NEBBIA

2 0 0
                                    

Ricordo ancora oggi quel giorno e credo non lo dimenticherò mai.

Mi chiamo Sofia e fin da piccola sono sempre stata affascinata dai libri e preferivo trascorrere il mio tempo libero a leggere, piuttosto che giocare con gli altri bambini del quartiere.

La mia passione per la lettura era così grande, e lo è tutt'ora, a tal punto che dimenticavo di mangiare o fare i compiti. Ogni giorno vedevo la mia libreria crescere, ma nonostante ciò continuavo a prendere libri ovunque mi trovassi.

Ho sempre amato il modo in cui i libri mi permettessero di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. Imparavo sempre cose nuove...Fin quando un giorno tutto cambiò.

All'epoca avevo una migliore amica con cui condividevo di tutto, anche i segreti più intimi.

Lei era Anna, una delle ragazze più popolari della scuola. Era alta e magra, con dei lunghi capelli biondi che le contornavano il viso. Ci chiamavano "the blonde sisters", dato che anche eravamo entrambe di un biondo platino da far invidia anche ai muri.

Io e lei eravamo molto diverse, ma era proprio questa diversità a renderci molto legate.  Anna era sempre allegra e socievole, con una vasta cerchia di amici e una personalità molto estroversa, mentre io ero molto timida e riservata, dato che preferivo leggere che stare con gli amici.

Vivevo ancora con i miei in quegli anni e frequentavo la NYU, una delle università più popolari del paese. Ogni mattina prendevo l'autobus da casa mia che mi portava davanti all'università dove Anna mi aspettava pronta a bombardarmi di nuovi gossip. Era una giornata tranquilla, ma nessuna delle due sapeva che piano piano sarebbe diventata una delle giornate più brutte della nostra vita.

Eravamo appena uscite di scuola quando Anna mi si avvicina e mi chiede di andare a Central Park per fare una passeggiata tranquilla per rilassarci. Prendemmo l'autobus e ci fermammo proprio davanti l'entrata del parco. Mentre camminavamo il cielo iniziò ad ingrigirsi minacciando di piovere, così ad Anna venne la brillante idea di andare nel bosco per ripararci sotto gli alberi, vorrei che non lo avessimo mai fatto.

Mentre l'acqua iniziò a cadere giù io e Anna parlavamo di come sarebbe stata la vita dopo l'università, ma d'un tratto una fitta nebbia ci investì. Anna iniziò a correre e ad urlare, io tentai di andargli dietro ma inciampai e caddi sul suolo bagnato, mi rialzai di scatto, il mondo iniziò a girare e a diventare tutto nero, persi i sensi e mi accasciai sul suolo, con la pioggia che penetrava attraverso i vestiti, piano piano le mie palpebre si chiusero e non vidi più niente.

Non so che ore fossero, ma ricordo perfettamente che quando mi svegliai ero ancora sdraiata atterra nel bosco, la nebbia era svanita e sembrava che tutto si muovesse.
Piano piano mi rialzai e iniziai a urlare per trovare Anna ma nessuno mi rispondeva. Poco dopo il fruscio di foglie mi spaventò. Da dietro un cespuglio sbucò un cervo che quando mi vide rimase imbalsamato e poi scappò a gambe levate saltellando a destra e a sinistra per tutto il bosco.
Mi alzai definitivamente, la testa mi faceva un male cane, fortunatamente avevo con me le medicine.
Presi un antidolorifico e iniziai a camminare verso l'uscita del bosco, ma più camminavo più mi rendevo conto che qualcosa non andava, dovevo essere già al chiosco ma il bosco non finiva più, non riuscivo a scorgere l'uscita. Iniziai ad accelerare il passo, la notte stava calando e dovevo assolutamente tornare a casa. Nel panico presi il cellulare per chiamare Anna, ma quando frugai nella borsa il cellulare non c'era, al suo posto c'era un orologio antico molto particolare e non sapevo minimamente come fosse finito lì. Lo presi e iniziai e guardarlo per capire se fosse di Anna, ma più lo guardavo più capivo che non era della nostra epoca. Girai le lancette 1 ora avanti per capire se funzionasse, ma proprio in quel momento accadde qualcosa. Il cuore iniziò ad accelerarmi nel petto come se volesse uscire dalla gabbia toracica, la testa riprese a girare e mi dovetti accasciare nuovamente al suolo, non riuscivo a rimanere vigile, gli occhi divennero pesanti, si chiusero da soli e vidi nuovamente l'oscurità.

LA NEBBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora