Ivan
Ho dovuto trasferirmi più di nove volte per il lavoro di mia madre. E questa sarebbe stata la decima.
«Non puoi semplicemente chiedere di stare qui?!» lei non sembrava turbata dalla mia situazione sociale. «non puoi semplicemente stare nel Texas? Dobbiamo davvero andare a New York?!»
Ma lei scosse semplicemente la testa avvicinandosi con passo leggero. «Tesoro lo sai quanto è importante per la mamma fare questi viaggi...Non possiamo stare qui per sempre!» lei sorrise, ma non ricambiai «Lo sai che ti voglio bene...Ti prego accettalo...il volo è tra tre giorni, voglio che ti vada a preparare! Adesso...» aggiunse con voce dolce a mo' di scusa.
Rilasciai un sospiro stanco voltando le spalle a mia madre.
Certo...il suo lavoro da modella è più importante del proprio figlio immagino.
«Posso andare da Belle almeno? Posso andare a salutare i miei amici per la decima volta in sei anni?» speravo si sentisse in colpa, per tutto, per avermi portato via da mio padre. Per avermi allontanato dalle persone con cui sono cresciuto. Per farmi lasciare indietro un'altra vita, per andare chissà dove, dove noi e il nostro cognome era famoso. Proprio ora che cominciavo a sentirmi a casa...
Non aspettai la sua risposta e scesi in fretta le scale della villa.
Poco dopo eccomi rifiutare la proposta di Bill per farmi accompagnare. «Davvero...non ho bisogno di...di un bodyguard!» era già abbastanza difficile sapere che dovevo andare via, senza che lo staff si mettesse troppo in mezzo. «Bill mia madre dovrebbe provare un minimo di empatia! Se mi succederà qualcosa - molto improbabile - al massimo farà finta di piangere, quindi non preoccuparti troppo, verrai pagato lo stesso.»***
«Hey Ivan! Che ti porta qui?» Belle mi abbracciò come sempre, sorridente come non mai. «Gli altri sono dentro! Vieni pure...ehi? C'è qualcosa che non va?» il suo sorriso si spense notando il mio sconforto. «Hai litigato di nuovo con tua madre?» io annuii sentendo una forte stretta allo stomaco. «Io...ti spiego dopo, insieme agli altri...» si fece da parte lasciandomi entrare, guardandomi con un misto di curiosità e disagio. «È...è grave?» non risposi e mi avviai verso il soggiorno di casa sua, ancora teso.
Sorrisi debolmente alla vista dei miei amici che litigavano per il posto sul divano, sospirai e mi unii alla mischia. Tutto era come sempre. Jess che rideva per qualsiasi cosa, Leo che mangiava come un pazzo e Belle che cercava di non farsi distruggere casa.
Ero tranquillo. Se quelli erano i tre giorni che mi erano stati concessi non era poi così male.
Avevo appena finito di ridere che Belle si sedette e mi guardò seria. «Prima...eri arrabbiato, cosa è successo?» Leo e Jess si zittirono, guardando nella mia direzione con fare sospetto. «Hai litigato con Mandy, vero?» Dio quanto avrei voluto picchiare Jess, odiavo il primo nome di mia madre. «Beh...in realtà non ci potevo fare nulla, non ci posso fare nulla» nessuno parlò. Mi guardavano tutti e tre tesi, come se stessi per dire che avevo qualche malattia incurabile. «Non è così grave ma...» i salì un nodo alla gola, provai a deglutire, ma non ci riuscii.
La cosa più brutta era immaginarseli di lì a una settimana, in quello stesso salotto, a ridere senza di lui. Magari anche di lui.
«Ecco, voi sapete del lavoro di mia madre?» «E che altro lavoro potrebbe fare una donna sexy come lei?» sorrisi un pò all'affermazione di Jess, lei sì che era una fan di mia madre. «Per...Per il suo lavoro insomma lei, cioè noi...Noi dobbiamo andarcene.» lo pronunciai velocemente, per non doverlo sentire davvero. Affermare che era reale. Si guardarono confusi, poi Leo rise. «Si certo...E dove è che vai? Parigi? Chicago? Hollywood?» anche Jess scoppiò in una risatina supplementare. Ed il nodo si fece più pesante. «Sono serio Leo, me ne vado tra tre giorni.» mi morsi la lingua «E se ti interessa andiamo a New York» Leo e Belle scattarono in piedi. «Quella bastarda! Come può farti questo? Lo sa che ti ha già preso l'infanzia! E ora vuole giocare anche con la tua adolescenza?!» «Ribellati! Scappa di casa! Posso offrirti un posto io! Davvero...Piaci tanto a mia mamma...» Aggiunse Belle, con fare speranzoso, camminando in tondo. «Davvero vi interessa? Cioè...Non è la prima volta che succede sapete...» Leo era tutta una furia, Jess si rivoltò contro la sua stessa idola e Belle la insultava in qualsiasi modo possibile. E vederli così... Mi fece sorridere. Pensare che ci tenevano davvero a me. Che non ero solo il figlio di una super modella famosa in tutta l'America. Questo mi dimostrava che valevo come persona.
E stavo bene.voilà, prologo finalmente!
Scusate se è un pò corto, era comunque solo un'introduzione, i veri propri capitoli saranno più lunghi.
Spero vi sia piaciuto!
Al prossimo capitolo.— #kxylaq