CAPITOLO QUATTORDICESIMO - parte 2

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Tyler si avvicinò alla porta chiusa, con il cuore in gola. Camminava lentamente, con il fucile alzato all'altezza della mandibola ed il dito poggiato sul grilletto, pronto a premerlo.
Udì ancora quel rumore: un lieve rantolo di dolore, un lamento soffocato.
Poggiò la mano sulla maniglia, e la premette con decisione, tornando subito dopo a reggere il fucile con ambe le mani.
Ciò che vide in quella stanza, non l'avrebbe mai più dimenticato.
Rouge era lì.
Perché?
Non era fuggita via?
Era distesa a terra, sul pavimento, proprio sotto alla finestra. Il suo corpo era ricoperto di tagli e lividi, e la grande quantità di sangue che stava perdendo si allargava in una pozza rossa sotto al suo corpo. Era completamente nuda, teneva la testa nascosta sotto alle mani, e tremava come una foglia.
Il datore di lavoro era in piedi proprio davanti a lei, con le braccia intrecciate sul petto, e la osservava con un'espressione compiaciuta.
Tyler rabbrividì, e perse la concentrazione per un paio di secondi. Un tempo davvero breve, ma che diede al padrone la possibilità di estrarre la pistola che teneva nella tasca dei jeans e di putargliela contro.
Adesso Tyler aveva sotto mira il padrone, e lui Tyler.
Rouge aveva alzato la testa, mettendo alla luce le guance bagnate dalle lacrime e gli occhi gonfi. Alla vista di Tyler, il suo volto si piegò in un'espressione desolata. -No-non dovevi v-venire qui...- balbettò singhiozzando.
-Maledetto bastardo!- gridò Tyler agitando la canna del fucile -Che cosa le hai fatto!-.
Il padrone allargò un lieve sorriso -Calmati, amico. Non vedi che siamo sulla stessa barca?-.
-Non dire stronzate!- ribattè lui.
-La tua vita è a rischio tanto quanto la mia- disse ancora il padrone, che per qualche motivo non sembrava molto preoccupato della situazione.
Rouge tentò di alzarsi in piedi, ma cadde rovinosamente a terra. Non aveva abbastanza forza per reggere il proprio peso; ma se non avesse fatto qualcosa subito, Tyler sarebbe potuto morire.
Tentò ancora un altra volta, stringendo i denti nel tentativo di ignorare il dolore che proveniva da ogni parte del suo corpo, e questa volta ci riuscì.
Si alzò sulle gambe tremanti, e recuperò a terra il coltello che il padrone aveva usato per torturarla. Pese una grossa boccata d'aria e si avvicinò zoppicante agli altri due, puntando gli occhi sul padrone con l'arma stetta saldamente nella mano destra.
L'uomo capì subito quali fossero le sue intenzioni, e disse:
-Rouge, pensaci bene-.
-Ci ho già pensato- rispose lei con la voce tremante.
-Sei libera di fare la tua scelta, Rouge, ma ti prego di ascoltarmi. Capisco che non è stato facile per te sopportare tutto ciò che ti ho fatto, ma voglio che tu sappia che voglio cambiare. C'è un motivo se mi comporto così, non ho avuto un'infanzia felice e questo mi ha trasformato in ciò che sono. Ma sono davvero pentito per quel che ho fatto e ti chiedo solo di darmi un ultima possibilità. Infondo se ci pensi io ti ho cresciuta, ti ho dato una casa e ciò di cui avevi bisogno... Io ti voglio bene, Rouge-.
La ragazza scosse la testa, spaesata.
-Ma non lo vedi? Noi due siamo fatti della stessa pasta. Siamo fatti di questo, sangue e ferro. Tu porti con te il ferro dei tuoi artigli ed il sangue delle tue vittime, così come io ho il ferro della mia pistola ed il sangue delle persone cui ho causato morte e dolore. Noi due siamo quello che senti quando i tuoi artigli affondano nella carne tenera e pulsante. Siamo uguali, è innegabile-.
-Non è vero- balbettò lei.
-Sì invece, accettarlo Rouge! Noi possiamo fare squadra, insieme. Ti prometto che non ti farò mai più del male, che mi impegnerò per dimostrarti il bene che ti voglio... Ma ti prego, posa quel coltello adesso-.
Tyler spostò lo sguardo sulla ragazza, che ora aveva iniziato a piangere.
Credeva davvero alle parole di quel maledetto?
-Non ascoltarlo, Rouge!- esclamò.
-Ah, caro Tyler- disse il padrone -Sai, lei si fida molto di te. Ti vede come il suo salvatore. Era già pronta a tradirmi per correre tra le tue braccia... Ma perché non le riveli il tuo segreto?-.
Il padrone sorrideva malignamente, mentre Tyler sembrava spiazzato. Non era chiaro però se fosse turbato da quella frase o se semplicemente non avesse idea di cosa stesse dicendo quell'uomo.
Rouge voltò lo sguardo verso di lui, con il coltello ancora stretto in mano.
-Q-quale segreto?- balbettò.

Rouge - Sangue e Ferro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora