Scappare per la verità

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Quel maledetto giorno iniziò come gli altri ma quando tornai a casa, dopo sei ore di scuola, trovai un poliziotto che parlava con mio padre. Appena mi videro i loro volti si incupirono. Ruppe il silenzio il poliziotto che disse "Lei è la signorina Margaret White?" Si quello è il mio nome ma mi limitai ad annuire; poi mio padre prese parola e disse "Vai in camera tua!" Non dissi niente e me ne andai. Lo sentivo urlare.Venne l'ora di andare a prendere il mio fratellino a scuola; mio padre si mise al volante e il poliziotto di fianco a lui; mi disse "Appena arriviamo, scendi vai a prendere Robin e lo porti qui. Ok?" Non avevo intenzione di parlarli dopo quello che mi aveva fatto quindi annui.Mi misi in un angolino e aspettai che Robin uscisse. Tutti mi fissavano. Quei occhi mi davano davvero fastidio solo una vocina riuscì a sollevarmi un po' il molare "Mag, cosa ci fai qui? Hey sorellina mi stai ascoltando?" Era quella di Robin e gli dissi "Papà ci aspetta in macchina, andiamo!" Ci incamminammo e poco prima di salire in macchina sentii il poliziotto dire "Margaret ha fatto quella denuncia per attirare la sua attenzione! Lei non è il tipo di uomo da picchiare la figlia..." Davvero?! Non mi credevano! Nessuno mi credeva! Lui mi picchia e se urlo quando lo fa non mi dà da mangiare! Con il viso ricoperto dalle prime lacrime dissi a Robin di dire che andavo a fare la spesa. Lui annuii ma lo sapeva che non era vero quindi aggiunse "Margaret stai attenta! Ti voglio bene!".Il cuore a pezzi, le lacrime mi bruciavano il viso; correvo senza sosta ma verso dove? Questo era il problema non avevo né amici né parenti da cui rifugiarmi!Mi ritrovai accasciata per terra in mezzo al prato. Avevo molta sete...poi mi resi conto dove ero! Nella via affianco c'era una fontanella. Mi alzai e iniziai a camminare; barcollavo e riaccorsi che ero in mezzo alla strada ma non c'era nessuno in giro. Due parole mi risuonavano nella testa: Nessuno e Acqua.Arrivai al parco e riuscì a bere due sorsi prima di accasciarmi di nuovo a terra.Il parco era molto grande e c'erano solo dei ragazzi dall'altra parte.Uno mi si avvicinò, mi tirò a se e disse "Perché vuoi morire? Perché vaghi da sola?" riuscì a pronunciare solo "Non ho nessuno..." che le mie forze se ne andarono.Non so per quanto tempo ero restata lì ma il cielo era scuro e... ma perché questo ragazzo non se né andato? Mi vede e dice "Ti sei svegliata finalmente!" io ancora un po' intontita chiedo "Perché?" lui ci pensa un po' prima di rispondere "So come ci si sente..." fa un respiro profondo e riprende "non avere nessuno, essere assetati e avere freddo ma sapere di non potere tornare indietro! Sono stato anch'io nella tua situazione, poi, ho trovato delle persone che mi vogliono bene, ma, non ho un posto mio, lavoro come un mulo per pagarmi da mangiare! Non fare il mio sbaglio!" non ci credo "Bugiardo! Tu vuoi che ritorni da lui! No, non voglio essere ancora picchiata! Una marea di volte non ho mangiato e sono ancora qui! Tu vuoi..." mi zittisce e dice "Non voglio che tu torni da lui, voglio che non fai i miei stessi sbagli fatti aiutare!" non ci posso credere! Davvero qualcuno voleva che, io, stessi bene! Con un filo di voce risposi "Sì, aiutami!" Lui mi fece un sorrisetto e dice "Allora passiamo alle presentazioni! Io sono Roy Collins! E te?" io ancora incerta sul da farsi risposi "Mi chiamo Margaret White, ho 15 anni.".Ci incamminammo verso dove abita Roy e li domando "Ma perché tu sei scappato di casa?" lui risponde "Come te mi picchiavano e nessuno mi credeva solo che io non ho trovato subito qualcuno che si prendesse cura di me! Sono quasi morto! Ci ripenso ogni giorno, gli incubi mi assillano! Ma è acqua passata, ora quelli che sono i miei genitori sono buonissimi con me! Ti troverai bene qui! Siamo arrivati!" vedo una piccola villettina accogliente. Quando escono i genitori di Roy, mi nascondono dietro di lui e li chiedono "Ma chi è questa ragazza? Ti sembra l'ora di rientrare?!" Io faccio un mezzo sorriso e mi invitano ad entrare. Mi accompagnano in salotto e loro tre vanno in cucina. Li sento parlare, Roy spiega tutto, poi il padre dice che posso restare per un po'. La madre di Roy, che si chiama Greta, mi chiede "Perché sei scappata?" quindi io decido di incominciare la mia storia dal inizio, da quando mio madre morì per salvarmi la vita e come mio mi accusa picchiandomi della sua morte. Pian piano inizia a farsi tardi e io inizio ad essere stanca. Quindi mi accompagnano in una stanza, che presumo sia quella di Roy, mi lavo, mi infilo sotto le coperte e mi addormento all'istante.Quella notte solo gli incubi mi accompagnano; Robin viene ucciso, io che vengo di nuovo picchiate e... fiamme su fiamme.Un piccolo sogno però lo faccio, sogno Roy, che mi chiede perché voglio morire, che non mi fa cadere per terra e aspetta tutto il pomeriggio che mi svegli.Io ancora non capisco il suo gesto; questi sono gesti di chi è innamorato, ma lui ha 4 anni in più di me! Davvero non lo capisco!Alla mattina mi aspettano dei vestiti puliti, li indosso; è un bellissimo verde speranza e delle ballerine nere. Quindi decidiamo di riandare dalla polizia. Non mi credono allora li faccio vedere tutti i segni sulla schiena, i polsi, le gambe, ma credono che me li sia fatti io apposta.Piango. È l'unica cosa che posso fare quando mi portano a casa, quando mi riportano dal mostro e lontano da mio salvatore.Dopo che i poliziotti se ne erano andati inizia a picchiarmi. Mi lega al letto, e non mi fa mangiare per 2 giorni. Solo pane e qualche briciola di pane. L' unica cosa che riesco a fare è piangere, tutta quell'acqua che mi è concessa di bere; le ferite sanguinano e bruciano. Forse me lo merito? Ho paura! Cos'altro posso fare? Non ne ho idea... Il 5° giorno torno a scuola e tutti credono che io sia pazza. È essere pazza volere scappare da un posto che odi? Le loro occhiate e le risatine mi soffocano. Piango. Non voglio tornare a casa, ma sono costretta. Adesso mi viene anche a prendere fuori da scuola.Passano le settimane prima che possa uscire per comprare da mangiare, ma lui è sempre lì fuori in macchina.Passano le settimane e continuo a pensare a lui.Giorno dopo giorno, passano gli anni; io ormai ho 17 anni, lui 21. Penso a quanto sia cresciuto, penso, se anche lui pensa a me. Chissà come è diventato quel ragazzo di 16 anni che mi ha salvato la vita. Sono riuscita a contattarlo e oggi lo dovrei vedere quando vado al supermercato e scappare, ecco la mia intenzione! Cinque anni a piangere. Lui non ha mai smesso di picchiarmi, devo scappare, ho paura che mi uccida! Sono di già le 14.30, quando arrivo al supermercato e vedo un ciuffo castano e due occhi smeraldo. Sono i suoi, quelli che mi hanno accompagnato tutte le notti da allora, quelli di Roy. Non riesco a trattenermi e li salto addosso. Mi stringe forte e mi tiene in piedi, visto che non ho molte forze per via di un altro castigo, mi dice "Sei stupenda! Ma sei dimagrita tanto..." respiro profondamente e cerco a trattenere le lacrime che iniziano a scendere e con la voce spezzata dico "Sì, infatti.". Non ce la faccio, lascio scendere le lacrime. In questi anni ho capito perché l'ha fatto lui voleva proteggermi, lui voleva proteggermi e lo vuole ancora adesso. Usciamo da una porta sul retro, prendiamo la sua macchina e scappiamo. Non so dove, ma finché c'è lui non mi interessa. Stiamo in macchina per circa 2 ore, prima di fermarci davanti a una casina dalla quale posso vedere il mare, è stupendo! Con le sue migliaia di gradazioni di blu. Chiedo a Roy dove siamo e lui mi risponde "È la mia casa! Spero che ti piaccia qui!". La casetta non è grandissima, ma è molto accogliente "C'è solo un piccolo problema... c'è solo un letto!" dico a Roy e lui mi risponde beffardo "Vorrà dire che dormirò nel letto con te!" io lo guardo male e dice "scherzo! Io dormo sul divano!".Chissà cosa starà facendo mio padre ora... sarà su tutte le furie! Rifletto se è corretto anche chiamarlo padre visto quello che mi ha fatto e la risposta è no! Una persona degna di quel nome non mi avrebbe mai picchiata. Anche Roy dice che non è corretto chiamarlo così!Una sera mentre mangiamo Roy mi confessa una cosa "Meg, sono stanco di nascondertelo te lo devo dire... Io conoscevo tua madre, era amica della mia. Lei ci ha chiesto di proteggerti da tuo padre nel caso lei fosse morta a causa della sua malattia...però è vero che io sono scappato di casa da piccolo." Cosa ho fatto per meritarmi questo? Quindi non è colpa del incidente se è morta, ma della sua malattia "Perché nessuno me lo ha detto?! Perché non me lo hai detto?! Ti odio per questo!".Non voglio sapere la risposta, quindi esco di corsa e vado verso il mare. La mia intenzione? Affogarmi! La mia vita non mi ha mai dato niente. Mai una tregua. Questa non si può chiamare vita!Arrivata in spiaggia mi spoglio. A piccoli passi entro nell'acqua gelida di Gennaio, mi lascio trasportare dalle onde. Chiudo gli occhi e ripenso alla mia misera vita. L'unica cosa che mi dispiace è non aver detto addio a mio fratello, l'unica persona a cui ho voluto bene davvero. La mia vita mi scorre davanti agli occhi, mentre una voce mi dice di fermarmi, ma io non l'ascolto. Poi il nero.Al mio risveglio mi ritrovo in camera di Roy. Mi alzo di scatto, ma mi procura molti dolori, grido. Non m'ero accorta che in fondo al letto c'è una persona seduta con le mani nei capelli, alza lo sguardo e inizia a fissarmi. Si vede che ha pianto per molto, ha gli occhi rossi, gonfi e due grosse occhiaie. È Roy. Ancora una volta, con un filo di voce, li chiedo il perché! Lui risponde immediatamente, senza pensarci un attimo "Perché?! E me lo chiedi anche?! Ti ho salvato la vita due volte, avevo un motivo! Oltre per quello di tua madre! Io ti amo!Ho pensato a te da quando ti ho visto per la prima volta! Possibile che non lo avevi capito?! Io non ti lascerò mai andare! Io ti voglio!"A quelle parole il mio corpo si mosse da solo e portò le mie labbra contro le sue. Erano così carnose e calde. Quando lui si tirò indietro, cercai di portarmi in avanti, ma il dolore era troppo forte. Anche questa volta ero assetata, non più d'acqua ma di lui.

Spero vi sia piaciuto!

fede

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