IRENE
Appena scesa dall'autobus aguzzai la vista in cerca dei miei amici ma non riuscii a trovarli così mi incamminai all'entrata della scuola, arrivai sotto ai portici che ne incorniciavano l'ingresso ed estrassi dalla tasca dei miei jeans delle cuffie che collegai al mio telefono. Mentre stavo ascoltando driver dei Maneskin senti delle mani delicate solleticarmi le ascelle così colta alla sprovvista mi ripiegai su me stessa cercando di sfuggire alle mani che conoscevo fin troppo bene e che mi stavano facendo piangere dal ridere pure l'acqua del battesimo «basta, smettila Ire ti prego» e subito quelle insidiose mani smisero di provocarmi quell'odiosa tortura «non riuscirò mai a capacitarmi di come riesci a riconoscermi solo dalle mie mani» mi disse mentre mi si metteva di fianco con un sorrisino da ebete stampato in faccia e si lisciava i capelli mori e si aggiustava la fine montatura degli occhiali sul naso, giuro che prima o poi glie le taglio quelle mani, mi tolsi le cuffie e non ebbi neanche il tempo di aprire bocca per ricordarle quanto odiassi il solletico che un altro paia di mani mi cinsero la vita e mi sollevarono da terra prima di farmi roteare in aria e rimettermi giù, cavolo ma che avevo per la testa quando avevo deciso di diventare amica di questi due idioti. «Irene oggi è un giorno da ricordare in quanto Bea ha deciso di arrivare puntuale a scuola» «ma solo perché è il primo giorno Christian lo dovresti ormai sapere, quando riuscirà ad arrivare in orario per almeno un mese le prepariamo una festa» sbuffai «bè pensiamo a oggi e non al domani che dite? A proposito di oggi...potrei aver fatto un'altra delle mie figuracce» Christian alzò gli occhi al celo mentre un ciuffo ribelle dei suoi corvini ricci gli ricadeva davanti all'occhio, vedendo che aspettavano che andassi avanti gli raccontai tutta la magica avventura che avevo avuto quella mattina dal sogno fino all'orrenda figura che solo io potevo fare in autobus e del misterioso ragazzo che era scomparso subito dopo avermi aiutato «...e se né andato via senza dire niente e senza degnarmi di uno sguardo!» rimasero impalati con la bocca aperta a fissarmi come 2 rimbambiti, avevo detto qualcosa di così estremamente complicato?
Christian fu il primo a riacquistare l'uso della parola «cazzo da come c'è l'hai descritto deve essere un fre...ahia» per fortuna ci aveva pensato Ire a farlo tacere con una forte manata sulla testa che non avrei mai voluto prendere «sei senza speranze Chri, non ascoltarlo però io penso che sia un grande stronzo e dico anche che te leggi troppi libri e sicuramente nella tua piccola testolina staranno scorrendo le immagini di voi insieme in un milione di posti diversi, a un'appuntamento, a casa tua, al vostro matrimonio, mentre state facendo sess» questa volta Ire si prese lo schiaffo direttamente da me «no, no e no, non sto pensando a queste cose sto solo pensando al fatto che ora vi lascerò qui fuori e io entrerò senza di voi» e così varcai l'ingresso.
L'atrio pullulava di studenti e io dovetti farmi spazio a spintoni per raggiungere un posto appartato attaccato all'angolo della parete e dopo 2 secondi mi affiancarono Irene e Christian. Stavamo aspettando
le altre nostre amiche nonché compagne di classe finché finalmente arrivarono e insieme percorremmo il lungo corridoio, superando 2 rampe di scale a destra e a sinistra e continuando la nostra camminata da vere dive fino ad altre 2 scale, girammo a sinistra arrivando al primo piano.Per fortuna la nostra classe si trova praticamente di fianco alle scale se no sarei morta, insomma scherziamo? fare 20 scalini al giorno solo per arrivare in classe? e il guaio piú grande è se sei in ritardo perchè ora che finisci tutti gli scalini la lezione è già finita, sapete certe volte invidio da morire quelli che si trovano al piano terra e allo stesso tempo provo dispiacere per chi si trova al secondo piano, ripensandoci meglio non finire nella loro situazione.
Entro in classe e mi vado a sedere nel mio banco, stamattina non ho per niente voglia di aspettare la prof andando in giro per i corridoi, quindi appoggiai la testa sul banco e chiusi gli occhi ma dopo pochi minuti venni svegliata dalla voce squillante della bellissima, bravissima e meravigliosa prof di DIRITTO. Io penso che chi ha creato gli orari scolastici sia un vero e proprio mostro perché chi sano di mente in questo mondo metterebbe questa materia alla prima ora di lunedì? evidentemente qualcuno di questa scuola che ci vuole molto bene.
Questa ora sempre interminabile, come sempre d'altronde, ma finalmente suona la campanella e io mi fiondo fuori dalla classe e inizio a salire le scale per arrivare al secondo piano, mi sto guardando i piedi mentre ripenso alla marea di compiti che devo fare quando sento delle risate vicino a me cosí alzo lo sguardo e mi trovo 5 ragazzi che mi fissano in modo divertito. Non capisco, prima di tutto cosa fanno qui, insomma non dovrebbero essere in classe a fare lezione? e poi cos'è tutto questo interesse? decido di non guardarli anche perchè ho sempre fatto molta fatica a guardare qualcuno anche per poco tempo, negli occhi, specialmente se quel qualcuno mi stava già fissando in precedenza e qui stiamo parlando di ben 5 ragazzi! Continuo per la mia strada ignorandoli ma loro non intendono staccare gli occhi da me, decido di ignorarli ancora mentre continuano a ridere fino a che uno di loro inizia a gridare:"mi chiedo come mai lei insomma ragazzi l'avete vista? non capisco che cosa ha di cosí bello" un altro di loro gli rispose:"non ha neanche un po' di seno, io non la considererei neanche una ragazza". A quelle parole qualcosa dentro di me si ruppe, certo non era la prima volta che mi dicevano cattiverie simili ma MAI si erano spinti tanto oltre anche perché è sempre stata una mia grandissima insicurezza.
Non pensai piú mi voltai per guardarli con le lacrime che minacciavano di uscire prima di correre il piú lontano possibile da quei mostri che continuavano a ridere di me e rinchiudermi in un bagno. C'era una puzza di fumo misto a iqos e probabilmente ad altre sostanze più tossiche anche se ormai ci avevo fatto l'abitudine cosí andai verso lo specchio e mi fissai, ero davvero cosí brutta come dicevano loro? No non avrei permesso a quegli imbecilli di abbattermi cosí facilmente, mi sciaquai la faccia e uscii dal bagno per dirigermi finalmente nel laboratorio di fisica. Appena varcata la soglia tutti gli occhi erano puntati su di me:"dov'eri finita? la lezione è già iniziata da 10 minuti, forza siedi e tira fuori tutto" mi disse il professore e cosí feci, mi sedetti di fianco a Ire e iniziai a prendere appunti non degnando nessuno della mia attenzione tranne che per la spiegazione, volevo solo che questa giornata finiva al più presto.
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the nine eras
Fantasybeatrice è una ragazza come tutte le altre, ha una famiglia monotona, una routine monotona insomma la sua intera vita è monotona. Ma un giorno accadde un evento che ribaltò completamente la sua vita facendole aprire gli occhi e permettendole di iniz...