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Una finta fidanzata, a casa del suo finto fidanzato, in una notte che non mi lascia scampo avendo iniziato a piovere.

Questo è ciò che penso mentre il garage del condominio di Jackson si apre di fronte a noi e lui parcheggia al suo interno l'auto, aspettando poi che io scenda per chiamare l'ascensore, facendomi passare per prima.

"Alla fine la mia giacca non l'hai mollata."

Mi fa notare, rendendo impossibile per lui trattenere un sorriso che mi fa imbarazzare, sfilandomela subito dalle spalle, nonostante venga prontamente fermata da lui.

"Sto scherzando. Tienila che i corridoi sono freddi. Appena arriviamo in casa ti do qualcosa di più comodo da mettere. Quel vestito è bagnato e hai le gambe piene di pelle d'oca, almeno il sopra tienitelo protetto."

Si preoccupa per me, massaggiandomi le spalle, per poi farmi cenno di seguirlo, rendendomi conto solo in quel momento che, effettivamente, sto tremando. Le mie gambe nude lo stanno facendo e un gran freddo mi investe come uno schiaffo, mentre lui traffica gentile con la porta per non, immagino, svegliare i suoi.

"Il bagno è la porta centrale." Mi indica: "Dammi due minuti che ti recupero un cambio, intanto cerca di scaldarti come riesci."

Mi consiglia, camminando verso la camera, mentre io lo anticipo, poggiando i piedi nudi, che finalmente libero dai tacchi che me li hanno distrutti abbastanza, sul morbido tappeto del bagno, provando una liberazione e una leggerezza che aspettavo da ore.

Mi siedo sul bordo della vasca, guardandomi allo specchio e vedendomi stanca e con quel poco trucco colato: bello spettacolo che ho offerto al mio finto fidanzato, davvero complimenti, Sophia, top player, mvp della serata.

"Posso entrare o sei nuda?" Domanda Jacopo bussando alla porta: "Anzi, se sei nuda dimmelo che entro subito."

"Cretino." Rido: "Sono vestita, entra pure." Gli rispondo, tirando le gambe al petto per darmi calore.

Il ragazzo ricambia la mia risata, entrando e lasciandomi sul ripiano un cambio di suoi vestiti, spiegandomi come i pantaloni potrebbero sembrare larghi, essendo suoi, ma sono sufficientemente elastici per adattarsi ad una vita più stretta come la mia.
Mi lascia poi una maglietta, una felpa e persino delle calze avendo visto la situazione dei miei piedi doloranti.

Ancora mi chiedo (e ci chiediamo, immagino) perché tra la basta gamma di vestiti offerti da Huda io abbia deciso proprio un vestito corto e i tacchi.

Per una serata techno poi.

Ma imparerò mai a stare al mondo?

"Non so se mamma ha delle cose per struccarsi." Parla mentre cerca tra i vari cassetti, recuperando per miracolo uno struccante e del cotone: "Possono andare?"

"Possono andare."

Gli assicuro, sorridendogli.

"Grazie mille, Jack."

"Di nulla." Risponde sereno lui: "Ti aspetto in camera, hai visto dove rimane?"

Annuisco, ringraziandolo ancora, mentre sento il calore espandersi nel bagno grazie alla piccola stufa che ha acceso, così da non lasciarmi nel freddo notturno a cambiarmi.

Non appena il ragazzo esce dal bagno, mi cambio, togliendomi finalmente il vestito e aprendomi il reggiseno per stare comoda, indossando subito i suoi vestiti e sentendomi di colpo a casa, con abiti profumati e, soprattutto, comodi, di cui avevo decisamente bisogno.

Se mai dovessi uscire di nuovo con loro, mi appunterò di non mettermi mai un vestito, ma sempre qualcosa di comodo, perché questa non è vita, è sofferenza in attesa di tornare a casa.

Fake girlfriend (only for weed) || JxN [Jackson] (BNKR44)Where stories live. Discover now