"Che schifo..."
Svegliati, lavora, spendi, dormi, ripeti.
Questa routine era destinata a chi era fortunato di vivere in quelle zone tranquille del mondo lontane dalla guerra: crisi economica, crisi politica, crisi climatica, sovrappopolazione, pandemie, ipercapitalismo. Anche se nello stato confinante qualcuno lanciava bombe su ospedali e case a chi interessava finché ti potevi svegliare, lavorare, spendere e dormire?
Nulla ormai attirava più l'attenzione di nessuno, nulla faceva più scalpore, nulla faceva orrore o sorpresa. Tranne quella mattina.
Il fusto nodoso della pianta si fece strada attraverso l'asfalto, sfondando alcune barriere architettoniche come un'inarrestabile destino. Il legno era bruno e le foglie di un verde brillante che spiccava particolarmente nel grigiore della città. Il traffico era paralizzato e si scoprì che che persino la galleria della metropolitana sottostante era stata perforata da parte a parte.
Ma nonostante la rapida e misteriosa crescita, la pianta non fece null'altro se non attirare l'attenzione di tutto il quartiere la prima ora e dell'intera città nella seconda.
I social media impazziti nel constatare che la pianta era cresciuta in un'infinità di posti in tutto il mondo: nelle capitali, nei paesini, nelle campagne, sui monti, persino nel deserto secondo i satelliti.
Ogni uomo e ogni donna non parlava d'altro e ogni sito venne delimitato dalle autorità competenti mentre uomini di scienza, uomini di fede, uomini di legge e uomini del popolo dibattevano sull'origine di un qualcosa di così normale eppure così misterioso.
Una semplice pianta aveva paralizzato il mondo.
La pianta non si taglia, la pianta non si brucia, la pianta non si sposta. La pianta ha lo stesso aspetto ovunque si trovi, le sue foglie hanno sempre lo stesso colore.
Struttura atomica sconosciuta, struttura energetica sconosciuta.
Qualcuno pensò di trasformare la pianta in un'attrazione, in alcuni paesi era possibile invece toccarla senza problemi, in altri era vietato per legge avvicinarsi.
Poi apparvero i frutti.
Sfere dorate dalla consistenza gommosa. Deliziosi secondo chi poté raggiungerne uno dopo aver sofferto la fame per via dei bombardamenti. L'internet impazzì, chiunque voleva provarlo.
Fu compiuto ogni sorta di esperimento: struttura atomica, composizione chimica, valori nutrizionali: il frutto saziava quanto un pasto completo, ognuno avvertiva un sapore diverso a seconda di quello che voleva provare e col tempo le malattie sparivano. Fu il caos.
Ogni singola pianta dei paesi civilizzati fu presidiata dall'esercito mentre nuovi culti religiosi nascevano in ogni dove in nome del sacro dono.
L'economia era paralizzata davanti ad un qualcosa di così potente ed incontrollato, una fonte di cibo inesauribile e gratuita per tutti, una panacea contro ogni male.
Chi lo vedeva come una soluzione donata dal pianeta agli esseri umani pretendeva il libero accesso alle piante e ai suoi frutti, chi lo riteneva il dono divino per fondare un paradiso in terra pretendeva di amministrare il miracolo, chi ci vedeva un'opportunità di guadagno infinita spese miliardi per accaparrarsi il controllo delle piante con la forza.
Fu guerra civile e fu solo la punta dell'iceberg.
Ne scaturì una violenza senza precedenti che contava innumerevoli fronti, ognuno con le proprie ragioni per voler ottenere il premio finale e così ogni essere umano divenne nemico giurato di qualcun altro.
Un soldato tra tanti provò sulla sua pelle la nuova piega inaspettata degli eventi. Il bambino, sporco e debole, voleva solo un frutto ma gli ordini del padrone erano chiari: nessuno si avvicina ai frutti, sparare per uccidere. E così fece, ma quando il proiettile attraversò l'esile e minuto corpo, il ventre del soldato esplose in una viscerale ed orribile manifestazione di potere.
In breve si scoprì che questo nuovo effetto si manifestava solamente nei bambini che si erano nutriti del frutto, ora intoccabili dalla nuova ondata di violenza che aveva travolto tutta l'umanità ma non salvi dall'infinita crudeltà di cui solo gli esseri umani sono capaci.
I bambini furono studiati e usati nei modi peggiori fino a poter sfruttare a proprio vantaggio la loro nuova condizione: divennero cavie da laboratorio e scudi umani.
Fu quest'ultimo passo verso il baratro che diede il via alla fine.
Una vibrazione nel cervello, qualcosa di piuttosto violento situata dietro gli occhi e che passava da orecchio a orecchio.
Nessuno fu salvo, tutti caddero a terra.
Non erano parole, eppure quella vibrazione formava un significato comprensibile in qualsiasi lingua che si concretizzava direttamente dentro l'anima e tuonava tremenda come la voce stessa dell'universo che emetteva il suo giudizio alla razza umana:
"Che schifo..."
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Giudizio
Science FictionStoria di fantasia breve e nichilista sul futuro dell'umanità.