La lettera

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Un altro giorno come tanti, quando finirà questo dannato strazio? Come ogni mattina mi sveglio rischiando di lanciare il telefono per aria, visto che la suoneria del mio iPhone è sempre la solita, ovvero il radar, sono le 8:15.. Alzandomi dal letto ancora stordita e camminando come uno zombie vado a sbattere il piede contro il mobile accanto alla porta, mi parte l'imprecazione di tutti i santi che riesco a nominare nella testa, ma non posso bestemmiare di prima mattina in casa dei miei, beh.. Più che dei miei di mia mamma, visto che mio padre non c'è per la maggior parte del tempo, anche se ho rischiato di urlare mi sono limitata "Cazzo! Merda! Porca di quella Mado..!" prendo un gran respiro e cerco di calmarmi.. Arrivo in bagno e mi guardo allo specchio; ed eccomi qua, tutta spettinata e col mio splendido pigiama di Stitch. Ciao io sono Angel Smith, e questa sarà una semplice storia della mia vita e su come la posta di oggi renderà la mia esistenza totalmente diversa da com'è ora.. Dopo essermi fatta la skincare ed essermi truccata, mi sono andata a cambiare e ho messo un vestitino stretto color marroncino moca, un giubbetto in jeans bianco e una borsetta di Fendi, regalatami palesemente dalla mia migliore amica Elisabeth, come al mio solito non sto mai senza i miei amati accessori, orecchini a cerchio di Luis Vuitton, la catenina col ciondolo dorata che non tolgo mai, e i miei due anelli. Scendendo a far colazione, con le mie ciabattine rosa, sono passata davanti alla porta d'ingresso e ho raccolto le lettere e i vari fogli da terra che il postino aveva appena fatto cadere dalla buca delle lettere. Poco menefreghista come sono, ho lasciato le varie buste sul bancone della cucina e mi sono diretta verso il frigo, sento i passi di mio padre rientrato dalla porta sul retro dopo una bella corsetta. "Buongiorno principessa, ma come siamo belle" come se avessi 4 anni.. "Papà non ho più 4 anni e per la cronaca, io sono sempre bella" con faccia esuberante e in tono ironico mi dice "Ok, ma sarai sempre la mia piccolina" io con faccia schifata gli rispondo "Cringe ora puoi smetterla" in tutto ciò se la rideva sotto i baffi; mentre cercavo di bere il mio caffè in santa pace mi rivolge di nuovo la parola "C'è una lettera a tuo nome" io che ho paura per il fatto che possa essere una qualche lettera d'amore di un caso umano, rimango in silenzio "Credo sia di una scuola, c'è scritto Pacific States University" non appena sento nominare la scuola parto come un missile e arrivo dal tavolo da pranzo a mio padre in mezzo secondo.. Eccitata e preoccupata del contenuto rimango li ferma, con gli occhi spalancati a fissare la busta che tengo salda nelle mani.. Mio padre che, non so per quale motivo, rimane li a guardarmi confuso, "Hai intenzione di aprirla o vuoi fissarla sperando che non prenda fuoco?" non posso aprirla senza mia madre.. "chiamo mamma." ho un buco allo stomaco e non riesco a mangiare quando sono in ansia per qualcosa.. Appena mi decido ad aprirla la chiamo, stava fuori in giardino a sistemare la sua pianta di rose, quando non lavora in ospedale si dedica al giardinaggio e a me; "Mammaa! Vieni! È importane!" mia madre, Diana, cerca di sbrigarsi e ci raggiunge in cucina togliendosi i guanti, posso dire che sono orgogliosa di essere quasi una sua copia, capelli lunghi e neri, fisico perfetto, occhi con lo sguardo perforante e soprattutto la sua voglia di fare, e ammetto anche la sua testardaggine.. "Che cos'è" mi chiede curiosa, "è la lettera del college di Los Angeles che aspettavo" mia madre, più eccitata di me e allo stesso tempo preoccupata mi dice di aprirla subito quando, comincia a squillare il telefono di mio padre e lo hanno appena chiamato dal lavoro, "Scusatemi ma devo rispondere, è importante" io e mia madre ci scambiamo uno sguardo di disapprovazione mentre ascoltiamo mio padre in sottofondo.. " Adesso?.. Ok ok.. Mi faccio una doccia e arrivo.." chiude la telefonata e non li do il tempo di piegare che li dico di andare, "è importante.. Vai" lo guardo cercando di non far notare il fatto che mi sentissi messa dopo il suo lavoro del cazzo.. "Devo andare.. Mi dispiace Ge.." andandosene dalla stanza mi dice di dirli cosa c'è scritto nella lettera quando tornerà.. "Tranquilla tesoro." mi rassicura mia mamma accarezzandomi la spalla.

"Dai apri." prendo un respiro profondo e la apro con cautela.. Non so cos aspettarmi ma spero che sia qualcosa di positivo, visto che dopo la morte di mia nonna non avevo voglia di avere nulla a che fare con le persone, speravo di riuscire a mantenere la promessa che gli avevo fatto, ovvero di non smettere di essere me stessa e di seguire l'obiettivo di andare in una delle migliori scuole di L.A.

𝐎𝐩𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐜𝐭 ❤︎︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora