Capitolo 1

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20 Aprile 1512
Raffaello camminava tranquillamente tra le vie sporche di Roma. Teneva nella mano destra il suo quadernino di fogli e nella sinistra un mazzo di fiori composto da margherite e lillà. Nella calda capitale romana il sole giallo splendeva alto radioso è all'orizzonte non c'era neanche un nuvola. Era effettivamente una bella giornata. Il giovane Sanzio si era alzato di buon'ora e adesso si stava avviando presso il palazzo Sassi, dove risiedeva la famiglia Luti. Oggi avrebbe lavorato all' affresco: "il trionfo di Galatea"; nella villa romana del suo caro amico Agostino Chigi, che da qualche mese era tornato a Roma, insieme a una giovane veneziana di nome Francesca Ordeaschi di qui lui si era perdutamente innamorato; e insieme a lei aveva trascinato nella capitale anche un altro giovane. Un artista, che da quanto dicevano le cronache mondane, era diventato un'amico di penna, del suo caro nemico Michelangelo Buonarotti. Il nome di questo ragazzo era Sebastiano del piombo. Al giovane Raffaello di questa nuova alleanza tra il giovane veneziano e il vecchio fiorentino non interessava molto, lui non se ne preoccupava; aveva altri pensieri per la testa tra i quali la bellissima Margherita Luti; la giovane figlia del fornaio di Trastevere. Il pittore marchigiano giunse con gioia alla abitazione della ragazza e trovò lì padre, che era intento a sfornare una pagnotta. "Buon giorno maestro Sanzio D'Urbino, come posso esserle utile? Spero che quei fiori non siano per mia faglia?" "Buon giorno a lei e a famiglia, in verità si; la prego li prenda e glieli li ponga, e per favore mi dia un pezzo di quella meravigliosa pagnotta" Il vecchio fornaio lo guardo sorridendo, poi prese il pane appena sfornato e gli e la diede, però non prese i fiori che il pittore gli stava porgendo. Poi guardò Raffaello, che in tanto stava annusando con gioia il dolce profumo di pane fresco. L'artista lo guardò e gli disse: "voi messere siete un grande artista! Com'è possibile che in questo semplice pane si possa sentire anima del popolo romano?" Il signore Luti gli sorrise e poi lo saluto, augurandogli la buona giornata. Raffaello ancora intento ad assorbire il buon odore stava per andarsene, fino a quando non si girò, si picchiò la mano contro la fronte e gridò: " i fiori!" Cominciando cosi a correndo per tornare indietro a porglieli. Quando il fornaio lo rivide tornare a in gran velocità, gli venne da ridere e si disse in sottofondo: "oh l'Amore; bei tempi quando anche io andavo in giro con fior di prato e semplici boccioli da campo e allora sembrava che avessi in mano il mondo. Messere non correte, che poteste farvi male!".

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