Capitolo 1 - Un nuovo inizio, o quasi

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Faceva freddo. Non troppo in realtà, e meno male direi. D'altronde, é soltanto Aprile... Misi il casco integrale, salì sulla mia amata moto e partí. Destinazione? Accademia U.A..
Ancora devo capire cosa mi abbia spinto a dire di sì per un posto di lavoro proprio lì, nella scuola che fino a qualche anno fa frequentavo... beh, qualche tipo più di 10.
Ma chi me l'ha fatto fare? Non ho mai insegnato in vita mia, cosa dovrei raccontare a quei ragazzini? Nezu é troppo in gamba con le parole, sa sollazzare il mio ego, diamine.

Dopo 20 minuti di guida e pensieri velatamente minacciosi nei confronti di me medesima, arrivai alla U.A. Ero stranamente nervosa. Ma da quando è cosí imponente?

Parcheggiai la moto per bene, all'ombra ovviamente, e m'incamminai. Era presto, posso dire di essere stata fin troppo puntuale, cosí puntuale da essere in anticipo di quasi due ore. Maledetta insonnia. Ne approfittai per cercare una panchina, così da poter cambiare le scarpe e poter indossare i tacchi. Devo guidare comoda, e le mie amate décolleté bianche non sono adatte. Tanto, non c'è anima viva. Appena finí, accesi una sigaretta, espirai. Mi rilassai; ammetto che era bella quella brezza lieve della mattina, quella che segue la notte. Quella fresca sì, ma che in realtà ti riscalda dopo un po'. Finalmente stavo prendendo un respiro dopo le ultime settimane passate in trincea. Ci fu un'insolita ondata di crimini nel mio distretto di competenza, la cosa era troppo sospetta. Dopo varie indagini tra Heroes e Polizia, organizzammo un raid, una di quelle cose fighe che si vede nelle serie tv, un blitz. Sventammo un gruppo di Villain intenzionati a preparare una sommossa bella tosta. Ho dovuto coordinare tutto, tsk. Stancante.
Dunque, non dormii molto, come al solito, ma almeno avevamo consegnato al Tartaro un bel po' di gentaglia. Nel frattempo la mia sigaretta finì e la buttai in un cestino più in là. È passata un' ora? Macché, neanche mezz'ora! Chi me l'ha fatto fare?

Un movimento all'entrata, l'ho avvertito. Sgusciai dietro un albero e fissai il vialetto centrale. Ma quello... Aizawa? Aizawa Shota aka Eraserhead. Non dirmi che lavora qui... Sapevo facesse anche l'insegnante, ma non pensavo alla U.A.. Camminava come un mezzo zombie, ma dorme o fa solo ronde la notte? É pazzo.
Mi allontanai dall'albero per andargli incontro. Agitai la mano nella sua direzione.

"Eraser, buongiorno!" dissi salutandolo con un sorriso. Giurai che gli fosse venuto un colpo. Forse era assorto in qualcosa di importante, l'ho ridestato dal regno dei morti magari.

"Kenji, che ci fai qui? É successo qualcosa?" disse, la voce molto rauca. Si vede che è ancora per metà nell'Ade.

"No tranquillo, in realtà... Inizio da oggi a lavorare qui, Nezu ha insistito" dissi sorridendogli.

"Allora saresti tu la famosa Hero della top chart che avrebbe insegnato Storia della società moderna... il preside Nezu non ha fatto altro che parlare e parlare di questa cose nelle ultime riunioni" disse con tono apatico.
Cavolo, Aizawa, un po' di vitalità in più non farebbe male.

"Eh già, sono io" sorrisi grattandomi la nuca per l'imbarazzo. Allora Nezu ha praticamente rotto le scatole a tutti straparlando della sua vittoria. Beh, onorata.

"Lo sai che noi iniziamo alle 7 e gli alunni arriveranno alle 8, vero Kenji?" mi chiese lui.

"Si, lo so, Aizawa" sottolineai con tono quasi di superbia, ma per chi mi ha presa? "Ci tenevo ad essere puntuale, tutto qui" conclusi.
Lui mugugnò qualcosa e mi fissò dritto negli occhi dicendomi: "Ancora la tua insonnia? Da quanto tempo non dormi, Kenji?". Mi bloccai, pietrificata. Mi conosce, è innegabile, possiamo non vederci per anni, ma saprà sempre cosa mi frulla in testa.

"Lo sai, Aizawa, non dormo da 10 anni...più o meno. Ho fatto l'abitudine ormai, quindi investo il mio tempo in altro.". Lui annuì e si schiarì la voce.

"Vieni, ti faccio fare un giro della scuola, anche se credo ti ricorderai perfettamente ogni luogo... ci sono state, però, piccole aggiunte rispetto a quando la frequentavamo noi." Io annuì di ricambio e lo seguì. Il mini tour durò più o meno mezz'ora, dopo di chè mi mostrò la sala insegnanti e i vari uffici, mi spiegò un paio di cose sul lavoro da fare prima delle lezioni, di come si utilizza un registro e cose del genere, roba da insegnanti insomma. Aveva capito che era tutto nuovo per me, ed era palese, sarò onesta. Ho sempre fatto solo ed esclusivamente l'Hero, da quando ho ottenuto la licenza ad oggi. Combattere, salvare, proteggere e servire. Non ho fatto altro. Mentre mi perdevo in una spirale di pensieri, Aizawa mi fissava.

"Kenji, tutto bene?" chiese, io mi ridestai dal turbinio e annuìi. "Sto bene, stavo soltanto pensando, scusa, dicevamo?
Lui mi fissò e sospirò.
"Vuoi un caffè? Quello è sempre utile." mi propose ed io accettai, aveva ragione d'altronde, e poi un caffè non si rifiuta mai. Mi piace questa sala insegnanti, guardandomi attorno devo ammettere che c'è dello stile, ma anche la funzionalità: macchina per il caffè, frigorifero, un tavolino con delle sedie, divanetti e pouf. Ovviamente, le scrivanie e i pc, qualche pianta qua e là. Penso proprio che diventerà il mio luogo di riposo. Il caffè era pronto e Aizawa me ne porse una tazza.

"Aizawa, dimmi la verità, pensi che sia tagliata, anche solo un pò, per questo lavoro?" chiesi, cercando un minimo di conforto.

"Non penso." mi rispose. Ouch, quanta freddezza e crudeltà. Sospirai e bevvi un sorso del mio caffè.

"Però, mai dire mai, Kenji. Chi lo sa." continuò lui. Ero sorpresa, di solito non da' mai risposte ipotetiche. Annuii e sorrisi.
"Bene, mi sento già meglio, andrò a fumare una sigaretta allora" e risi. Lui mi fissò ed io uscì dalla stanza dirigendomi all'esterno. Fissai il cielo, finì il mio caffè, accesi una sigaretta e mi misi a fissare da lontano il cancello della U.A. Erano le 6:50 del mattino, qualche macchina parcheggiò nei posti per il personale. Una di queste mi era familiare, molto familiare. Oh no, no, no, no...
Un uomo biondo con una cresta da far invidia ai polli stessi, uscì da quell'auto. Si girò verso il punto in cui ero ed iniziò ad urlare: "KENJI!!! NON CI CREDO, SEI TU, DA QUANTO TEMPO!" disse l'uomo ed iniziò a correre nella mia direzione.
Yamada, diamine. Hizashi Yamada aka Present Mic. Anche lui frequentata la U.A. con me ed Aizawa. Ma pure lui qui? Chi me l'ha fatto fare... adesso mi toccherà sopportare di nuovo le sue urla.

"Yamada, ciao" sorrisi e agitai la mano, ma avevo già iniziato a sudare freddo. Se penso a tutte le domande che mi farà, diamine.

"OI, KENJI!" sentì urlare da lontano "ALLORA SEI TU LA NUOVA PROFESSORESSA".
La voce questa volta apparteneva ad una donna, prosperosa. Molto prosperosa. Aiutatemi, Kayama, Nemuri Kayama aka Midnight. Beh, non manca più nessuno all'appello. In realtà, uno manca, mi maledissi per averlo pensato. Entrambi si fiondarono su di me, salutandomi e facendo festa. Ma come fanno ad essere così allegri a quest'ora del mattino? Forse perché la notte dormono, al contrario mio.

"Sono felice di vedervi, ragazzi" dissi con un sorriso, e loro mi stritolarono.

Devo ammettere una cosa: mi sento nuovamente una liceale. Magari mi farà bene stare qui, chi lo sa? Vedrò cosa mi riserverà il futuro. Per il momento, penso che aspetterò le 8:00 con ansia.

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Angolo autore.
Il mio primo "angolo autore", oddio non ci credo.
Allora, vi lascio con il viso di Lexis in copertina, mi piace immaginarla così :) Più avanti, magari nel prossimo capitolo, chi lo sa, metterò qualche immagine del costume da Hero.
Spero che questo primo capitolo un po' soft sia di vostro gradimento, ci rivediamo tra una settimana, bacioni!

Moon Kid - A My Hero Academia's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora