Era mattina, o quasi.
In realtà, la luce del sole s’intravedeva appena dal profilo montuoso oltre la finestra.
Mi sentivo stanca, pesante. Sbuffai e mi misi seduta, guardai il telefono, erano le 04.58. Decisi che la miglior cosa da fare in quel momento, fosse andare a darmi una rinfrescata nel bagno della mia camera. Certo, non potevo fare chissà che senza una vasca o una doccia, ma meglio di niente.
Mi alzai e mi diressi verso la piccola stanza adibita a bagno. Molto angusta, dovetti ammettere, ma almeno era funzionale.
Dopo aver dato un'occhiata allo specchio con il mio riflesso su, mi spogliai. Il mio corpo era abbastanza martoriato, nulla che non potessi sopportare, ho subito di peggio.
Tutto sommato, ero integra.
Mi lavai e mi rivestii. Tornai vicino al letto, presi la mela che avevo conservato la sera prima e la mangiai. Un solo pensiero mi tormentava: Tsukauchi. Presi il cellulare e gli scrissi un messaggio, ero sicura fosse sveglio o in procinto di esserlo.
"Sono Kenji, sappi che sono sveglia, quindi vieni presto, tanto lo so che lo sei anche tu" scrissi, lo mandai.
Passarono letteralmente due minuti che Tsukauchi mi rispose con un semplice "ok".
Erano le 06.15 e bussarono alla mia porta, era lui.
"Buongiorno, Kenji. Come stai?" mi chiese.
"Ho avuto giorni migliori, comunque alla grande. Non vedo l'ora che mi dimettano, sono stanca di stare qui a non far nulla" risposi io.
Lui mi guardò in viso e accennò un lieve sorriso.
"Hai sempre fretta tu, non è vero? Non ti fermi un attimo a riposare, a riflettere…ebbene, iniziamo con la deposizione, così ognuno potrà tornare a fare ciò che deve" disse lui.
Io annuii e lo guardai mentre si sedeva sulla sedia accanto al mio letto.
Iniziai dal principio, raccontai tutto nei minimi dettagli mentre Tsukauchi annotava ciò che dicevo.
Potei giurare di averlo visto corrucciare la fronte un paio di volte, ma non ne capii il motivo.
"Kenji, so che odierai ciò che sto per dirti, ma sei un'incosciente. Ti sei frapposta tra quel Nomu e i ragazzi pur sapendo che la sua forza era nettamente superiore alla tua, avresti potuto morire!" mi disse digrignando i denti e guardandomi fisso.
"Senti, detective, se non l'avessi fatto quei ragazzini sarebbero al creatore. Inoltre, con quale faccia avrei potuto definirmi una Hero se non l'avessi fatto?!" gli dissi alzando il tono della voce, era snervante. Odiavo parlare con lui, soprattutto quando si arrogava questo diritto di "intimità" tale da poter esprimere qualsiasi opinione.
Calò il silenzio.
Tsukauchi mi guardò intensamente per un momento, poi si passò una mano tra i capelli. "Capisco che tu voglia proteggere gli altri e dimostrare il tuo valore come Hero", disse con calma.
"Ma devi anche considerare la tua sicurezza personale. Non puoi aiutare nessuno se metti a rischio la tua vita in modo così sconsiderato."
Mi sentii arrabbiata dalle sue parole, ma sapevo che aveva ragione su alcuni punti. Dovrei forse essere stata più cauta? Ma allo stesso tempo non potevo permettere agli innocenti di rimanere indifesi, i miei studenti.
"Lo so, Tsukauchi" dissi cercando di controllarmi."So che devo pensare alla mia sicurezza prima di tutto... ma quando vedo qualcuno in difficoltà, semplicemente non posso stare ferma senza fare nulla!"Il detective annuì comprensivo e prese qualche appunto sul suo taccuino.
"Credo fermamente nel potenziale delle persone," proseguì lui dopo aver ascoltato attentamente ciò che dicevo."E credo anche nella necessità degli Heroes come te per proteggerle."
Quelle parole mi fecero riflettere: ero davvero pronta a sacrificarmi pur di salvaguardare altre vite?
Dopo un breve silenzio, presi la parola.
"Essere un Hero significa molto più della lotta contro il crimine o del combattere nemici potenti," cominciai lentamente.
"Significa avere fiducia nelle proprie capacità ed essere disposti a correre dei rischi pur di difendere coloro che sono incapaci o spaventati. Sono consapevole dell'importanza della mia stessa incolumità fisica; tuttavia c'è sempre quel desiderio ardente dentro me che brama giustizia e salvezza per tutti. In quel momento i miei studenti e Aizawa avevano bisogno di me!" conclusi. Mi costò molto dirlo, ma era la verità. Mi sarei fatta in mille pezzi pur di salvare quei ragazzini e… Aizawa.
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Moon Kid - A My Hero Academia's story
FanfictionSalve a tutti, chiamatemi pure Noras. Dopo anni passati a scrivere, cancellare, riscrivere e cestinare, ho deciso di pubblicare finalmente qualcosa, una storia. Pubblicherò un capitolo alla settimana, mi son posta questo obiettivo. Spero possa inter...