𝖀𝖓𝖐𝖓𝖔𝖜𝖓
Sono tre anni che ti osservo da lontano.
Millenovantacinque giorni, trenta minuti e diciotto secondi che, da lontano, in silenzio, cerco di proteggerti dagli altri, da te stessa.
E da me.
Ho imparato a essere la tua ombra.
E come tale mi muovo nella quiete della notte.
Mentre il resto del mondo se ne frega di te.
Mentre do al resto del mondo l'impressione che io me ne fotta di te.
Della tua famiglia, delle vostre inutili faide che ci stanno avvelenando un po' per volta.E invece, eccomi qui, ad osservarti dietro ai vetri oscurati di un' auto, che non è neppure la mia, seduta su uno di quegli sgabelli davanti alla finestra del tuo pub preferito, mentre in preda all'alcool ridi a qualche battuta squallida sussurrata al tuo orecchio da un idiota qualsiasi.
È troppo vicino a te.
È troppo vicino a te e tu lo sai.
È troppo vicino a te e io sento l'impulso di uscire fuori dall'auto entrare nel locale e trascinarlo fuori per il colletto della camicia.
Rido.
No, no, non mi limiterei a questo.
Probabilmente lo aprirei in due e lo impiccherei con le sue stesse budella.
Perciò rimango seduto e ti osservo, da lontano.Mentre arrotoli una lunga ciocca dei tuoi capelli tra le dita.
Gli stessi che vorrei stringere attorno al mio pugno mentre ti scopo fino ad annebbiare la tua mente, fino a farti urlare il mio nome.
Un nome che sta in bocca a molte, ma a nessuna di loro sta bene come alla tua.L'unica cosa che stringo ora, invece, è la fredda impugnatura della mia pistola, la stessa con la quale dovrò compiere il mio dovere.
Non è un dovere da buon cristiano, no.
Ma sicuramente ciò che faccio ristabilisce l'ordine delle cose.
Questa città è marcia, è corrotta e io sono il prodotto sputato fuori dalle sue viscere.
Essere quello che sono, fare quello che faccio non è un compito semplice e tu, tu non sai nemmeno di essere il mio portafortuna.No, tu te ne vai in giro a fotterti mezza Salton, come se non sapessi che in fondo è a me che appartieni.
Come se non sapessi che quelli con cui vai sono solo di passaggio, uomini senza volto che usi con l'unico scopo di prepararti a me.Non sono il tuo principe azzurro, non c'è niente di più lontano da me, ma tu sai che c'è sempre qualcuno pronto a rimediare ai tuoi errori.
Piccola mocciosa, viziata.
Possibile che non ti sia mai posta delle domande?Guardami, guardami e dimmi che non ti sei mai accorta di me.
I miei occhi ti trafiggono attraverso i vetri, tu non puoi vedermi, non puoi vedere la mia rabbia, il mio desiderio così immorale e distruttivo da spazzare via qualsiasi cosa in cui una volta credevo fermamente.
In qualche modo ti raggiungo, preda di un istinto irrazionale i tuoi occhi profondi guardano oltre la finestra.
Mi hai sentito, mi hai sentito anche se non puoi vedermi, non è così?
Sorrido.Non mi vedi, ma continui a scrutare il buio inclinando il capo, assottigliando lo sguardo, mettendo in secondo piano le chiacchiere di quel coglione accanto a te.
Ignori persino la sua mano che risale sulla tua coscia. Io la ignoro.
Ci siamo solo io e te, ora.
Tu tangibile, io un'ombra.
Mi stai implorando di salvarti?
Posso salvarti da lui.
Ma poi chi ti salverebbe da me?
E dalla mia perdizione?Da brava bambina, riporti il tuo sguardo su di lui, ma qualcosa è mutato in quegli occhi, in quei sorrisi distanti e forzati, in quel sospiro deluso, che fa tremare il tuo magnifico corpo fasciato da un abitino nero e da una fitta rete di tatuaggi.
Quei tatuaggi raccontano la tua storia.
Raccontano di te.
Di ciò che sei veramente, oltre il denaro, oltre la tua famiglia, oltre quei sorrisi sfacciati e l'aria da finta strafottente.
Quell'inchiostro sulla tua pelle parla di cose che la tua bocca non dice.È arrogante pensare che a me le diresti?
È malato il modo in cui so ogni cosa di te?Ti prometto che sarò io un giorno a farmi vedere da te.
Quando arriverà, ti ricambierò il favore e lascerò che tu conosca me per ciò che sono e non per ciò che pensi di sapere.E quel giorno capirai che tra migliaia di occhi che ti guardano i miei ti vedono per davvero.
Quello sarà il giorno in cui rinascerai per la seconda volta.
In cui quel sospiro deluso si trasformerà in un sospiro di piacere, poiché finalmente colmerò quel vuoto che ha scavato una voragine nel tuo cuore, che ti fa sentire incompleta e fuori luogo.
Sbagliata per tutti ma non per me.Appoggio la schiena al sedile, uniformandomi al buio dell'abitacolo, quel nero profondo che mi terrorizzava da bambino, da adulto lo ricerco con cura.
Mi lascio cullare dal suo abbraccio, ora, rassicurante.Per amare qualcosa devi prima imparare a odiarla con tutto te stesso.
Distendo le labbra.
Io l'ho fatto.
Aspetterò con pazienza il tuo turno.
E, forse, per allora smetterò di osservarti da lontano.🫀🫀🫀
Allooora ragazze mie, come promesso eccomi qui di nuovo attiva i primi di ottobre 🖤.
Bando alle ciance, cosa ne pensate di questo inizio un po' oscuro?
Qualcuno può avere una minima idea di chi possa essere questo Sconosciuto?
Possiamo definirlo il "villain", ma obiettivamente in questa storia quasi tutti i personaggi sono moralmente grigi 😬.
E la ragazza? (Forse questo è più capibile).
In ogni caso fatemi sapere se avete qualche ipotesi, anche se siamo al primissimo capitolo si accettano scommesse 🤙🏻.Aaaah, Comunque se vedete spesso delle ripetizioni di parole o concetti oppure un cambio repentino di frasi o cose così, è voluto, cioè fa parte del suo flusso di pensieri frenetici e incalzanti😅
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𝕱𝖆𝖎𝖙𝖍𝕷𝖊𝖘𝖘
Chick-LitUna cittadina divisa in due, Salton Hill e Salton Bay. Due famiglie ne fanno da padrone. I Crowley e I Prescott. Rivali da generazioni. I Crowley. Cinque fratelli. Ricchi, belli, spregiudicati. Osservano il mondo dal loro maniero sul punto più alt...