Capitolo 1 Dieci anni dopo

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Dieci anni dopo

Nella taverna del villaggio, dove la vivace musica dei bardi compensava la qualità economica degli arredi interni, Draica sedeva sola ad un tavolo con un boccale di birra in mano.
A ritmo della musica picchiettò il dito sul legno sbiadito del tavolo, osservando in modo distratto le cameriere della sala correre da una parte all'altra per servire da bere il più velocemente possibile.

Le venne quasi da ridere ripensando a quado, anni fa nel suo villaggio, aveva dichiarato che non sarebbe mai entrata in una taverna piena di gente ubriaca, donne facili e scommettitori incalliti; ma viaggiando per dieci anni con Sebille aveva imparato a vedere il bello e il brutto per la maggior parte delle cose. In particolare, la taverna dove sedeva in quel momento, era semplice e tranquilla, con solo qualche imprecazione dal classico gruppo di amici alle prese con un innocente gioco di carte, e i pavimenti e boccali non lucidati alla perfezione.

Ma andava bene così; molte volte Sebille le aveva proposto di soggiornare in una taverna più lussuriosa e raffinata, ma se c'era una cosa che Draica non poteva sopportare era l'idea di essere circondata da nobili spocchiosi e arroganti. Tutta gente dal fondo schiena pesante e le tasche piene; troppo impegnati a pensare che tipo di scarpe abbinare con i pantaloni per potersi occupare della protezione, o il semplice aiuto, dei villaggi contadini.

Draica scosse la testa, non volendo a ripensare a tutta la fatica degli abitanti del suo villaggio, negli anni, solo per ricevere il compensa necessario per tirare avanti; di colpo buttò giù la sua birra, lasciando che il fresco aroma ambrato rinfrescasse la sua gola assetata.

Finché...

"Draaaica." L'impertinente voce di Sebille subentrò nelle sue orecchiecome una campana che annunciava la fine della quiete.
La donna in questione si avvicinò al suo tavolo, avvinghiata al braccio di un uomo di Stirpe Umana dagli abiti raffinati, inusuale per il tipo di taverna in cui si trovavano, un ghigno fastidiosamente penetrante con la risata facile.

"Cosa c'è Sebille?" Domandò Draica mettendo da parte la birra con occhi annoiati.

"Io e questo signore vogliamo approfondire la nostra conoscenza. Se mi cerchi sono alla camera due ok?" Disse Sebille, finendo la frase con una risatina ammiccante.

"Bene...divertiti."

L'uomo accompagnato da Sebille ridacchiò in modo sommesso; probabilmente la vampira doveva averlo fatto ubriacare prima di condurlo li, ma ciò non gli impedì di stringere la vita della donna dai capelli corvino e di tirarla a se. "La tua schiava potrebbe unirsi a noi. Non ho mai assaporato la Stirpe Demoniaca ah ah ah."

In tutta risposta lo sguardo giocoso di Sebille mutò in freddezza e, in modo velato, iniziò a stringere dolorosamente il braccio dell'uomo.

"Lei non è una schiava."

"Ai! Okay okay scusa tesoro. Ho visto il segno sul suo volto e ho pensato..."

"Cerchiamo invece di affrettarci verso la camera, prima che mi scenda la voglia." Sebille, con molto più fastidio rispetto a quando fosse arrivata, trascinò al piano di sopra l'uomo lasciando nuovamente Draica alla sua ambita pace.

Quel povero stolto non avrebbe di certo passato la notte che si sarebbe aspettato; in compenso Sebille si sarebbe fatta una bella bevuta del suo sangue. Così facendo, almeno, sarebbe rimasta buona fino al giorno seguente.

Draica aveva subito riconosciuto l'improvviso cambio d'umore della sua padrona. Infondo Sebille era diventata protettiva nei suoi confronti.

Aveva sempre avuto, specialmente negli anni passati, molta cura di lei trattandola più come un cucciolo da proteggere, piuttosto che  una schiava da comandare a bacchetta; alla fine, il loro rapporto sembrava essere diventato più simile all'esasperata sorella più grande, che doveva star dietro all'infantile sorellina piccola.

Le lacrime di LuastraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora