Capitolo 1

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Ritornare in California dopo 3 mesi di vacanze estive da casa dei miei genitori in Colorado, è come tornare a respirare a pieni polmoni. Continuare a tenere ogni giorno la maschera da brava ragazza e figlia perfetta era stancante ma mi riusciva piuttosto bene visto che ormai erano anni che andavo avanti così. La scuola, infatti, per me non è mai stata un problema, ho sempre portato ottimi voti e questo perché ero capace di apprendere abbastanza in fretta senza spenderci dietro troppo tempo come facevano i miei compagni. 

Finii il liceo con l'unico obiettivo di lasciare il Colorado e andarmene a studiare fuori. Vivere attorno ai miei genitori, bigotti e soffocanti, è stato un incubo e per quei 4 anni di scuola mentii più e più volte pur di passare un fine settimana alternativo da quello a cui loro erano abituati. Il mio piano, quindi, si può dire che durò per tutti gli anni del liceo fino all'ottenimento della borsa di studio alla UCLA in California. I miei genitori erano fieri di me, certi che avrebbero avuto una figlia medico - non che il corso non mi piacesse, anzi -, mentre io facevo i salti di gioia perché sapevo che ben presto, me ne sarei andata da casa loro e avrei iniziato ad avere la mia privacy e indipendenza. 

C'erano tante cose che nascondevo ai miei genitori e tra queste c'era il fatto che avessi fatto sesso a 16 anni a una festa, ero scappata da casa a notte fonda per andarci e, nonostante fosse stata la mia prima volta con un ragazzino della mia stessa scuola, iniziai a sviluppare una vera e propria ossessione per il sesso; ad accentuare il tutto è stato sicuramente il fatto che agli occhi dei miei genitori era una cosa che non dovevo assolutamente fare, vedere e tantomeno pensare, secondo loro dovevo arrivare al giorno del mio matrimonio vergine e ignorante in materia. All'età di quasi 20 anni i miei genitori erano ancora convinti che io fossi "pura" e "casta". Tutto questo non fece altro che accrescere in me la curiosità e la voglia di spingermi oltre perdendo la verginità così presto. 

Durante il primo anno di Università, nel primo semestre, stilai una lista di persone con cui avrei voluto farci sesso nel corso dei 4 anni di permanenza alla UCLA e così, pian piano, iniziai a spuntare, casella dopo casella, tutti quei nomi che avevano catturato la mia attenzione. Ovviamente mettevo in chiaro che non volevo niente di romantico ma solo una scappatella, mi è sempre andato tutto molto bene e quando qualcuno non voleva lo cancellavo. Accanto a ogni nome lasciavo sempre un voto, da 1 a 5 e se questo superava il 3, allora, li ricontattavo più volte per avere, occasionalmente, altri rapporti.

Oltre a questa lista, avevo anche un profilo Twitter privato con lo pseudonimo di "Lilith" - che per chi non la conoscesse, era la prima donna, dea indipendente, capace, mai serva o schiava, associata negativamente alla lussuria, adulterio e stregoneria -, dove postavo foto e video espliciti che facevo per sfogare la noia quando stavo da sola e ricevere apprezzamenti da chi reputava belli e di intrattenimento i miei contenuti. Ovviamente il mio viso rimaneva sempre coperto, o comunque non lo mostravo mai, e in poco tempo, il mio profilo divenne "famoso", arrivando a raggiungere, già solo nel primo semestre del primo anno universitario, 5.000 followers. Dopo un anno, arrivai a 15.000. Nel corso dei mesi mi ero comprata, con i miei soldi, vari giochi che nascondevo gelosamente in una scatola che, quando dovevo stare via, rinchiudevo dentro una piccola cassaforte in modo tale che nessuno potesse trovarla. 

Mi piaceva creare quei contenuti, addentrarmi nel mondo del sesso.

Dopo 3 mesi, finalmente, potevo tornare a fare quello che mi apparteneva di più, quello per cui avevo lavorato tanto. Trascinai le mie due valigie enormi dentro la mia stanza - che fortunatamente non condividevo con nessuno - e mi chiusi la porta a chiave. La camera era da ri-arredare, e subito mi misi alla ricerca della piccola cassaforte che avevo nascosto dentro l'armadio sotto uno scompartimento a molla, e infatti, eccola lì, nera opaca, misi il codice e quando lo sportellino si aprì, vidi la scatola rossa con tutti i miei giochi. Mi presi qualche ora per rimettere la camera apposto e più si avvicinava la fine, più sentivo già la necessità di creare contenuti per il mio profilo Twitter. 

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