PROLOGO

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Doveva essere il giorno più bello del mondo per me, l'ultima settimana di scuola, il mio compleanno, eppure mi sentivo strano, non ero mai stato un ragazzo tranquillo, amavo il caos e la gente che mi incontrava per strada mi vedeva come un.. mostro, un pericolo, qualcosa che avrebbe rovinato tutto ciò che toccava e forse era vero ero io il cattivo della storia degli altri, ma ciò che non sapevano è che per colpa mia ero anche il cattivo della mia storia.

"ANDREW!!" Loona, la mia migliore amica, mi sveglio dai miei pensieri, mi guardava con compassione, in fondo, ultimamente lo facevano tutti, mi fissavano e parlavano parlavano e parlavano, pensavano di essere invisibili, che io non lo sapessi, ma, si sbagliavano, se c'è una cosa che ho imparato bene è proprio quella di osservare, io osservavo tutti forse anche troppo, ma non lo facevo con cattiveria la mia curiosità non aveva fine, io amavo sapere tutto di tutti eppure non permettevo a nessuno di sapere qualcosa di me.

A breve sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita, non era sicuro, ero solo una persona molto perspicace, non so se questa cosa sia un pregio o un difetto, non mi facevo mai troppi problemi per nulla.

Entrammo in una struttura vicino alla scuola - visto che per colpa del sottoscritto la scuola in sé era stata bruciata, me ne pento? Per nulla avrei potuto evitarlo? Ovvio perché l'ho fatto? Domanda interessante, ma d'altronde sono noto per le mie cazzate quindi non darò una motivazione - era piccola, ma, non si sa grazie a quale miracolo, tutti e neanche troppo stretti ci eravamo entrati, odiavo questo momento, non ero noto per andar bene a scuola, io e la scuola eravamo due mondi opposti ed io non avrei mai fatto nulla per sembrare più simile a lei, tornando a noi, questo momento, atteso dagli studenti per mesi, era, purtroppo per me, arrivato, mancava pochissimo e avrebbero detto chi andrà all'esame di maturità, era un countdown che mi portava sempre più vicino all'ennesima prova su quanto facessi schifo veramente, non importava quanto la gente mi trovasse figo o quante donne attirassi, dentro di me lo sapevo, ero inutile, una persona che faceva solo cazzate e non si accorgeva che non stava distruggendo gli altri per sentirsi migliori, ma stava distruggendo se stesso per proteggersi dagli altri, cosa stupida vero? Io ero il nemico di me stesso ma mi difendevo dagli altri, un giorno tutti avrebbero avuto ragione, con il mio carattere sarei sicuramente rimasto da solo.

"Andrew Morrison?" era la voce del preside sta volta a svegliarmi dalle mie paranoie, non mi ero accorto che avevano iniziato a dire i promossi e i bocciati, quindi non ero mentalmente pronto, ero quello "FIGO" e "FORTE" eppure perché non volevo sentire quello che mi stavano per dire, non mi ero impegnato per nulla, perché ora sentivo tutti i rimorsi ed i sensi di colpa?.. "Signor Morrison lei è-" non riuscì a finire di parlare che delle persone sfondarono le porte, la polizia, lo sapevano e lo sapevo anch'io, avevo ragione di nuovo, oggi la mia vita sarebbe cambiata per sempre, non come mi aspettavo ma questo è anche peggio di ciò che mi aspettavo.

"ANDREW MORRISON SEI IN ARRESTO" cinque parole, ventisei lettere che segnavano l'inizio della mia fine, non avrei mai passato il processo, chiamatemi pessimista o quel volete, io mi reputo solo realista, non avevo ucciso nessuno, ma avevo passato droga a varia gente e per quanto mi riguardi alcune di quelle persone potevano anche essere morte, come sempre per colpa mia.

"ANDREW" sentivo la voce spezzata di Loona che mi chiamava dietro di me, mentre un poliziotto mi metteva le manette e mi portava fuori da quella struttura soffocante "fa bene a stare in silenzio sa perché qualsiasi cosa dirà potrà essere usata contro di lei in tribunale, come sa avrà diritto ad un avvocato" parlavano a macchinette su cose che già sapevo, nessuno dei presenti in stanza parlarono mentre me ne andavo, solo Loona aveva smesso di urlare e si era messa a piangere silenziosamente, la conoscevo, questa cosa avrebbe cambiato entrambi, i poliziotti continuavano a dire cose mentre entravo in auto ed ero solo, solo senza capirci nulla, non sentivo le voci degli altri, non provavo nulla, nessuna emozione, ero io e la mia testa che non pensava nulla, era come se stessi azzerando tutto ciò che ho vissuto finora e mi stessi preparando alla sopravvivenza in un campo di guerra più grande di me, la prigione..

Love me as I amDove le storie prendono vita. Scoprilo ora