BEATRICE
Mi trovavo in una terra così arida che la sabbia che la costituiva mi sembrava stesse quasi per prendere fuoco tanto era bollente, mi trovavo sola in una terra sconosciuta e non sapevo neanche come ci ero finita là «ehilà, c'è qualcuno?» chiesi ma nessuno mi rispose così allungai una gamba per fare un passo quando la terra sotto ai miei piedi incominciò a vibrare e io mi voltai di scatto. Sbiancai all'istante vedendo una strana creatura, anzi aspetta un attimo non sono nemmeno così sicura che sia una, in realtà credo che sia una di quelle strane creature composte da un unico corpo e tante teste orrende che sicuramente avrò studiato da qualche parte, ma in questo momento non mi ricordo un fico secco delle noiose cose che diceva la mia prof di epica insomma chi l'ascoltava? Rinsavì all'istante dai miei pensieri quando mi accorsi che la strana creatura mi aveva quasi raggiunta, ormai era troppo tardi mi avrebbe divorato in un sol boccone oppure se fosse stata misericordiosa mi avrebbe incenerito all'istante garantendomi una morte veloce, sempre se sapeva sputare fuoco è ovvio. Ero pronta allo scontro quando ruggì e dalla sua gola si riverberò un rumore che assomigliava a....una SVEGLIA?
«Oddio», mi sveglia di soprassalto nel mio letto con le gambe incastrate tra le mie coperte e una strana presenza sulla mia pancia «ma che cavolo» dissi mentre provavo a far abituare i miei occhi alla luce che emanava il sole ormai alto nel celo, misi gli avambracci di fianco al petto e provai a sollevarmi «ahh sei te piccolo mostriciattolo di un gattino» e mi chinai per accarezzare il mio gatto bianco, Pop Corn, che era comodamente rannicchiato sopra di me, così lo spostai e mi misi a sedere mentre mi stiracchiavo le braccia, presi il telefono per vedere l'orario, CAVOLO erano le 7:30 e quello non era un giorno qualunque, riiniziava la scuola e più precisamente la terza superiore, eh già si cresce troppo velocemente mi sembra ieri che iniziavo la prima elementare o che passavo interi pomeriggi a finire di sistemare il mio libro degli Amici Cucciolotti, ma per mia sfortuna sono cresciuta e ora non ho più tempo per queste cose. Ricacciai indietro i ricordi e le lacrime che minacciavano di uscire al solo pensiero della mia felice infanzia che ormai non potevo più rivivere. Feci un respiro profondo e pensai: distavo dalla struttura 25 minuti a piedi, quindi non sarei mai riuscita ad arrivare in tempo contando che probabilmente se una lumaca mi sfidasse a una gara di velocità vincerebbe a mani basse.
Mi guardai le gambe e cerai di sgarbugliarle dalle lenzuola che me le fasciavano non permettendomi di muoverle, una volta liberata dalle grinfie del mio letto di cui ero abbastanza certa mi stesse impedendo in ogni modo possibile di andare a scuola, scesi le scale del mio letto a castello, uscì dalla mia camera girai a destra e mi diressi in cucina che stranamente non era apparecchiata per la colazione, poi mi venne in mente che i miei genitori dovevano già essere usciti e aver accompagnato mia sorella a scuola, così impiegai altri 10 minuti del mio tempo prezioso per mangiare in seguito mi lavai e indossai dei jeans strappati a palazzo e un body nero, raccolsi la mia chioma castana in uno chignon sfatto afferrai la cartella e uscì. «Forse ho una possibilità di riuscire a prendere l'autobus solo che devo muovermi» una volta uscita dal palazzo iniziai a muovere le mie gambe sempre più velocemente verso la fermata che si trovava a 5 minuti da me, certo non lo prendevo mai e probabilmente se fossi riuscita a salire sarei stata tutta sudata e stanca per la lunga corsa ma sinceramente non poteva fregarmene di meno, dovevo sperare che le ore di motoria passate a fare 20 giri di campo servivano realmente a qualcosa ma per fortuna la via era tutta dritta quindi avrei potuto vedere quando il bus si sarebbe avvicinato alla fermata.
Stavo correndo ormai da 4 minuti e non mi sentivo più le gambe ma per fortuna inizia a scorgere la fatidica fermata, così rallentai appena per permettere ai crampi che mi si erano formati di alleviarsi un po' ma un claxon improvviso mi fece girare di scatto e vidi il bus che dovevo prendere avvicinarsi rapidamente: cavolo non sarei mai riuscita a prenderlo, mi mancavano ancora più di 100 metri.
Inizia a correre.
Corsi a perdifiato con la cartella che rischiava di cadere a terra mentre vacillava pericolosamente sul mio avambraccio, i miei pantaloni che mi andavano decisamente lunghi che continuavano ad essere calpestati dalla suola delle miei scarpe ma per fortuna ero quasi arrivata, il bus però mi precedette e arrivò alla fermata aprendo le sue porte per far entrare gli altri studenti che al contrario di me si sono potuti risparmiare il tragico risveglio che ho subito, ma ormai ero quasi arrivata mi mancava l'ultimo scatto e finalmente ero sopra..
«Non ci credo c'è l'ho fatta! Oddio ma puzzo peggio di un maiale» dissi credo ad abbastanza sottovoce anche se un paio di sguardi confusi e divertiti me li ero beccata. Sempre lo stesso problema, non riesco mai a tener questa boccaccia che mi ritrovo chiusa, mi guardai intorno e individuai un posto libero vicino al conducente così feci per incamminarmi ma in quel momento le porte si chiusero e avvertì uno strattone alle spalle che mi fece ricadere all'indietro sbattendo il sedere per terra e rimanendo con....LE BRACCIA IN ARIA! «Cazzo è uno scherzo spero!» mi girai e vidi che l'autobus stava partendo con il MIO zaino incastrato tra le porte e io come una scema incastra tra di esso, tutta storta e con cento studenti che mi guardavano divertiti. Quanto odio il lunedì e specialmente questa scuola. Qualcuno doveva volermi veramente male visto che la mia giornata fino a questo momento era un susseguirsi di sfortune.
Stavo per alzarmi da terra e cercare di riprendermi lo zaino quando un ragazzo mi si piazzò davanti abbassando la testa e lanciandomi uno sguardo fugace prima di spostarmi con uno spintone ed estrarre senza alcuna fatica lo zaino prima di lanciarmelo addosso e voltarsi per andarsi a risedere al suo posto come se nulla fosse successo.
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the nine eras
Fantasybeatrice è una ragazza come tutte le altre, ha una famiglia monotona, una routine monotona insomma la sua intera vita è monotona. Ma un giorno accadde un evento che ribaltò completamente la sua vita facendole aprire gli occhi e permettendole di iniz...