capitolo 2

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capitolo 2: la famiglia Walter al completo!

Un rumore fuori dalla porta di camera mia mi fece sobbalzare dal letto.
«Benny, non correre in casa!» era la voce di Katherine.
Benny? Un altro Walter?
Presi il telefono sul comodino per controllare le notifiche e guardare l'orario.

7:13
1 notifica: papà

Sospirai e gli risposi che andava tutto bene. Poi decisi di andare a sistemarmi un po'.
Corsi come un razzo al piano di sotto e grazie a dio non incontrai nessuno e arrivai sana e salva al bagno.
Ma anche da lì sentivo il rumore causato da tutta quella famiglia, beh facile a dirsi per me, a casa eravamo solo in due, il silenzio era sacro.
Mi sciacquai la faccia e mi truccai un poco, lasciando i miei capelli sciolti.
Poi andai in cucina a fare colazione.
Riconobbi solo Danny e Alex, che mi salutarono subito.
Poi vidi una ragazzina, sui dieci anni, forse.
«hai dei bellissimi capelli» mi sussurrò quando mi sedetti vicino a lei.
«oh, grazie, a me piacciono di più i tuoi però» risposi.
I bambini gli ho sempre amati, impossibile non farlo.
«Parker il tuo pranzo!» urlò la madre dalle scale, così la bambina saltellò giù dalla sedia e le corse incontro.
Poi qualcuno mi mise il piatto davanti, era George con altri piatti pieni di pancake in mano.
«grazie» risposi, e lui mi sorrise.
«forza forza, mangiatelo che poi si raffreddano!» urlò ai ragazzi.
Non se lo fecero ripetere ancora che si abbuffarono sul piatto che in pochi secondi rimase vuoto.
«ehi, dov'è Cole?» chiese Danny.
Ma nessuno ne aveva idea.
«ecco, ora faremo tardi per colpa sua!» esclamò un altro ragazzo, il cui non sapevo il nome.
«Isaac non fare il pessimista»rispose un altro.
I due poi si misero a bisticciare facendo ancora più caos di prima.
«sono sempre così» mi disse Danny, alzando le spalle e rubando un altro pancake a Isaac. Lui nemmeno lo notò e io sorrisi divertita.
Erano casinisti, certo, ma molto divertenti.
«alla buon ora Cole!» disse Alex, mi girai verso le scale dove stava scendendo un ragazzo biondo.
Il ragazzo del cavallo.
Era proprio lui.

Incrociammo gli occhi, di nuovo ma questa volta da più vicino. Gli esaminai con cura: notai quanto sfumavano nel verde e come i suoi capelli risplendessero.
Poi lui sembrò riprendersi per primo.
«Chi non è in macchina tra cinque minuti resta a piedi!» urlò prima di uscire dalla porta, facendo roteare sulle sue dita le chiavi dell'auto.
I due ragazzi che prima stavano litigando corsero dietro il biondo. Io invece rimasi con Alex, Danny e un altro ragazzo moro.
«stai tranquilla, non lascia mai a piedi nessuno» mi rassicurò Danny.
Effettivamente Cole non ci lasciò lì nemmeno quando arrivammo dopo dieci minuti alla sua macchina.
Anzi ci guardò male ma divertito.
Mi sedetti nella seconda fila di sedili, insieme aa Alex, dietro di noi Danny con il ragazzo che ho scoperto chiamarsi Nathan.
Mentre tutti chiacchieravano animatamente, in poche parole litigavano, Alex iniziò la nostra conversazione.
«Allora, Grace,pronta per la nuova scuola?» chiese Alex, con un sorriso curioso.
Sospirai, preparandomi a raccontare una storia che ormai avevo ripetuto troppe volte.
«A dire il vero, non sono mai pronta per una nuova scuola. Sono stata espulsa da quattro scuole diverse a New York.»
Quasi sorrisi, le storie erano tutte diverse tra loro.
Alex alzò le sopracciglia, visibilmente divertito. «Quattro?dovrebbero renderlo un record»
Sorrisi, mi piaceva il modo in cui rendeva tutto così leggero.
«la prima è stata per colpa di una rissa, con una certa Stacy, se non mi sbaglio, solo perché durante un concorso di Cheerleader mi aveva detto che il mio salto doppio faceva schifo, come se lei sapesse fare di meglio. La seconda per aver saltato troppi giorni di scuola, il momento dove ero sempre a una festa diversa ogni giorno. La terza, ho avuto una piccola lite con un insegnante di biologia, e la quarta... beh, diciamo solo che non apprezzavano il mio senso dell'umorismo» spiegai, cercando di non farmi travolgere dai ricordi.
Così in qualche modo però mi sembrò di aver lasciato tutti i ragazzi in macchina senza parole.
Alex scoppiò a ridere.
«Wow» disse Danny. Altri avevano solo la bocca spalancata come se avessi appena detto che ho scalato la muraglia cinese.
Dallo specchietto retrovisore, notai l'ultimo dei Walter a cui stavo facendo caso, Cole,ci stava osservando. Sembrava irritato, ma anche incuriosito. Non potei fare a meno di chiedermi cosa pensasse di me, questa nuova arrivata con un passato così movimentato.
Poi però tornò con gli occhi fissi sulla strada e io continuai la conversazione con i ragazzi.
Quell'istante durò pochi secondi, ma mi fece quasi rabbrividire.
Il suo sguardo era qualcosa di magico.

Il viaggio grazie alle chiacchiere con i Walter fu molto veloce,così imparai i nomi di tutti.
Erano tutti molto loquaci tranne colui che stava guidando, zitto zitto osservava tutti noi ma mai una volta che avesse aperto bocca.
I suoi occhi erano azzurri mare, bellissimi ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Duceva più cose con quello che con altro.
Solo quando si fermò nel parcheggio della scuola decise di degnarci di un suo segno di vita.
«Alle 13:35 qua fuori tutti, se no tornate correndo a casa!» urlò a Danny e Lee che erano già usciti dall'auto.
Uscii anche io seguita da Alex.
«in questo caso però non scherza, rischiamo davvero che ci lasci qui» disse riferito alla minaccia del fratello.
«ne sarebbe capace?» chiesi. Lui annuii.

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