Il sorriso immobile

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Chiara si trovava sola in casa, una rarità per lei, e mentre il sole calava lentamente, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosse, il suo telefono squillò. Era Anna, la sua migliore amica, con cui poteva parlare di tutto, specialmente quando il resto del mondo sembrava troppo opprimente. Rispose al telefono e si lasciò cadere sul divano del soggiorno, appoggiando i piedi sul tavolino. La conversazione iniziò leggera, parlando delle ultime novità su amici comuni, dei pettegolezzi del giorno e delle solite lamentele sulla scuola e sui professori. Chiara, però, non riusciva a togliersi un fastidio che la tormentava fin dal mattino. "Sai, Anna, credo proprio che non verrò all'uscita di stasera," disse con un tono di voce che cercava di mascherare la sofferenza, ma senza troppo successo. Anna si mostrò subito preoccupata e le chiese cosa ci fosse che non andava. "Sono i soliti dolori mestruali," spiegò Chiara, massaggiandosi la pancia con una mano mentre l'altra teneva il telefono all'orecchio. "Stavolta sono particolarmente forti, non credo di riuscire a stare in piedi per molto tempo, figuriamoci uscire e divertirmi." Anna cercò di consolarla, dicendole che era giusto prendersi cura di sé stessa e che l'uscita non era così importante da dover soffrire. Chiara annuì, anche se sapeva che Anna non poteva vederla. Aveva sempre trovato conforto nelle parole dell'amica, e anche stavolta sentì un po' di sollievo. Continuarono a chiacchierare, passando da un argomento all'altro, e Chiara decise di alzarsi dal divano e fare un po' di movimento per distrarsi dal dolore. Si mise a camminare su e giù per la casa, portando con sé il telefono, e mentre parlava con Anna passò per la cucina. Le grandi finestre che davano sul giardino permettevano alla luce del tramonto di entrare e tingere la stanza di un caldo bagliore dorato. Fu in quel momento che lo vide. 

Fuori, nel giardino, c'era un uomo. Non lo aveva mai visto prima, e il suo cuore saltò un battito. L'uomo stava lì, immobile, con un leggero sorriso sul volto. La fissava senza battere ciglio, i suoi occhi fissi su di lei con un'intensità che la fece rabbrividire. Chiara cercò di razionalizzare la situazione. "Deve essere solo uno strambo," pensò, cercando di calmare la crescente ansia. Provò a sorridergli attraverso la finestra, sperando che il gesto lo facesse andare via, ma l'uomo non si mosse. Continuava a fissarla, il sorriso sempre presente, senza alcun segno di emozione o intenzione. Chiara si sentì a disagio, ma non volle dare troppo peso alla cosa. Ritornò alla conversazione con Anna, cercando di concentrarsi su ciò che diceva l'amica, ma il pensiero dell'uomo nel giardino non la lasciava. Continuò a fare su e giù per la casa, cercando di ignorare la strana presenza fuori dalla finestra, ma con ogni passo che faceva, sentiva crescere dentro di sé una sottile sensazione di paura. Mentre passava di nuovo per la cucina, l'uomo era ancora lì. Immobile, sempre con quel sorriso inquietante, i suoi occhi che sembravano seguire ogni suo movimento. Chiara deglutì, il cuore che batteva più forte. "Anna, scusa se sono distratta," disse al telefono, cercando di mantenere la voce ferma. "Ma c'è un tizio nel mio giardino che continua a fissarmi. È davvero strano." Anna, preoccupata, le chiese se avesse chiuso tutte le porte a chiave e se avesse bisogno di chiamare qualcuno. Chiara si guardò intorno, cercando di trovare una soluzione razionale. "No, non credo sia necessario," disse, cercando di rassicurare sia sé stessa che Anna. "Forse è solo qualcuno che si è perso o sta aspettando qualcuno. Starò attenta." Ma mentre lo diceva, non poteva fare a meno di sentire che qualcosa non andava. Non era normale per qualcuno stare immobile così a lungo, specialmente con quel sorriso fisso sul volto. Fece un ultimo giro per la casa, cercando di distrarsi dal pensiero dell'uomo nel giardino, ma ogni volta che passava per la cucina, lui era ancora lì. Alla fine, decise di chiudere le tende, cercando di mettere una barriera tra sé e quella presenza inquietante. Si sedette di nuovo sul divano, cercando di riprendere il filo della conversazione con Anna, ma la sensazione di essere osservata non la lasciava. Chiara cercò di non pensarci, ma sapeva che quella notte non avrebbe dormito tranquilla. Chiara continuava a parlare con Anna, la sua voce cercava di mantenere un tono calmo mentre l'amica cercava di distrarla con storie divertenti e aneddoti della loro cerchia di amici, ma la mente di Chiara era ormai ossessionata dall'immagine dell'uomo nel giardino. Si muoveva per la casa in cerca di qualcosa da fare, sperando che il movimento potesse aiutarla a scacciare quella sensazione di ansia crescente. Le tende chiuse della cucina sembravano una barriera troppo sottile per isolarla da quel sorriso inquietante e quegli occhi fissi su di lei. Mentre Anna continuava a parlare, raccontando un episodio particolarmente buffo accaduto a scuola, Chiara si ritrovò nuovamente davanti alla finestra. La curiosità mescolata al timore prese il sopravvento e, con un gesto lento e quasi involontario, spostò leggermente una tenda per dare una sbirciatina all'esterno. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 12 ⏰

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