|luna|

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Mi sveglio nel mio letto caldo. E' ancora presto, lo vedo dall'assenza di luce che non trapassa dalle piccole serrature delle tapparelle. Mi giro e non vedo il mio ragazzo di fianco a me, ma sono ancora troppo addormentata per cercare di capire dove possa essere andato. Non ho molta voglia di alzarmi, ma la curiosità di sapere dov'è finito Antonio prevale sulla mia stanchezza. Dormo poco, e lui lo sa, proprio per questo quando si alza presto mi lascia dormire tranquilla.

Mi siedo sul bordo del letto, iniziando a sentire un leggero mal di testa che me la fa iniziare a girare un po'. Mi sono alzata troppo velocemente. Mi capita spesso di sentirmi scombussolata quando mi siedo troppo velocemente. Aspetto di tornare a vedere normalmente e metto le mie pantofole, per dirigermi verso la cucina, stropicciando leggermente gli occhi, dovendomi adattare alla luce delle lampadine, essendo che fuori è totalmente nuvoloso, e quindi poco illuminato.

Lo trovo lì, ai fornelli, intento a preparare qualcosa da mangiare per entrambi. Si è svegliato da poco, non si è ancora cambiato, e ha i capelli ancora scompigliati. Appena mi vede mi rivolge un sorriso caldo e avvolgente per poi ritornare con lo sguardo sui fornelli.

<<Credevo che avresti dormito ancora per qualche ora.>>

Mi siedo al tavolo e metto i gomiti su di esso, per poi appoggiare la testa fra le mani, non sopportando il dolore alla testa, che andando avanti con i minuti stava peggiorando.

<<Tutto bene?>> mi chiede. Sento il suo tono leggermente preoccupato e all'inizio penso di mentirgli, di dirgli che sto bene, per non farlo preoccupare di più. Ma poi decido di non farlo, di dirgli la verità, di non nascondermi più dietro ad un "va tutto bene", perchè non è così.

<<Sono tanto stanca Anto.>>

<<E perché non sei rimasta a dormire ancora un po'?>> mi chiede con un tono misto fra il rimprovero e il preoccupato.

<<Perché non riesco a dormire nonostante sia distrutta.>>

Lo intravedo spegnere i fornelli e avvicinarsi a me, sedendosi sulla sedia affianco alla mia, mettendomi una mano sulla schiena, cominciando a farmi delle leggere carezze per provare a tranquillizzarmi.

<<Facciamo così, che ne dici se oggi spendiamo una giornata solo io e te, nessun altro. Possiamo fare quello che vuoi tu, quello che ti senti di fare.>>

Sorrido, nonostante il dolore lancinante che non mi permette di alzare la testa per guardarlo e ringraziarlo, anche solo con uno sguardo. Lui se ne accorge e lo vedo alzarsi e andare verso un'altra stanza. Dopo qualche secondo torna con in mano una bustina, per poi prendere un bicchiere e riempirlo con un goccio d'acqua, e poi ritorna da me.

Mi ritrovo sotto agli occhi un bicchiere d'acqua accompagnato da una bustina di tachipirina. Cavolo, ma perché non ci ho pensato prima?

A fatica riesco a togliere la testa dalle mani, per poi aprire la bustina e prenderla insieme all'acqua.

<<Mi dispiace, magari oggi volevi andare a fare un giro da qualche parte, e ti ritrovi a dover stare a casa perché non sto tanto bene.>>

<<Ma figurati Ni, la tua salute va prima di tutto. Oggi stiamo a casa e guardiamo un po' la tv, magari se dopo stai meglio, se te la senti andiamo a fare due passi, giusto per prendere una boccata d'aria.>>

Gli sorrido di nuovo, è inevitabile. Come farei io senza di lui? Come riuscirei ad affrontare i miei problemi più grandi e le mie paranoie? Chi si prenderebbe cura di me quando sto male? Esatto, lui. Sempre e solo lui.

Dopo un paio di minuti riesco a sentire un po' del mal di testa andare via, Antonio, sei santo.

<<Grazie per la tachipirina, non so perché non ci abbia pensato prima.>> dico ridendo leggermente, cercando di tirare un po' su il morale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06 ⏰

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