Lavo via quel che resta del sangue, insistendo sotto le unghie, ma il risultato non mi soddisfa. È la quinta volta che mi insapono le mani, ma non posso continuare perché ho svuotato il contenitore.Osservo la pelle arrossata, le grinze sui polpastrelli, per quanto forte ho strofinato.
Poi alzo gli occhi allo specchio. Uso le dita bagnate per sistemarmi i capelli color caffè, sporchi e pieni di nodi. Poche settimane fa mi arrivavano alle cosce, erano lucidi e folti. Me li sono tagliati da sola, nascosta nella cabina dei bagni di un autogrill come questo. Ho usato un taglierino. Li ho intrecciati e poi ho reciso all'altezza delle spalle. Non è stato facile, né veloce.
Mi basta gettare un'occhiata alla giacca per capire che è da buttare via. È sporca e consunta, bucata dai rovi, quando ho attraversato la foresta a piedi. Me la sfilo e la butto nel bidone dei rifiuti, sotto il phon a muro. Poi stritolo i bordi grigi del lavandino. Devo farmi venire un'idea, se voglio uscire da questa situazione. Devo ingannare qualcuno. Posso farcela. Ne sono in grado. Serve solo la persona giusta.
Le mie guance sono pallide. Mi lavo il viso con acqua fredda, finché non ritorna un po' di colore. Poi cerco di sistemarmi di nuovo i capelli. Dannazione.
Tiro fuori dallo zaino la giacca di riserva, tra l'altro l'ultimo indumento pulito che mi resta, e la indosso. È in pelle di camoscio, morbida al tatto, con frange di tessuto che scendono giù dalle spalle. Molto cowgirl. Perfetta per me. Almeno così sembro di nuovo attraente e non una senzatetto.
Rinuncio a lasciare sciolti i capelli e li lego in una crocchia, anche se faccio fatica e le ciocche sfuggono. Li ho tagliati troppo.
In quel momento la porta del bagno si apre ed entrano tre possibilità. I miei occhi si posano solo per un secondo sulla prima, scartandola subito: è una portoricana alta un metro e quaranta, che sta urlando al cellulare. I suoi capelli neri e spessi le rimbalzano sulla schiena, mentre sbraita. Stringe a sé una borsa dall'aria costosa, che non arriverò mai a toccare, perché non deve usare i bagni; è entrata solo per avere un posto dove sfogarsi, consapevole che le sue urla faranno scappare in fretta le altre occupanti.
In effetti, chance numero due e numero tre le rivolgono un'occhiata molto infastidita, mentre procedono verso la cabina. Sono mamma e figlia. La madre procede con un bastone da passeggio, stringendo a sé il gomito della figlia come se le sue gambe stessero per cedere da un momento all'altro. Le porge la borsetta nera e poi si chiudono entrambe nella toilette per disabili. Sospiro, attivando il phon per asciugarmi le mani e, in risposta, la portoricana urla ancora più forte.
Esco in fretta dai bagni, tornando nella sala principale e mi infilo tra le corsie. Il mio zaino è più leggero che mai. Stringo le bretelle, sistemandomele meglio sulle spalle e vago con gli occhi nel reparto snack, preparandomi a riempirlo il più possibile. Non mi beccheranno. Sono brava a rubare. Inoltre, dietro il bancone sono solo in due a servire i clienti e la guardia di sicurezza è appena uscita a fumare una sigaretta. Ma rientrerà presto.
Mi muovo, tranquilla, tra le corsie. Molte sono vuote, la gente è in fila alla cassa perché oggi è San Valentino e hanno fatto una promozione su un mucchio di prodotti. Vedo mariti con un mazzolino di rose incartate male in mano. Mogli con scatole di cioccolatini a forma di cuore che mangeranno solo loro. Fidanzatine con le mani piene di portachiavi a forma di peluche rosa, fidanzati che fingono che quei cosi gli piacciano. Romanzi d'amore tascabili, biglietti fortunati, scatole di preservativi. Anche quelli sono in offerta.
Lascio scivolare due barrette proteiche nella tasca interna della giacca. Non ho bisogno di acqua. Nello zaino ho tre bottigliette di plastica riempite prima in bagno, sono a posto per due giorni. Anche se le sto usando da più di una settimana e ormai iniziano a puzzare.
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🪶 The wrong girl 🪶
Fantasy"Vedrai DeeDee, ti piaceranno da morire. E soprattutto, anche tu piacerai da morire a loro. Hradgar è il più grande. Ha seguito in tutto e per tutto le orme di nostro padre. È un cacciatore professionista. Non sorride mai, ma forse ora che ti conos...