Identità - 1/2

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— tempo di lettura: 3 min —

Ma io chi sono?
Sono sempre stata fissa su alcuni interessi o tratti che mi caratterizzano, ma su altri completamente l'opposto.

Ad esempio sin dall'infanzia avevo già scelto la mia strada circa la mia carriera personale, oppure avevo già alcuni tratti del mio carattere che mi sono portata dietro per anni come un "bagaglio caratteriale".

Però questo non bastava per creare la mia identità personale, al punto da non comprendere chi io fossi veramente.

Vi è mai capitato di conoscere qualcuno che, dopo essersi presentato, vi chiede "cosa mi dici su di te?", domanda anche lecita, per conoscere qualcuno senza fare un interrogatorio tipo elenco della spesa.

Beh, arrivati a questo punto io, ogni volta, esito.
Esito e penso, ma io chi sono? Cosa mi caratterizza?
Come dovrei rispondere se non con le solite banalità? Come quelle che scrivi durante un tema alle medie con traccia "parla di te".

Io, nel parlare di me, vorrei andare oltre al solito "sono una ragazza introversa e con ansia sociale, ma loquace quando prende confidenza, studio pasticceria e mi piacciono gli anime".

Insomma... sì, sono cose vere, ma perché mi sembra così piatto?
Non so, ma credo di essere arrivata al punto della mia vita dove apro gli occhi e scopro chi sono davvero.

Come mai tutto questo da un giorno all'altro? È semplice: ho fatto qualcosa che mi è davvero piaciuto e ha sbloccato una parte di me che urla da dentro "questo ti appartiene".
Non è semplicemente "mi piace fare questo o quell'altro", questo è qualcosa di più forte.

Quale sia questa attività che mi ha sbloccato? La fotografia.
Effettivamente ripensando alla mia infanzia trovo qualche traccia che mi porta a pensare che questa passione sia dentro di me da molto tempo, forse dovevo solo riscoprirla.

Mia madre è una fotografa e quando ero piccola volevo diventarlo anche io, avevo una macchina fotografica giocattolo che funzionava abbastanza bene, ricordo ancora la prima foto che scattai ai tempi... è stata stampata e incollata in un album.
Mi rende felice sapere che un ricordo come quello sia materiale, penso sia un ricordo base.

Avete mai visto Inside Out? Film d'animazione che tratta le emozioni di una ragazzina di 11 anni che si trasferisce in un'altra città, i protagonisti? Le sue emozioni, che in base al loro lavoro creano ricordi più o meno importanti, i ricordi più importanti si chiamano ricordi base e creano delle "isole" vicino al centro di controllo.

Penso che quando scattai la mia prima fotografia si creò una di quelle isole, e adesso che si è riaccesa mi sento spinta a riscoprire le altre abbandonate, o anche di nuove.
Voglio definire chi sono io.

Banalmente, ho già trovato la seconda isola, ed è stato più facile del previsto: la scrittura.
Sono stata spinta dall'ottimismo, dalla gratificazione che mi ha portato il servizio fotografico che ho svolto ieri all'evento sportivo della scuola, mi sentivo un fiume in piena, un sole di una tipica giornata di metà luglio a mezzogiorno.

La voglia di scoprire tutto ciò che mi appassiona davvero, ciò che arde dentro di me è esplosa come il ritornello di una canzone a tutto volume dopo un bridge che carica le energie al 200%.

E quindi ora, proprio qui, vorrei riscrivere la mia identità, per non perderla più.

— to be continued —

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