18: "take my breath"

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[...]

mi accompagnò dolcemente per mano salendo la scalinata in pietra che portava al ristorante sulla costa che aveva scelto con cura per quella serata speciale.

giunti al proprio interno, totalmente in stile rustico, sostammo ad un bancone dove changbin domandò:
«buonasera, ho prenotato col cognome seo, qual è il mio tavolo?».

lo guardai con ammirazione comportarsi da uomo maturo, fantasticando su come avrebbe potuto prenotare un locale in futuro per il nostro matrimonio.

ma, felix, cazzo-
smettila di sognare ad occhi aperti!

tornai alla realtà, quando al tavolo ci eravamo appena accomodati, ed osservai la vista mare della quale godevamo.

sospirai incantato.
osservai le onde;
le persone degustare i loro deliziosi piatti;
e infine osservai la cosa migliore:
il mio accompagnatore.

gli sorrisi, «stasera sei più bello del solito».

il maggiore abbassò lo sguardo arrossendo:
«detto da un angelo, mi sento preso in giro», porse la sua mano sul tavolo, aspettando che poggiassi la mia nella sua.

«un angelo?» rimasi sorpreso.

«già. a partire dai tuoi ricciolini biondi, al tuo  sorriso innocente, alla tua pelle candida, fino ai colori del tuo outfit che mi ricordano vagamente quelli del cielo...» complimentò senza sosta, mostrandosi più innamorato di quanto dicesse di essere.

ed io a quelle parole mi sciolsi completamente.
non pensai ad altro se non al suono della sua voce, e lo ascoltai poggiato con la testa sul palmo della mano libera.

«mi piace come ti sta lo shorts bianco, e forse il crop top azzurro ancora di più» disse.
«e mi piacciono anche le tue forme, danno un non so che di erotico in contrasto alla tua figura angelica» aggiunse.

«hey, ti senti un poeta?» ammiccai.

«nah ahah, sto solo descrivendo come ti vedono i miei occhi», accarezzò la mano che da un po' stava conservando nella sua.

tutto sembrò ovattato d'un tratto.
c'eravamo solo noi nel nostro mondo,
noi e nessun altro.

a farci uscire da quell'utopia ci pensò un cameriere, che noncurante del momento in cui vi eravamo immersi, ci chiese munito di libretto: «cosa gradireste ordinare?».

«oh-» realizzò changbin, dividendo le nostre mani, e porgendomi uno dei due menù poggiati sul tavolo.

con fretta lo sfogliò e prese la sua decisione:
«io prenderò del risotto alla pescatora» disse.

e nel tempo che il cameriere lo scriveva sul foglietto, io impacciato non capivo di quali piatti si trattasse.

decisi di guardare le immagini, dato che dai nomi non comprendevo nulla, poi finalmente trovai qualcosa e gli indicai la foto sul menù:

«binnie, penso che questo sia buono, ma non costa un po' troppo? non voglio farti spendere tanto...» considerai dovesse pagare lui.

«non è un problema, prendi quello che vuoi» assicurò con un sorriso.

ma io ancora non ero convinto.
«uhm- no dai, cerco qualcos'altr-», superò la mia voce: «per lui linguine allo scoglio».

il cameriere segnò tutto, poi domandò: «gradireste altro?».

«da bere solo dell'acqua per adesso, grazie» rispose il maggiore, congedando il cameriere poco dopo.

Dirty Secrets | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora