Capitolo 1

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"Non aveva...", sussurra guardando il vuoto.
Il telefono d'ufficio dell'ispettore Damiani interrompe il macabro ricordo della giovane donna. " Faccia in fretta Paolani sto interrogando la signorina che ha trovato il corpo ", risponde l'ispettore mantenendo la cornetta leggera con tono scocciato. "Ma ne siete sicuri?", sgrana gli occhi. La risposta è arrivata ma il vuoto irrompe nella stanza. Lo sguardo dell'uomo e della giovane donna s'incrociano, come se avessero  un segreto in comune. "La stampa non deve saperlo, manteniamo questa...", la mano libera stringe il labbro inferiore ," questa circostanza nascosta, almeno per il momento". Chiude la telefonata bruscamente; i gomiti larghi sulla scrivania creano un arco, come capitello le due mani strette. Il silenzio permette ai pensieri di accedere, entrare nella stanza, s'innalzano e rabbuiano gli angoli. "Signorina non ne faccia parola con nessuno", con tono delicato, cambiando direzione del volto più volte per scovare la persona dietro a quello sguardo vuoto della donna. Riprende la Montblanc tra le dita, " se vuole andare, cambiarsi gli abiti...", mentre prende fiato per parlare ancora, nota sul pantalone da trekking nello specifico sulla gamba destra, vari strappi, escoriazioni e copiose schegge di legno sulle scarpe. "Lei ha bisogno di un medico", dice mentre si alza dalla poltrona sconcertato. "Mi permetta di accompagnarla" dice avvicinandosi, e delicatamente le porge una mano sulla spalla. "No, c'è mio fratello fuori ad aspettarmi", sposta il corpo al sentire il tocco esterno, "posso andare ora?". Le mani della donna stringono la felpa bagnata dalla rugiada mattutina di montagna, quella rappresa prima dell'orribile scoperta. "Certo, può andare...", risponde di spalle Damiani, quasi offeso dalla schiva risposta, o meglio dal poco riguardo alla cortesia. "Prima di andare deve solo firmare e...", si gira e della giovane donna non c'è più traccia. Corre all'uscio della porta, ma è andata via. "Conti, venga subito!", urla preoccupato. Sporgendosi velocemente l'agente risponde "mi dica ispettore", "come si chiama la ragazza che è appena andata via?" domanda Damiani al suo sottoposto. " La stava interrogando lei , dottore. Non ha fornito le sue generalità personali o firmato il verbale?" dice tutto in un fiato l'agente. Damiani conscio dell'enorme errore, corre ai ripari usando la sua arma di sempre: l'arroganza. "Conti parli proprio tu di iter?", dice prima di avvicinarsi all'agente con fare supponente, "hai portato qui una ragazza che sanguinava!" urla, ed il rimprovero rimbomba in tutta la questura. Sbatte la porta e rientra nel suo ufficio, dove il profumo di montagna impregna le narici; il fango lasciato dalla giovane donna è ormai secco.

( c'è il secondo capitolo, leggilo :))

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