Questa malsana società

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Viviamo in una società piena di etichette e stereotipi, siamo indotti a sentirci sempre frenati da qualcosa prima di agire:

"No ma si vede che sei gay", "Oddio che chica mala", "Sei cringe", "Dai sembri una bambina", "Sembri un maschio", "Te la sei cercata".

Cavolo non posso fare una cosa senza essere giudicata, non posso mettere le mani o indossare bigiotteria in un certo modo perché è palese che se faccio così sono bisessuale, se seguo gente della comunità LGBTQ+ allora lo sono anche io. Dalla musica che ascolto si capisce che sono lesbica perché sono canzoni che ascoltano le lesbiche, non posso stampare una foto su una felpa perché è da chiche male, non posso mettere certi vestiti perché li mettono solo le 2009 che si vogliono sentire grandi, se la mia stanza ha un arredamento diverso da quelle della mia età è da bambina ma non ci fermiamo a pensare che alcuni non possono cambiare la loro camera e sono costretti a tenerla "da bambino", non posso vestirmi elegante al cinema con amici perché o me la tiro o ci voglio provare con qualcuno, non posso vestire troppo larga, è da maschio, non posso vestire attillato o corto o scollato, me la cerco.

Non posso avere un film preferito perché "ne sono ossessionata" ma se una si guarda per la quinta volta una serie da 17 stagioni va bene perché non parla della storia d'amore tra 2 uomini, se studi tanto sei secchiona, se vai male a scuola è perché non hai voglia di studiare, sei in carne "inizia a fare sport e dimagrisci", sei molto magra "anoressica","secca", "piatta", se credi un una religione vieni etichettato anche per questo.

Viviamo in una società in cui nessuno è più libero di essere quello che è perché se vuoi essere accettato devi seguire la massa quando dovrebbe essere la "massa" a seguire l'esempio di chi è diverso, particolare, speciale.

Improbe AmorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora