CAPITOLO 1

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Il movimento della mia matita seguiva un percorso circolare sul foglio ed in seguito la mia mano schizzava a destra poi a sinistra, l'inizio della stagione primaverile inebriava il mio corpo di sensazioni elettrizzanti.
Un solo raggio di sole, lasciato passare tra qualche foglia ed un ramo illuminava il mio disegno, o meglio quello che ancora era il suo scheletro senza nessuna traccia di colore. <<Non ti stanchi mai tu!>> alzai la testa un po' intontita a causa della posizione che avevano il mio collo e la mia schiena disegnando seduta su un prato in cortile vidi Blake con la solita t-shirt, aderente il giusto per far vedere gli addominali, accompagnata da un pantalone cargo che a parer mio era l'unica cosa che "salvava" il disastro delle sue scelte nel vestiario.
Si avvicinò a me con quella sua camminata "molleggiante" ed il sorriso che assieme ai suoi occhioni neri lo contraddistinguevano.
Strizzai gli occhi andando indietro con la testa poggiando le mani dietro la schiena sul prato fresco ed umido
<<Per cortesia sto cercando di godermi il sole nella speranza che mi tranquillizzi un po'>> Blake era oramai arrivato di fianco a me e con uno scatto si sedette al mio fianco <<Dio Amelia stai prendendo troppo seriamente questa storia del tirocinio>> disse dandomi una spallata che mi portò a cambiare posizione. <<La Wright la scorsa ora ha detto che ci avrebbe comunicato il luogo oggi stesso.
Sono così curiosa di sapere dove andremo, chi incontreremo...>>. << Quanto sarà difficile>> Blake sghignazzò un pò e nel mentre prese il mio blocco schizzi. <<Bello questo pappagallo>> tirai via il blocco schizzi lasciandolo a mani vuote. <<Non è un pappagallo idiota e scusa in che senso quanto sarà difficile?>> riprendendo il mio disegno alzandosi di scatto <<Come non è un pappagallo, scusa che cosa sarebbe altrimenti?>> la differenza di altezza tra me e lui era notevole nemmeno provai ad avvicinarmi e riprenderlo, risparmiai la fatica. << E' un canarino Blake>>. Blake sapeva di cosa stessi parlando, allora lo guardò meglio e sorrise <<Ora ha tutto senso...e dai Amelia conosco la storia ma non sono un esperto di volatili>> approfittando del momento di distrazione di Blake, incastrai la mia gamba sulla sua e lo scaraventai sul prato. <<Adesso parla mousse al cioccolato>> lasciando notare qualche smorfia di sforzo <<Il mio essere nero non ti autorizza ad attribuirmi nomi di ogni tipo di dessert al cioccolato esistente al mondo>>. <<Giuro che ti strozzo se non rispondi>> feci pressione sulle sue spalle nel tentativo di farmi rispondere. <<Beh dopo però mi rianimeresti?>> mi avvicinai al suo naso alzando la voce <<BLAKE!!!>> divincolandosi <<AH! Va bene squilibrata mollami!>> Blake si tirò su e con il suo fare narciso pulí i pantaloni e la maglia <<Ho incontrato Susanne prima e dopo qualche secondo dall'inizio della conversazione, mi ha detto che la professoressa tornando in aula le ha comunicato il reparto "destinazione" del tirocinio.>> il mio cuore saltò così fuori dal mio petto che il balzo stesso mi mise in piedi <<BLAKE ESCI FUORI IL NOME DI QUEL SANTISSIMO REPARTO.>> quasi gli saltai addosso <<PSICHIATRIA AMELIA...psichiatria>> un attimo di silenzio interruppe la mia evidente agitazione di qualche secondo prima. <<Non ti credo Blake>>. <<Amelia perché dovrei mentirti? Capisco che sembri un po' azzardato da parte loro farci iniziare in un reparto di portata così seria ma...>>. <<Ma l'esperienza si fa sul campo ragazzi>>. Riconobbi subito la voce, la Professoressa Wright era una delle eccellenza della nostra università. Una donna molto elegante, alta abbastanza in forma, il mogano dei suoi capelli che arrivavano alle orecchie sempre ornate con orecchini poco pendenti. Ci raggiunse con le mani dentro le tasche dei suoi pantaloni palazzo blu che contenevano una camicia in seta di qualche sottotono del blu dei pantaloni, la sua presenza fu accompagnata da una fragranza cipriata che entrava in perfetta armonia con l'ambiente circostante. <<Signorina Evans, cosa la preoccupa del reparto di psichiatria?>> Non ne avevo paura...cioè forse, in realtà non sapevo rispondere a quella domanda; Mi elettrizzava nel profondo sentire un senso di responsabilità nel lavoro, nel percorso di studio a cui tenevo tanto ma allo stesso tempo sapevo che la psichiatria sarebbe andata oltre a qualsiasi pensiero che potevo farci in merito. <<No professoressa, non mi preoccupa niente in merito.>> dissi ricomponendomi, sentì lo sguardo di Blake urlarmi contro "bugiarda". <<L'accesso al reparto di psichiatria è una vera e propria opportunità per voi, sarà il momento perfetto per approfondire il vostro studio e per concentrandovici a pieno>>. La professoressa per via della sua professionalità diede sempre l'aria di qualcuno un pò freddo e distaccato dalle dinamiche all'interno del posto di lavoro, in classe dava l'idea di un miniera d'oro per chi aveva fame di conoscenza, quello sbilancio però non arrivava mai soprattutto in quel momento, durante quella conversazione, mi diede l'impressione di qualcuno a cui in realtà non importava ciò che sentiva il paziente, delle sue paure delle sue preoccupazioni delle sue necessità e volontà...forse il mio sguardo divenne pensieroso <<Non ci metta troppo cuore Signorina Evans>> dedussi dopo quelle sue parole.
Sì, ecco forse era proprio quella la risposta, quella che non trovavo prima.
"Nessun condizionamento a livello affettivo, dovete completamente distaccarvi dal lato personale." Le parole di qualche lezione fa della Wright rimbombavano nella mia testa, "ecco perchè, ci stava preparando alla notizia."
Forse per questo la scelta del reparto mi preoccupò, salutammo la professoressa e di seguito ci salutammo anche io e Blake. <<Ti scrivo dopo bugiarda>>.
Non ascoltai Blake in realtà, il mio corpo seguiva movimenti quasi meccanici in quell'istante, una volta preso il ritmo per arrivare alla macchina la mia testa mi sbatte davanti la prima consapevolezza della giornata.

Riuscirò a far stare al suo posto il mio cuore?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08 ⏰

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