capitolo 1 ~ Un'incontro inaspettato.

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L'overlord stava camminando per le strade di pentagram city, di ritorno da una noiosissima riunione, quando udii dei lamenti, il suo sorriso si ampliò al suono di quei singhiozzi.
Preso dalla curiosità andò a controllare chi era ad emettere quei suoni così soddisfacenti alle sue orecchie.
Trovò un ragazzo, dalla pelle bianca, e i capelli biondo platino, completamente nudo a disperarsi alla fine di un vicolo. Sembrava essere stato appena violentato.
"Ha un'aria familiare...". Pensò il rosso.
Così, preso dalla curiosità si avvicinò e gli chiese:«Cosa ci fa un peccatore qui, nudo? A quest' ora la maggior parte dei peccatori più... Molesti, sono da Valentino a godersi le "prime"...». Fece le virgolette con le dita. «Di un porno di Angel Dust». Il biondo alzò il capo, spaventato. «I-io...» Cercò di indietreggiare, preso da panico più totale. «Hey, calmo, non ho intenzione di toccarti con un solo dito, io odio qualsiasi attività sessuale. A me interessano solo le tue urla» L'overlord lasciò crescere corna e busto, minacciando ancora di più la piccola figura. «Ti prego, n-non farmi del male, farò qu-qualsiasi cosa». Risposa il biondo cercando di proteggersi con un braccio.
Sembrava stanco, ed iniziò a fare pena al rosso, che si avvicinò e gli chiese:«Da quanto tempo stai qui?». «N-non lo so... I-io, ho freddo...» Rispose. Il rosso si levò la giacca e la cedette al piccolo sinner per coprirsi un po'.
Faceva fatica addirittura a muoversi. «Quante persone?». Chiese l'overlord. Il biondo lo guardò confuso. «Quante persone ti hanno violentato?». Fece chiarezza. «C-cinque sinner e-e d-ue hellborn...». Rispose tremolante. Il rosso fece una faccia disgustata. «Se c'è qualcosa che odio Pi della tecnologia moderna, è l'abuso, insomma, no è no, perché bisogna rovinare così una persona solo per un tuo piacere sessuale, non ne vale la pena... Vieni con me, ti aiuto». Gli confessò il demone. Il biondo abbassò lo sguardo dopo un fallito tentativo di alzarsi. L'overlord, preso dalla compassione lo prese in braccio e teletrasportò entrambi a casa sua.
Nulla di che, una piccola struttura, composta da un piano solo, con un bagno, una cucina, un piccolo salotto con unità sala da pranzo e... Solo una camera da letto, con letto matrimoniale.
«Allora, bisogna darti una pulita». Disse il rosso convito, che portò il biondo, di cui il suo nome gli era ancora sconosciuto, in bagno.
Lo poggiò sul wc e aprì l'acqua della vasca, abbastanza calda. «Vuoi una mano a lavarti?» Chiese. «I-io...». Il viso del biondo diventò paonazzo, ed esitò a dire. «S-sì, per... Per favore...».
Dopo che vasca fu riempita ad un livello intermedio, il rosso tolse la giaccia al biondo, e per sbaglio gli cadde l'occhio sul membro."Bhe, devo dire che é ben dotato...". Penso l'overlord.
Poi si alzò le maniche e lo prese in braccio, per poi farlo sdraiare delicatamente nella vasca.
Il biondo soffocò un mugolio. «Che succede?». Chiese l'overlord. «L-lacqua... È, troppo calda...» Sussurrò imbarazzato. Il rosso rise ed abbassò la temperatura."devo ammettere che è carino...". S'ammise il rosso.
«Io non so ancora il nome, e tu non sai il mio, quindi. Io sono Alastor, piacere». Disse il rosso spezzando l'imbarazzante silenzio creatosi.
«Lucifero». Rispose il biondo. Il rosso rimase scioccato, ecco dove lo ava già visto.
«No aspetta, TU il re dell'inferno ti sei fatto violentare da un paio di sinner? Sul serio?» Gli chiese il demone allibito.
«Io non esco molto, quindi non mi riconoscono la maggior parte delle volte. E poi, mi avevano legato con una... Una...». Il re iniziò a singhiozzare, mentre i frammenti di quella terribile serata, forse la peggiore della sua vita, gli tornavano in mente.
Il rosso, impietosito gli passò una mano sulla schiena, nel tentativo di consolarlo. Il biondo si portò le ginocchia al petto, circondandole con le braccia. «Una corda angelica?» Chiese l',overlord cercando di non forzare troppo l'inerme creatura nella sua vasca.
Il biondo annuì.
Il rosso lo fece asdraiaire dolcemente, prendendo del bagnoschiuma e iniziando a passare la spugna sul suo addome, passando poi alle gambe, e per finire, braccia, palle e collo.
Poi notò l'ammasso di liquidi alla fessura del re, così chiese:«Ti da fastidio se ripulisco anche... ? O preferisci farlo da solo?».
Il biondo, stremato, completamente distrutto, fisicamente e psicologicamente, gli concede di pulirgli quella zona così intima, violata la sera stessa.
Così il rosso lo fece alzare un po', lasciò svuotare un po' la vasca, e dolcemente gli apri le gambe. Prese un po' di sapone strizzando la spugnetta e poi, dolcemente iniziò a pulire.
Nel cuore biondo incombeva la paura, la paura che anche quel demone, così apparentemente gentile, potesse violentarlo, approfittando della sua situazione vunlerabile. Ma non lo fece.
Semplicemente dopo aver preso il doccino iniziò a sciacquarlo, chiedendo ogni tanto se la temperatura dell'acqua fosse quella giusta per il re. Lui annuiva silenziosamente ogni volta.
Finito il corpo, passò ai capelli, che insaponò con del semplice shampoo.
Il biondo continuava ad avere paura, paura che gli accadesse di nuovo, ma il rosso non gli sembrava ostile, si era preso anche la premura di coprirgli il viso, mettendogli una mano sulla fronte per evitare che il sapone gli finisse negli occhi.
Una parte del cuore del re si riscaldò a quel gesto.
Finito di lavarlo, il rosso prese un accappatoio, aiutò il biondo ad alzarsi in piedi, lo aiutò a coprirsi e poi lo prese in braccio, portandolo in camera sua. L'overlord aveva pensato che dopo una giornata pensante come quella, il re avesse bisogno di dormire in un posto ben più comodo del divano.
Frugò nel cassetto, alla ricerca di un vecchio paio di mutande che gli stavano pocele, dato che la dimensione delle vite era ben differente.
Una volta trovate prese una maglietta a coso e diede tutto al biondo, che guardò in silenzio i vestiti sul letto. «Vuoi una mano?» Chiese il rosso. Il re annuì. Così il rosso lo aiutò e poi gli disse:«Tu dormi qui, se ti serve qualcosa io dormo sul divano». Prima di uscire dalla stanza esitò, si bloccò sull'uscio della porta. Fece uno scatto e tornò davanti a lui. «Se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, anche quella più stupida, come se hai sete o fame, chiamami ok?» Gli disse stringendogli le mani. Il biondo sorrise ad annuì, poi Bisbigliò:«effetti ho fame ...». «Vedo cos'ho, arrivo subito». Rispose il rosso alzandosi dal letto.
Poi iniziò a frugare nella dispensa. Gli preparò un piatto di pasta al sugo, poi prese le posate e gli portò tutto in un vassoio, con anche un bicchiere d'acqua.
Quando entrò in camera il re era già crollato.
Ma poco dopo si svegliò. «Incubo?» Gli chiese poggiando il vassoio sul letto. Lui annuì con lo sguardo basso. Di colpo si trovò una forchettata davanti la faccia. Lo guardò confuso. «Dai, ti aiuto io a mangiare, sembri stanco, lasciati aiutare». Gli spiegò il rosso. Così il biondo si lasciò imboccare.
A metà piatto il rosso chiese:«Acqua?». Il re annuì, così il rosso prese il bicchiere e lo porse al biondo, che lo bevve in un secondo. «Ancora?». Il biondo annuì di nuovo. Così il rosso prese la bottiglia e versò altra acqua.
Finito di mangiare il re si sdraiò sul letto. Il rosso gli rimboccò le coperte gli diede un bacio sulla fronte Bisbigliando:«Buonanotte maestà».  Poi spense la luce ed uscì. Recuperò un lenzuolo e si sdraiò sul divano. Chiuse gli occhi e presto si addormentò.

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