NOVEMBRE

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Preferisco riassumervi l'evoluzione del rapporto tra me e Serena nell'arco temporale di quasi un mese. Prima di tutto, voglio sottolinearlo, non è stato affatto facile.

Aveva ragione mio padre quando diceva: "in casa non comanda l'uomo."

Serena credeva fosse meglio passare il tempo ha casa mia. Uscivamo spesso dopo quella sera, a volte mangiavamo fuori, facevamo dei picnic, visitavamo Roma, ma qualche pomeriggio lo passavamo a casa a parlare con un film in sottofondo.

Nulla di strano, vero?
Serena dormiva a casa mia la notte e la mattina andavamo a lavoro insieme. Saperla in casa, in un letto non troppo distante dal mio, era come avere la calza della befana nella propria stanza, una tentazione continua.

Ma ho scoperto una cosa sull'avvocato del diavolo, Serena era lenta a prepararsi. Una delle sue abitudini era fare la doccia bollente formando vapore in tutto bagno che piano piano si attaccava ai vetri e allo specchio.

Sul lavandino, per fortuna ampio, ero costretto a tenere il suo prezioso beauty case, e saponi che lei diceva servissero per struccarsi. Mentre nell'armadietto c'era il suo profumo e il suo deodorante. Di me in quel bagno era rimasto solo l'asciugamano.

«Sbrigati che devo piastrarmi i capelli!»

«Io non sono timido, puoi entrare anche adesso che sono in doccia se è così importante.»

«Facile parlare quando hai bisogno solo di un po' di gel per sistemare i capelli!»

Quando uscì dal bagno la vidi specchiarsi nel vetro del forno e mi piegai in due dalle risate soprattutto quando mi disse che se non avesse fatto in quel modo avrebbe fatto tardi perché ci stavo mettendo troppo.

«Se queste sono le basi di una futura convivenza, siamo veramente messi male» disse continuando a piastrare i capelli davanti al forno.

Mi sono chiesto molte volte se avesse convissuto con il suo ex, ma visto i brutti rapporti ho preferito evitare la domanda.

Sapete cos'altro è stato difficile?
Sopportarla a lavoro.
Sembrava volermi comandare a bacchetta e portarmi allo sfinimento. Credo facesse così anche prima perché è sempre stata pignola e provocatrice, ma non ero più solo un segretario.
Così come per me, lei non era solo l'avvocato penalista della scrivania a destra.

Una volta ho persino fatto una scenata di gelosia.
Ricordo che quella mattina Serena mi ribadì di comprare delle tende e di dare un tocco vissuto alla casa, quindi ero già un po' scocciato perché decise che saremmo dovuti andare al centro commerciale per comprare qualcosa.

Le prime ore della giornata passarono velocemente, io chiamavo i clienti per confermare gli appuntamenti della settimana, ordinavo le fatture del mese di ottobre, e iniziai a gestire dei fascicoli da archiviare quando un signore sulla quarantina in giacca e cravatta bussò alla porta.

«Ho un appuntamento per parlare con l'avvocato Volpe» si guardò l'orologio.

Sono sicuro che lo fece per mostrare a un misero segretario un orologio che, a parer suo, non potesse permettersi. Un rolex GMT a quattro zeri, e poteva tenerselo, perché avrei preferito di gran lunga un apple watch, molto più utile e funzionale, e soprattutto meno e inutilmente costoso.

Lo accompagnai alla scrivania di Serena dopo essermi preso i dati di accettazione.
Serena si alzò dalla sedia tendendo la mano. «Signor Fusco, buongiorno!» sfoggiò uno dei suoi bei sorrisi.

L'ultima nuvolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora