CAP.6: OMNIA AGAM UT FELIX SIS

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                                                                                                "Omnia agam ut felix sis"

CALLIOPE'S POV:
"Hahaha sei così sciocca, non riesci nemmeno a prendere la sufficienza in grammatica!" "Come pensi di riuscire a superare la terza media Calliope? Con le mappe?" Risate, risate, risate. Tutto intorno a me era un ghigno continuo. Non avevo mai considerato il mio DSA un problema, ma quelle persone me lo facevano pesare ogni giorno, ad ogni ora, in ogni materia: "Hai bisogno della calcolatrice? Ma sai fare almeno due più due?"  E ancora risate. Basta, pensavo, basta. Non parlerò più, non farò più niente. Voglio solo essere accettata.

"Basta" Mi svegliai di soprassalto e mi misi a sedere sul letto. La luce penetrava dai balconi di legno. Guardai il telefono, le otto e un quarto. Dovevo alzarmi e preparare il borsone, mio papà mi avrebbe riportata a casa quel pomeriggio. Scesi dal letto e andai verso la cucina, subito un odore di brioche calde mi avvolse: "Buongiorno tesoro. Dormito bene? Ho preso i cornetti!" Sorrisi, era domenica e quel giorno era sempre stato destinato alla colazione dolce. Mi sedetti sul tavolo e tirai fuori dal sacchetto di carta la mi treccia all'uva passa e noci pecan. L'addentai, era ancora calda e la marmellata mi coccolò il palato: "Cally pensavo di riportarti a casa subito dopo pranzo...so che dovresti rimanere da me fino a tardo pomeriggio...è un problema?" Scossi la testa, avrei avuto più tempo per studiare: "Dove vai?" domandai sorseggiando il cappuccino: "Ehm...niente di speciale...un incontro" "Di lavoro?" lui abbassò la testa. Stupida curiosità, pensai: "No...in realtà no...Ascolta, io so quanto tu tenga alla famiglia ma se ci siamo separati c'è un motivo e io ecco...insomma...sto provando a rifarmi una vita e..." "Non dirmi che è la cameriera" non disse una parola. LO SAPEVO. Tra quei due c'era qualcosa, lo sapevo: "RISPONDI" Al mio tono sobbalzò. Non urlavo mai, non perdevo mai la calma, ma quello era troppo, veramente troppo: "Calliope, io sto solo andando avanti" "Ma certo! Vai pure avanti, tranquillo. E' un tuo diritto no? Ma io? IO che cosa sono per te? Non ti è mai importato niente, nè di me né di mamma. TU sei stato con noi per pietà" "Non è vero. L'amore finisce Cally" Spalancai gli occhi: "Fai schifo! Prima dici che l'amore finisce e subito dopo esci con un'altra donna. Non è che tu non ami mamma, tu l'hai tradita" Lui scosse la testa: "Sai benissimo che non lo avrei mai fatto" "Non ti riconosco più..." sussurrai. Andai in camera e presi il borsone: "Vado. Prenderò un taxi" "Cally..." "Ciao" Uscii e sbattei la porta. Amavo tantissimo mio padre ma in quel momento ero troppo arrabbiata e non volevo peggiorare la situazione.
Camminai per un po', finchè una macchina grigia si posteggiò vicino a me: "Scricciolo? Cosa ci fai qui alle 9 della mattina?" Pure lui ci si metteva ora. Andai avanti, provando ad ignorarlo: "Oh fermati! Sali dai" "No" Parcheggiò la macchina e uscii: "Sali Calliope, non sei nelle condizioni per andare chissà dove da sola. Si vede che è successo qualcosa, smettila di fare la dura e per una volta ascolta chi tiene a te" "Ti ho detto di farti gli affari tuoi Alexander, e in più sei in doppia fila" Ad un certo punto sentii che mi stava sollevando da terra: "Sei proprio uno scricciolo" disse ridendo e mi caricò in macchina: "E' sequestro di persona!" "Certo, soprattutto quando ti sto salvando da sbagliare completamente strada. Sai benissimo che non ti farei del male" Chiuse la portiera e salì nel sedile del guidatore, poi mise in moto: "Mettiti la cintura. Vorrei evitare di fare un incidente, soprattutto con te. Casa giusto?" Annuii e lui mi porse un pacchetto di post-it e la penna. Possibile che gli avesse sempre con sè? Mi guardò con i suoi occhi cristallo: "Scrivi quello che è successo" Presi quello giallo e scrissi: "Mio padre si vuole ricostruire una vita, ancora prima della sentenza ufficiale e io non gli importo niente" lo vidi leggerlo, pensare e poi mi rispose: "Non penso sia così, scricciolo. E' vero poteva aspettare, ma se ci pensi è un suo diritto. Che poi abbia sbagliato a non considerarti è un altro discorso..." Aveva ragione, però mi sentivo così esclusa dalla sua vita, non volevo diventare un'estranea ai suoi occhi. Lo sentii sospirare: "Sai, non avrei mai pensato di iniziare a parlare con una ragazza che mi è venuta addosso" Sorrisi, aveva ragione, nemmeno io sarei mai riuscita ad ipotizzarlo: "E' ancora un sì per palestra e poi studio?" Annuii. Mi stava aiutando molto e volevo in qualche modo fargli capire che ne ero grata: "Sì, confermato" la mia voce risuonò nella macchina silenziosa: "Sono contento tu venga e anche che tu abbia usato la voce per comunicarmelo" mi disse carezzandomi il palmo della mano. Quel gesto mi sorprese, ma decisi di non chiudermi di nuovo nel mio guscio: "Hai fatto colazione?" "Stavo finendo....ho lasciato lì circa mezza treccia" Lo vidi posteggiare per un secondo la macchina e allungare la mano nel sedile posteriore e prendere due scatoline di plastica. Poi ripartì subito: "Sono biscotti con le gocce di cioccolato e altri sono alla marmellata. Gli ha fatti mia nonna. Non preoccuparti di finirli, ne ho altri 4 contenitori" Presi in mano la scatolina  e la aprii, subito un profumo dolce mi avvolse e io lo inspirai profondamente. Ne assaggiai uno con dentro piccole pepite di cioccolata, erano veramente buoni. Ad un certo punto feci un gesto strano, insolito: porsi la scatola ad Alexander: "Assaggia...sono buoni" sussurrai. Lui sorrise e ne prese uno alla marmellata: "Sì...mia nonna è una maga nei dolci e nella cucina in generale" Ridacchiai, mi venne in mente l'immagine di mia nonna che faceva i biscotti di frolla. Ero piccola e avevo bisogno della sedia per arrivare al piano di lavoro, mi sporcavo tutta, ma avevo il ruolo di mettere le gocce di cioccolata o le decorazioni. Mi riscossi da quel ricordo e continuai a guardare la strada, contando i secondi che mi separavano dal mio letto.

Una decina di minuti dopo Alexander posteggiò la macchina proprio davanti a casa mia: "Eccoci scricciolo" Gli sorrisi: "Grazie, non volevo disturbarti"  "Ma figurati! Anzi tieni questi...fidati ne abbiamo fin troppi a casa" Risi e presi tra le mani il contenitore ermetico: "Ciao Alexander....a domani" mi sorrise: "Aspetta" Lo guardai interrogativa mentre scriveva su un pezzo di carta che piegò in quattro parti: "Leggilo quando sei a casa" Annuii e mi incamminai nel vialetto,  lui mi osservò entrare in casa e poi ripartì.

Aprii lentamente la porta: "Mamma?" Nessuno mi rispose: "Mamma?" Andai giù e la trovai stendere i panni: "Cally tesoro...che ci fai già qui?" Non dissi niente: "Non ti sei trovata bene?" "Non è questo il punto....tu hai intenzione di rifarti una vita?" Abbassò gli occhi. No, non volevo saperlo: "Mamma?" "Io....sì, voglio ricominciare da capo e chiudere questo capitolo. Però tu non verrai mai dimenticata, ci sarai sempre con me" Avrebbe dovuto rincuorarmi quella frase, ma non lo fece. Scappai di sopra e mi vestii sportiva, sarei andata a correre. Volevo smaltire tutto: "Calliope dove vai?" Mi venne dietro e mi prese per un braccio. La sua presa non era come quella di Alexander, era più forte, decisa. Voleva dirmi qualcosa: "Non ho un altro. Pensavo ti riferissi al futuro...ma se la tua domanda è al presente sappi che no, non è così. Voglio rispettare gli accordi e i tempi prescritti e poi valuterò." La strinsi in un abbraccio e poi me ne andai in camera mia.
Mi gettai a peso morto nel letto e solo in quel momento mi ricordai del post-it di Alexander; lo aprii e lessi: "Omnia agam ut felix sis" L'avevo già sentita quella frase, la cercai su Internet e sorrisi appena scoprii il significato: "Farò ogni cosa affinché tu sia felice" Non so perchè, ma dopo aver letto quella frase piansi tutte le mie lacrime. 

SPAZIO AUTRICE:
Allora, che dire di questo capitolo... sono successe tante cose e sicuramente la mia preferita è la scena dei biscotti.
Ma vogliamo parlare della chimica tra i nostri protagonisti? Mamma cari mi sciolgo.
Voi che ne pensate?
Stay tuned
Noe

SAVE ME II RINASCERE DALLE CENERIWhere stories live. Discover now