La lettera

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Questa é la prima, e credo ultima, lettera che scrivo da quando sono rinchiuso qui a Briarcliff; spero soltanto che non mi scoprano perché sarebbero gran casini!
Non so a chi sto scrivendo (forse a me stesso), ma so che ho bisogno di scrivere, di chiedere aiuto.
Mi chiamo Kit Walker e sono prigioniero in questo manicomio da pochi mesi, ma già voglio correre, scappare via da qui; sono rinchiuso ingiustamente, accusato di aver ucciso, scorticato e decapitato due donne e di aver ucciso mia moglie Alma, la mia miglior amica e grande amore con cui avrei voluto passare tutta la vita, come le promisi sull' altare. Questo non é vero, non è affatto vero! Io non ho mai ucciso nessuno, non penso di averne il fegato. Quelle due donne non le ho uccise io e con Alma le cose sono andate in modo diverso: quella sera fatidica sentii dei rumori strani provenienti da fuori casa mia, allora uscii. Colpito da una luce grande e potente quanto quella di un faro alzai gli occhi e in quel momento vidi un enorme disco fatto di luce sopra la mia testa. Dopo poco sentii Alma gridare, allora entrai in casa preoccupato; la cercai in ogni stanza gridando il suo nome, ma non la trovai. Il mio cuore accelerò per la paura, la preoccupazione e la confusione che provavo in quel momento,  poi ci fu di nuovo una luce abbagliante e un gran rumore acuto che per poco non mi ruppe i timpani e mi fece venire mal di testa. Dopo tutto é confuso, molto confuso.
Questa é la mia storia, questo é ciò che é davvero successo,  questa è la verità non quello che dicono sul mio conto, non ciò per cui mi accusano!
Ho raccontato la mia versione a tutti, ma non mi credettero,  mi ritennero pazzo e mi rinchiusero qui, in questo maledetto ospedale psichiatrico,  in questo incubo senza fine.
In questa macelleria messicana ho visto,  vedo e continuerò a vedere cose assurde, pazze e inquietanti se qualcuno non mi libera, cose che non augurerei la vista e la conoscenza al peggiore tra tutti gli uomini del mondo.
Qui a Briarcliff gli sfortunati pazienti subiscono abusi, vengono frustati quasi fino allo svenimento, vengono picchiati col bastone, torturati, umiliati,  del tutto uccisa la lori dignità da essere umani,  alcuni di loro scompaiono misteriosamente e non si sa più nulla di loro, tutti appena mettono piede in questo posto senza Dio (anche se pieno di immagini sacre, sacerdoti, canti religiosi e preghiere) sono assolutamente certi di doverci morire fra atroci sofferenze. Chi entra qui non é più una persona, ma un agnello destinato al macello!
Io non voglio essere macellato, voglio uscire da qui, ho bisogno di andarmene, ho bisogno d'aiuto.
Ve lo giuro non sono pazzo, ma credo di diventarci se resto anche solo un'altro paio di giorni in questo ospedale degli orrori.
Ci prego aiutatemi.

Lettera di Kit WalkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora