Quando il treno si ferma sul binario quattro della stazione Milano Centrale Manuel prende un respiro per calmarsi.
"Okay, ci siamo" mormora mentre Giulia, con un sorriso stampato in faccia dall'inizio del viaggio, si alza e recupera la sua valigia
"Ha detto Lau che sono già qua, tempo che scendiamo dal treno e arrivo al binario" li avvisa la ragazza mentre già si dirige verso l'uscita dal vagone.
'Li' perché Alessandro, alla fine, li ha davvero accompagnati.
"Lei è davvero felice" afferma infatti il ragazzo alzandosi dal sedile
"Mo capisci perché nun potevo dire di no?"
"Perché il problema è proprio quello ve?".
Manuel si morde un labbro; sa perfettamente che il problema non è quello ma ha affrontato questa conversazione talmente tante volte, e con tante persone diverse, che la forza di rifare lo stesso discorso ad Alessandro non saprebbe da dove tirarla fuori.
"Ne parliamo dopo" conclude così il discorso, prendendo la valigia e scendendo dal treno.
Alessandro scuote la testa; conosce il maggiore da quasi dieci anni e, in tutto quel tempo, non l'hai mai visto parlare di nessuno come ogni volta che parlava di Simone. Gli occhi di Manuel brillano anche solo a pronunciare quel nome, nonostante cerchi di nasconderla inutilmente, e Alessandro aveva smesso sul porsi la domanda del perché un uomo, tanto bello e intelligente, non avesse più avuto qualcuno accanto da quando la figlia aveva cinque anni. Aveva poi capito che per l'uomo chiunque avesse avuto accanto dopo Simone era semplicemente un modo per distrarsi, per non pensare a cosa avesse perso anni prima e solo la nascita di Giulia l'aveva riportato sulla retta via, ma questa è una storia che non spetta a lui raccontare.
"Ho perso di vista tua figlia" afferma Alessandro quando scendono dal treno.
Manuel si guarda intorno, perché effettivamente perso nei suoi pensieri non aveva seguito con lo sguardo sua figlia, ma sorride quando la vede correre verso un'altra ragazza.
"Credo che abbia trovato Laura" intuisce il maggiore quando sua figlia abbandona la valigia e abbraccia l'altra ragazza.
Manuel scatta una foto del momento e quando alza lo sguardo dal telefono incrocia lo sguardo di Simone e... E un ragazzo?
'Da quando mia figlia me mente?' pensa, ricordandosi che Giulia non gli aveva accennato di nessun fidanzato del padre di Laura.
Dall'altra parte Simone, che aveva individuato Manuel appena sceso dal treno, fissa il ragazzo ch'è sceso con lui con gli occhi spalancati e un dolore che inizia a espandersi per tutto il petto.
'Quindi adesso non hai più paura' pensa mentre si avvicina a loro.
Sa che dovrebbe essere fiero di Manuel, davvero, ma pensare che adesso un altro ragazzo possa vivere alla luce del sole quello che avrebbe voluto vivere lui con il maggiore lo fa solo che soffrire.
I pensieri di entrambi però vengono interrotti dalle chiacchiere delle loro figlie, forse le uniche davvero felici di essere lì.
"E come ti avevo promesso..." inizia Giulia aprendo lo zaino e tirando fuori qualcosa di quadrato incartato con una carta rosa e una coccarda oro
"Ma non c'era bisogno dai" s'imbarazza Laura prendendo il regalo
"Oh e finiscila, è un regalo! Poi stasera ci divertiamo da pazzi okay? E mi devi presentare Francesco!" continua la ragazza mettendole un braccio attorno le spalle e iniziando a camminare insieme, allontanandosi a posta dai loro genitori "E come sorella maggiore è mio dovere farti dimenticare quel coglione" mormora guardandola male.
Laura la guarda "Come sorella minore è mio dovere ricordarti che sei te quella che sta sotto ad una"
"Allora stasera ci dimentichiamo entrambe della loro esistenza".
Manuel e Simone rimangono a guardarle mentre se ne vanno, per poi volgere ancora una volta lo sguardo all'altro.
"Manuel"
"Simone".
Il silenzio che s'impone per qualche secondo è così imbarazzante che Alessandro, dopo aver alzato gli occhi al cielo, allunga la mano verso i due ragazzi davanti a lui.
"Io sono Alessandro, è un piacere conoscervi".
Simone guarda quella mano, chiedendosi se debba stringerla con l'intento di spezzarla o far finta di niente, ma per sua fortuna ci pensa l'amico a toglierlo dall'imbarazzo.
"Io sono Enrico"
"Beh le presentazioni l'abbiamo fatte, mo annamo prima che quelle scappano" afferma Manuel, prendendo anche la valigia di Giulia abbandonata lì vicino, e cominciando a camminare verso l'uscita
"Per una volta sono d'accordo con lui" dice Simone, allontanandosi dagli altri due ragazzi per mettere quanta più distanza possibile tra lui e Alessandro.
Rimangono al binario, di conseguenza, solamente Enrico e Alessandro.
"Siete solo amici, vero?" afferma il primo volgendo lo sguardo al moro
"Purtroppo anche colleghi, pure voi ve?"
"Si".
Si guardano negli occhi ed entrambi mettono su un sorrisetto.
"Anche te sai tutta la storia?"
"Intendi di loro che si lasciano per la distanza e le figlie che non sanno un cazzo? Si".
Il biondo prende la valigia dell'altro "Facciamo comunque credere loro quello che vogliono?"
"Manuel m'ha trascinato qua solo per non rimanere da solo con lui, credo che se lo merita" afferma il moro seguendolo.
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All over again //Simuel
FanfictionQUESTA RACCOLTA DI OS È COLLEGATA ALLA SOCMED CHE TROVATE SUL MIO PROFILO TWITTER @sottonaswork Manuel e Simone non si vedono da più di venti anni dopo essersi lasciati per la "distanza". Adesso però le loro strade stanno per allinearsi ancora, serv...