Capitolo uno

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Hermione Granger era in biblioteca. Sicuramente il tempo trascorso lì dentro aveva finito per caratterizzare la sua esistenza a Hogwarts durante tutto il periodo da studentessa dell'ottavo anno. Posizionata al suo tavolo preferito, con libri, pergamene e altre stranezze assortite sparse sulla superficie, Hermione si ritrovò a completare un saggio di pozioni, nel tentativo di evitare di rimanere indietro nel suo lavoro.

Il che ovviamente, secondo i suoi standard, significava non essere di un'intera settimana in anticipo rispetto alle scadenze assegnate.

Diede un'occhiata ai suoi bellissimi compiti codificati a colori e al programma di revisione dei MAGO, provando una fitta di ansia. Avrebbe dovuto completare questo saggio la sera prima.

Ora che era gennaio inoltrato e quasi la metà dell'anno era passata, Hermione trovava difficile concentrarsi su molto altro oltre ai compiti di scuola.

Anche se tecnicamente era solo il suo settimo anno a Hogwarts, ma dato che aveva saltato il suo vero settimo anno, Hermione era stata classificata come studentessa dell'ottavo anno insieme alle altre che erano tornate. In totale ce n'erano circa una dozzina.

Molti dei suoi ex compagni di classe avevano invece scelto di perseguire varie forme di impiego, inclusi Harry e Ron, già profondamente radicati nella loro formazione da Auror, avendo ottenuto un'eccezione ai requisiti del MAGO.

Ma Hermione non era mais tata particolarmente interessata a diventare un Auror. Il futuro che lei immaginava era nel Dipartimento per la regolazione e il Controllo delle Creature Magiche. Il dipartimento aveva un estremo bisogno di modernizzare le pratiche burocratiche e Hermione sentiva di essere perfetta per quel lavoro. O lo sarebbe stata, una volta completato l'anno scolastico.

Sebbene avesse sempre amato Hogwarts, si sentiva a disagio dal suo ritorno a settembre. Le era sembrato strano andare a lezione e mangiare in Sala Grande senza Harry e Ron vicino. Alcuni dei suoi amici erano tornati, ad esempio Ginny e Neville, ma non era comunque lo stesso.

All'inizio dell'anno si inviavano regolarmente gufi avanti e indietro, ma ad ottobre la posta aveva cominciato a diminuire, finché le poche lettere che riceveva non si erano ridotte a quattro righe artificiose e affrettate.

Detto questo, le cose tra lei e Ron erano diventate imbarazzanti da quando avevano deciso di rimanere amici, dopo tre settimane brevi e scomode in cui avevano tentato di essere di più. Si era scoperto che le circostanze della fuga avevano esagerato tutto ciò che poteva essere esistito tra loro. Quella fiamma tremolante era stata spenta con efficienza una volta che le cose erano tornate alla normalità.

Era inquietante ricordare le cose accadute in quelle sale solo pochi mesi prima. Il modo in cui Hogwarts era stata sotto il controllo dei Mangiamorte e il ricordo di Albus Silente morto nel cortile della scuola.

Almeno tornare a Hogwarts era stata una distrazione. Dopo la fine della guerra, Hermione era stata informata da numerosi guaritori della mente che avrebbe potuto causare danni permanenti se avesse tentato di invertire l'incantesimo di memoria che aveva lanciato sui suoi genitori.

Sembrava che sarebbero rimasti per sempre nella loro esistenza alternativa in Australia. Era stata una pillola amara da ingoiare per Hermione, che si era aggrappata anche al più piccolo barlume di speranza di poterli riportare a casa.

In seguito a quella rivelazione, la permanenza a Londra era diventata un ricordo soffocante e doloroso.

Aveva deciso di non restare alla Tana, e mentre Harry era stato entusiasta che Hermione rimanesse a Grimmauld Place, dopo poco tempo, si era sentita come un perenne terzo incomodo tra lui e Ginny, che sembrava essere lì il più delle volte.

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