Sigaretta alle labbra semi schiuse, mantenuta tra le dita tremolanti dal freddo dell'inverno e della notte. Nocche rosse di mani screpolate, nuvolette di fumo caldo dei propri respiri lenti che si dissolvevano nell'aria. Nel silenzio quasi più totale l'attenzione della ragazza era catturata dalle lontane luci rossi e gialle delle macchine notturne e dai lineamenti del volto e delle mani e della figura dell'uomo al suo fianco, intento a fumare. Posava i gomiti sulla ringhiera d'acciaio delle scale antincendio, un braccio lasciato andare verso il vuoto e l'altro alzato al volto, con delicatezza, e intanto aspirava e sospirava; i suoi occhi erano persi, verso le sconfinate campagne ai bordi della città, e ogni tanto gli angoli della bocca si arricciavano in un sorriso, osservando con dolcezza e interesse dall'alto verso il basso la ragazzina che gli teneva compagnia in quella sera tanto buia e stracolma di solitudine. Oh, solo una stupida ragazzina!
Mi guarda e penso di voler morire, mi sorride e sento le lacrime che mi pizzicano gli occhi. Mi tormenta il dubbio e non comprendo il motivo dei miei sguardi insistenti, la ragione per cui nonostante il viso sproporzionato i polsi grossi le mani cicciotte il naso in giù io non posso fare a meno di posare gli occhi sul suo volto e pensare che quello che sto provando è bellissimo. Un giorno il tempo farà il suo corso e la sua voce e il suo aspetto sfumeranno per sempre dalla mia mente. Mi uccide più il ricordare o il dimenticare? Io non so nulla di tutto questo. Lo osservo e tutta la certezza cambia forma come cambia forma il suo volto che si muta in quello di mille altri uomini che ho amato per finta, per convenienza, da lontano, alla ricerca disperata di qualcuno a cui dar tutta me stessa sentendomi al sicuro. Mai è stato amore era solo necessità di qualcuno che mi dicesse come viver la mia stessa vita, la mia totale esistenza. Vorrei le mani sul mio corpo, no, vorrei che fosse la mia musa, no, vorrei un abbraccio, no! Nella più completa perdita dentro me stessa, nel disorientatamento in cui mi trovo gettata senza via di fuga, il suo sguardo su di me e le sue parole mi buttano ancora più a fondo in questo labirinto. L'assoluta convinzione di un'uscita svanisce: chissà se il destino umano sia lo smarrimento.
STAI LEGGENDO
straniamento
Short Storycose che scrivo per il gusto di farlo. la copertina è un quadro di egon schiele