20: "verginity" 🚩

175 12 44
                                    

«eccoci qui»,
parcheggiò nel cortile di casa mia.

sospirai nervosamente.
«ho ansia al solo pensiero di doverli rivedere» confessai sentendo il mio cuore già accelerare.

«sanno cosa sto facendo, e so che mi odiano per questo», sbuffai.

«lix rilassati. qualsiasi cosa ti diranno, rispondigli che lo stai facendo per stare bene» mi accarezzò la gamba.

«fosse così facile bin...» lo guardai angosciato.

«ma perché? cosa dovrebbe mai succedere?» chiese preoccupandosi per me.

«tutto changbin, tutto! non immagini neanche quanto io sia in ansia per quello che potrebbero dirmi, e a me non va di sentirmi dire quelle cose, già detesto anche solo pensare che me le diranno» mi si appannarono gli occhi.

«tesoro non piangere» si dispiacque,
passando il pollice sulla mia guancia per asciugare una lacrima che la percorreva.

«che ne dici di fumare assieme? così ti prendi qualche minuto in più per smaltire la tensione», gli sorrisi rassicurato ed annuì.

così uscimmo dalla macchina, ci poggiammo con la schiena a questa ed accendemmo una sigaretta da smezzare.

ad usarla fu prima lui.
la strinse tra le sue labbra e la accese, sapendo quanto fosse attraente mentre lo faceva.

poi sbuffò il fumo in aria e domandò:
«che mi dici, ti è piaciuta la serata?» mi fece cenno di avvicinarmi a lui.

«sì, mi è piaciuta tantissimo. grazie ancora...» mi strinse tra le sue braccia come io mi strinsi al suo busto.

«e grazie di che?» accarezzò la mia testa.

«grazie di tutto, ti giuro. per la cena fuori, per il passaggio a casa, e per tu sai cos'altro» sussurrai ridacchiando, staccandomi dal suo corpo per portarci le mani al di sopra.

e guardandolo negli occhi, le mani da poco poggiate sul suo addome, salirono sul petto e sostarono lì.
«non riesco a smettere di pensare a come mi hai trattato in macchina», confessai mentre avanzava le mani sui miei fianchi.

«o alle cose che mi hai detto in spiaggia» continuai:
«o a quando mi hai detto "ti amo"» sussurrai.

ma lo vidi distratto, innamorato quanto me, ma tremendamente distratto dalle mie labbra.
labbra che osservava ad occhi socchiusi come se fosse fatto.
labbra che solo guardandole mordeva le sue.
labbra che voleva assaggiare dannatamente e lo ammise quando agitai una mano davanti ai suoi occhi.

«voglio baciarti felix» disse, senza distogliere un secondo lo sguardo da queste.

«non puoi baciarmi di fronte casa mia, ci vedranno» glielo impedì scostandomi.

«e quando ci troveranno nudi nello stesso letto cosa pensi che faranno allora?».

a quel punto persi tutte le parole,
e non fui più in grado di rispondergli.

in quel momento, il ragazzo vide un'occasione, improvvisamente raccolse la stoffa del mio top, mi tirò verso di sé ed assaporò con passione le mie tanto attese estremità rossastre.

con il cuore che accelerava sempre di più per la paura di essere scoperti, mi lasciavo andare nei suoi baci dimenticando la realtà circostante e il rischio che stavamo correndo.

quando i respiri divennero irregolari ci dividemmo con lentezza, senza distanziare i nostri nasi ancora impegnati ad accarezzarsi.

«se ci hanno visti, darò la colpa a te» ansimai.

«mi assumo tutte le responsabilità» sorrise affannato.

e rimanemmo così, l'uno stretto all'altro,  finché una notifica del suo telefono non interruppe il momento.

«scusami» si divise da me, prendendo il telefono dalla tasca:
«6 messaggi persi da minho».

|👤| minho
< changbin stai per tornare a casa?
< se è così, non farlo
< non tornare a casa changbin
< voglio divertirmi un po'
< dormi da felix per favore
< capito?🤨

[...]

- jisung's pov
non avevo mai goduto così tanto in vita mia.

quella sera minho mi diede tutto sé stesso.
tutta la passione che aveva represso spaventato dal fatto che fossi vergine, la stava sfogando sul mio corpo innocente in una sola nottata.

io glielo donai, e lasciai ci facesse ciò che riteneva fosse più giusto e piacevole per me.

in quella sera, in cui christopher dormiva
e changbin non era a casa,
lui mi sverginò anche l'anima.

cominciammo sul bancone della cucina, interrompendo la preparazione dei biscotti
per il mio compleanno, nel momento in cui  minho perse il controllo e cominciò a spogliarmi con le mani ancora bianche di farina.

mi baciò le labbra, mi toccò i capezzoli, e poi mi privò anche dei pantaloni.

passò un paio di minuti abbondanti a masturbarmi, finché poi non gli chiesi anch'io di spogliarsi altrettanto.
fu allora che mi mostrò il suo corpo perfetto, che sembrava esserlo ancor di più senza boxer.

a quel punto i nostri corpi nudi divennero come magneti, il bancone non bastò per sorreggere la nostra eccitazione che dovemmo spostarci sul divano del soggiorno.

mi ci spinse al di sopra, e poi ci avanzò anche lui munito di preservativo.

lo aprì coi denti e poi mi chiese di calzarglielo, io obbedì, e non mi privai di massaggiarlo mentre lo facevo.

appena fu pronto, si posizionò, si resse alle mie gambe, e man mano entrò.

da lì vidi e sentii le stelle.

le mie pareti si adattavano alla forma del suo cazzo man mano che penetrava,
e questa sensazione la avvertivo perfettamente spargersi per tutto il mio corpo.

e pensare che il maggiore si addentrava nel mio corpo stretto senza neanche preoccuparsi di zittirmi nel mentre.

del divano che sbatteva al muro, dei nostri gemiti incontrollabili, e di chris che dormiva al piano di sopra non gli fregava nulla purché potesse scoparmi la notte del mio compleanno.

«questo è il mio regalo per te ji-» ansimò, senza perdere il ritmo delle spinte.

«mi- mi- piace tantis...» neanche il tempo di finire la frase che si attaccò alle mie labbra, e non si volle staccare più.

si attaccò con i morsi, con la lingua, e quando non ebbe più opzioni si spostò sul collo, ma non avrebbe mai dato tregua alla mia pelle.
voleva assaporarmi dentro e fuori.

anche col tatto voleva farlo, difatti con le mani esplorava il mio corpo irrequieto, ancora sporco della farina che ci aveva riposto al di sopra nei preliminari.

più passava il tempo, più diventavo largo e le sue spinte quindi più veloci e profonde.

sentivo che l'orgasmo si avvicinava.
sentivo un'onda di piacere crescere in me, pronta a travolgere entrambi.

e lui questo sembrò avvertirlo.
si separò dal mio collo, e cominciò a guardarmi dall'alto come fosse in attesa di qualcosa.
nel frattempo le sue spinte diventavano ancora più frenetiche sul mio punto debole, come se non vedesse l'ora di farmi venire.

in fondo era la mia prima volta, non pretendeva durassi tanto.
anzi, sapeva che a breve avrei ceduto.
avevo già resistito fin troppo.

in quell'istante preciso, ogni muscolo teso, ogni respiro trattenuto di entrambi, si rilasciò quando raggiungemmo l'apice simultaneamente.

i nostri corpi tremarono assieme.
io mi riversai sul mio stesso addome,
lui nel preservativo.

esausto da quei venti minuti, il ragazzo uscì dal mio corpo, gettò il preservativo a terra, e noncurante del resto si accasciò sul mio busto e mi strinse.

«buon compleanno piccolino».

Dirty Secrets | changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora