale forza riuscirò a mangiare.
Mangiare.
Non ho neanche fame.
Ma chi avrebbe il coraggio di dirglielo ora?
Sembra così applicato.
Scuoto la testa.
Non devo pensare.

"Co-come ti senti?"

Justin prende parola, anche se sembra incerto, senza voltarsi.
Come mi sento?
Uno schifo.
Mi fanno male le braccia, mi pulsa la testa, sento un nodo allo stomaco e ho un probabile psicopatico davanti, con cui dovrò convivere per un bel po' perché mio padre, a parole sue, ha detto che non può venirmi a prendere, e non può salvarmi, perché anche se riuscissi ad andare alla polizia, Justin ucciderebbe sia me che lui, in qualunque caso.

"Meglio."

Guardo in basso, mentre Justin mi porge un piatto con dei pancakes davanti, mentre si siede di fronte a me, vicino all'isola.
Mi guarda e cerco di evitare il suo sguardo, mentre con calma inizio a tagliare un pezzo di pancakes.

"Stavo pensando... che potremmo vedere un film, oggi. Se vuoi, insomma, se ti fa piacere, in sala cinema ci dovrebbe essere qualcosa che ti piace cioè..."

"È okay, mi piacciono i film, va bene."

Lo interrompo, prima che potesse iniziare a parlare a vanvera.
Mi sorride.

'Non pensare al fatto che è pazzo, non pensare al fatto che è pazzo, non pensare al fatto che è pazzo...'

Non credo che l'auto-convincimento funzioni.
Per niente.
Ma devo provarci.
Devo conviverci.
Devo fare in modo che non gli venga in mente di farmi del male.
Lo devo assecondare.
È così che si fa con i pazzi.
Credo.
Devo solo... fingere.
E lo farò.

~NDA~
Si insomma.. è un po' noioso, è che un po' non ho fantasia, un po' devo cercare di creare una cosa non troppo stupida..
Tra l'altro, non ricordavo se avessi già detto le loro età, quindi ora LEI HA 16 ANNI E LUI 21.
Quindi.. passate da Precious? Pls.
E non vi dimenticate di cliccare la stellina e/o commentare..
Non so come o quando continuerò, anyway, vi penso.

UN KISS xx.

Snapchat: ImFine94
Instagram: crazyworldxx

Obsessed [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora