-Astra-
La creatura si fiondò sotto le coperte del mio letto, come se già sapesse dove fosse. Le coperte tremavano, coprendo la creatura completamente, si notava solo un innalzamento. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei…o lui…o qualsiasi sesso sia. Comunque, le tolsi le coperte da dosso, guardandola con occhi che non trasmettevano altro che serietà.
-Cosa sei? - chiesi, uno sguardo serio rimase sul mio viso, guardando la creatura mentre aspettai una risposta, che arrivò. Solo che non nella mia lingua, o qualsiasi lingua umana.. . .
Passai il resto della giornata a decifrare il linguaggio di Solarius, il suo nome. Feci annullare le mie lezioni di violino per continuare la mia ricerca, il mio maestro fu sorpreso ma non obiettò. Io e Solarius ci esercitammo a comprenderci l'un l'altro, facendogli mostrare degli oggetti per poi annotarmi tutto su un diario, che usavo solo per annotare creature mai viste prima, o che erano ‘non comuni’ al genere umano. Venni interrotto dalla porta della mia stanza aprirsi, mi dimenticai di chiuderla a chiave. Mi aspettavo fosse mia sorella o mia madre, ma non mio padre…lui non entrava mai nella mia stanza. Si avvicinò, notando Solarius sul mio letto, mentre si mangiava uno dei disegni che avevo fatto. Che imbarazzo.
-Cos'è questa…cosa?- mio padre scrutò la creatura dalla testa ai piedi, i suoi occhi facevano spaventare Solarius…mi alzai e la presi tra le mie braccia, che lei subito nascose il suo viso nel mio petto, tremando come una foglia.
-L’ho adottato oggi, il suo nome è Solarius. E resterà qui, proprio come per le rose nere e le mie lezioni di violino.- gli rivolsi uno sguardo pieno di odio e disprezzo, cosa che non lo smosse per niente. Mi guardò per qualche minuto in silenzio, per poi alzare la mano e tirarmi uno schiaffo. Abitudine. Mi guardò un'ultima volta per poi andarsene e lasciandomi lì, fermo con la guancia diventata rossa per lo schiaffo. Solarius mi guardò preoccupata, facendo dei versi nella sua lingua.
-Non preoccuparti. È normale per lui. - mi sedetti nuovamente sul letto, tenendola tra le mie braccia. Lei mi strinse forte, come per farmi stare meglio. Poverina. Le accarezzai la testa, cercando di essere delicato, cosa che lei apprezzò molto. Strano. Molto strano.. . .
I giorni passarono, e Solarius diventò un…’animale’ domestico. Stelle non smetteva di farle le coccole, mia madre la portava con sé a fare la spesa, mentre mio fratello…beh, la lasciava stare vicina a lui.
Una notte, mentre dormii con Solarius tra le mie braccia, sentii un rumore, un pianto. Aprii i miei occhi in uno scatto, pronto ad attaccare. Notai una figura incappucciata che trascinava Solarius in un sacco. Lanciai un coltello, che tenevo sempre nel cassetto del mio comodino, e lo bloccai il mantello al muro. Mi alzai, usando la mia magia per tenere il ladro fermo e andai a liberare la mia ‘amica’, se la posso considerare tale. Lei si nascose dietro di me, tremando come faceva all'inizio. La figura incappucciata cercò di liberarsi, mi avvicinai e gli tolsi il cappuccio, rivelando la sua identità.
Un'altra creatura mai vista prima. Cosa sono, una specie di calamita? Prima che potessi chiedergli chi fosse e che ci faceva in camera mia, sentii un forte colpo alla testa, facendomi svenire. Poi tutto fu nero.
To be continued...