- Ho cambiato idea: non voglio andare ti prego, non mi piace la violenza.. -
- Me l'hai promesso, ricordi? Se m'intrometterò nuovamente ti accompagnerò ovunque vorrai. Quindi fai ammenda e sbrigati sta per iniziare.. -
Avere la meglio su Daniel era stato facile, quasi come rubare le caramelle ad un bambino: sapevo fin dal principio che non sarebbe stato in grado di astenersi dall'impicciarsi nella mia vita sentimentale, o per meglio dire della sua totale assenza. Non frequentavo nessuno da molto tempo, nonostante avessi solo venticinque anni avevo rinunciato all'amore ancor prima di iniziare a cercarlo: c'erano stati alcuni flirt, tutti predestinati a sfiorire dinanzi all'arido deserto della mia incapacità di legarmi e adesso grazie all'irrefrenabile curiosità del mio amico ero riuscita a farmi accompagnare ad un incontro di boxe. Sin da bambina avevo una passione nascosta per quello sport, lo trovavo allo stesso tempo rude e affascinante: due uomini che si affrontano nella più antica e nobile arte di combattimento corpo a corpo. Trovare dei biglietti per quell'incontro di professionisti era stata un'impresa, risoltasi grazie all'intervento di un mancato principe azzurro.
- Ritiro tutto: è un vero spettacolo per gli occhi. -
Le proteste che ci avevano accompagnato durante tutto il tragitto verso lo stadio cessarono con l'ingresso dei primi uomini nell'arena.
- Te lo avevo detto che non ti saresti pentito e il meglio deve ancora venire: dopo gli esordienti si disputerà il mach per il titolo nazionale, quello si che sarà teatrale! -
Gli atleti si alternavano al suono della campanella: fra loro non c'era rivalità una volta terminato l'incontro, ma onore e rispetto per l'avversario. Caratteristiche carenti in quasi tutti gli altri eventi sportivi in cui insulti, scherni diventano le principali attrattive e puntualmente occupano le pagine dei quotidiani. Finalmente arrivò il turno della categoria che più mi interessava dove giganti dalla maestosa muscolatura si fronteggiavano senza esclusione di colpi: si poteva percepirli vibrare mentre affondavano i guantoni nell'avversario.
- Questi sono troppo grossi sembrano gorilla, meglio gli altri. -
- Solo tu puoi disprezzare tanta bellezza: osserva le loro spalle imponenti, le braccia possenti sono impareggiabili shh ascolta.. -
Il cronista annunciò l'inizio dell'ultimo mach fra un giovane professionista ed il campione incarica: Christopher Reynolds contro George Tyrell. Ero completamente concentrata sui loro movimenti tutto un susseguirsi di ganci, destri e calci, l'esordiente se la stava cavando molto bene si vedeva la sua determinazione a vincere ogni attacco era metodico e ben mirato. Sembrava che la vittoria fosse ormai nelle sue mani, quando proprio pochi minuti prima della fine il suo avversario lo colpì con un montante sulla parte inferiore del volto facendolo cadere privo di sensi, scatenando l'apprensione degli altri spettatori che esattamente come me rimasero allibiti. Restò a terra con gli occhi chiusi mentre l'arbitro batteva rumorosamente il tempo sul tappeto, era finita: Tyrell si confermava nuovamente campione. Mentre il vincitore esultava, l'altro veniva portato fuori sulla barella ancora incosciente: ero amareggiata per la sua sconfitta aveva combattuto al meglio delle sue possibilità accumulando moltissimi punti eppure proprio sul termine si era accasciato, abbattuto da un colpo fatale. Sul momento non avevo prestato attenzione al nome annunciato dal commentatore, ma concluso l'incontro ebbi una sensazione di déjà-vu: mi ricordava qualcosa...
- Non dirmi che stai ancora pensando a quell'uomo?! -
- Beh in effetti si, non si meritava di finire in quel modo. -
- Ho avuto l'impressione che stesse guardando verso di noi prima di cadere sai? Stava puntando me, ne sono sicuro - , esclamò convinto il mio illuso compare.
- Il solito egocentrico megalomane! -
Rientrammo contenti e soddisfatti della serata appena trascorsa. Nonostante fossi rincasata tardi mi alzai alle prime luci e come facevo ormai da quasi tre anni andai a correre. Percorrevo sempre il solito tragitto passando per il parco, facendone il giro una decina di volte e prima di rientrare a casa mi fermavo a trovare mia nonna Geneviève la madre di mio padre, la mia migliore amica. Ci trovavamo bene insieme la differenza di età non era un ostacolo per noi: lei aveva idee moderne e una mente aperta e io per molti versi ero all'antica. Parlavamo per ore affrontando ogni argomento, ricordando i tempi in cui suo marito era accanto a noi fino a quanto il gelo ce lo portò via avvolgendolo come neve in una tormenta.
L'incontro di pugilato mi lasciò perplessa: cercavo di ricordare dove avessi potuto sentire quel nome essendo un atleta professionista forse sfogliando una rivista, o in qualche intervista in tv, eppure per quanto mi sforzassi proprio non riuscivo a svelare il mistero. Ero appena uscita dal lavoro quando ricevetti una chiamata:
- Ciao Daniel, com'è Milano? -
- Al momento è lontana! Sono appena tornato a casa! -
- Finalmente! Sono passate due settimane! -
- Già questo matrimonio è stato più complicato del previsto passo da te fra un'ora, a dopo. -
Avevo giusto il tempo di fare la spesa e preparare la cena per lui e mia sorella, dopo mi sarei fatta raccontare ogni dettaglio dell'evento che aveva organizzato. Tutte le speranze vengono riversate in quel singolo giorno, la fantasia vola sfrenata immaginando idilliaci momenti in cui avrebbero vissuto felici e contenti.. Illusi, niente è per sempre nessun amore resiste al tempo, tutto finisce ogni cosa, tranne la vera amicizia e la nostra lo era, autentica e incredibile. Ci univa un legame unico in pochi lo capivano e ancor meno gente l'accettava: era un ragazzo particolare a cui non si potevano imporre le proprie idee e stargli accanto non era semplice. Al liceo frequentavamo la stessa classe eppure per i primi due semestri non eravamo stati altro che conoscenti, finchè un giorno dopo il rientro delle vacanze estive del secondo anno il fato ci fece avvicinare e fra noi fu subito feeling. Instaurammo una profonda amicizia, eravamo e siamo il pilastro l'uno dell'altra: ci aiutavamo a vicenda cercando di sfuggire alle crudeli ingiurie del bullo della classe, nascondevo al resto del mondo il suo interesse per i ragazzi e lui faceva lo stesso per me, proteggendomi da battute pesanti sul mio aspetto un po' goffo e da tutte le conseguenze che ne derivavano. "Amici di sventura", così ci definivamo nonostante le divergenze e la lontananza negli anni non ci siamo mai persi, l'affetto e il rispetto che entrambi provavamo ci ha reso indissolubili. Avrei desiderato un futuro simile anche per i miei. Forse quello che è successo a mio padre mi ha resa cinica o forse sono semplicemente realista e consapevole che le brave persone sono rare, rarissime: nel corso della propria vita si ha la fortuna di incontrare solo tre uomini degni di rispetto e io li avevo già: mio nonno Franck un grande lavoratore dal cuore puro incapace di provare risentimento per chiunque, onesto e leale; mio padre che come il suo è devoto alla famiglia generoso e affidabile, un sognatore: come figlia non avrei potuto chiedere nient'altro. Ed infine c'era Daniel: "l'altra mia faccia di Luna", sebbene fossimo agli antipodi appartenevamo allo stesso pianeta . Con lui avevo esaurito la mia dose di fortuna non c'era alcuna possibilità di trovarne un altro in possesso delle loro qualità.
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E se lui... e se Lei...
ChickLit*OPERA DI Amanda Blaid SU HINOVEL* --------------------- Se solo lui sapesse.. Se solo lei sapesse... un viaggio attraverso la scoperta di unabstoria d'amore sconfinato, nato da un casuale sguardo fra la folla, sviluppatosi in maniera esponenziale s...