Se, quest'amore, fosse il più proibito di tutti...Così proibito da portare due padri, migliori amici, a innamorarsi uno della rispettiva figlia dell'altro.
Steve Milton e Adel Ford, migliori amici fin dall'infanzia, hanno condiviso legami profondi...
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20 anni prima...
Steve Pov.
Io e Adel a diciotto mesi avevamo pisciato insieme per la prima volta nel vasino, a Boulder, in Colorado.
Io e Adel a cinque anni avevamo iniziato le scuole elementari insieme nella stessa classe sempre a Boulder, in Colorado.
A otto ci eravamo infatuati insieme della stessa ragazza che baciò prima me e poi lui e iniziammo una tenera storia d'amore in tre. Un disclaimer di quella che sarebbe stata la nostra vita.
A undici anni e sette giorni dall'inizio della scuole medie io e Adel siamo stati espulsi insieme per una settimana per aver rigato l'auto del preside.
A dodici anni io e Adel trascorremmo tutta l'estate nella fattoria di mio padre a lavorare come schiavi egizi per aver tagliato i freni dell'auto della nostra catechista.
A sedici anni io e Adel eravamo al terzo anno di liceo della Boulder High School mentre scappavamo dai padri di due ragazze che avevamo preso per il culo dopo essercele scopate.
Altro grande disclaimer della nostra vita.
A diciannove anni io e Adel stavamo morendo insieme.
«Steve...Steve.» rantolò con la voce graffiata. «Aiutami.»
«Non ti vedo, Adel. Non vedo un cazzo.»
«Quanto cazzo hai fumato? Cristo.» mi rimproverò.
«Adel, non lo so. Non lo so.»andai nel panico cercando di trovare l'equilibrio nel vicolo in cui ci eravamo appartati dopo la festa.
«Steve, non sto scherzando, chiama l'ambulanz...»
Il suo conato di vomito mi portò a vomitare ai suoi piedi.
«Figlio di puttana!» mi diede un pugno stanco nello stomaco. «Chiama l'ambulanza!»
«Adel, pensi di avere un cervello o ti sei bevuto pure quello? Grandissimo coglione, finirò in un collage pubblico quando verranno fatte le analisi in ospedale e tu a raccogliere merda alla Columbia.»
«Torniamo a casa, Steve. Ti prego.» mugolò nel panico.
«Ehi, respira. Anzi respiriam...» provai a rialzarmi da terra.
Vomitammo insieme, ancora e ancora. Tutto insieme, ragionavamo insieme, vomitavamo insieme, ed errore più grande di tutti: scopammo insieme.
«Adel..» biascicai dopo una sessione di vomitò che impregnò l'aria di quel vicolo di acido.
Eravamo accasciati a terra, con le spalle contro il muro in cui avevamo vomitato persino gli organi.
«Sì?» sibilò sofferente con la testa contro il muro e la fronte madida di sudore.
