Alien

Alieni

Ella
Ho sempre pensato ci fosse qualcosa di diverso in me.
Voglio dire, infondo, essere un alieno con sembianze umane è già strano di per sé. Ma non è questo quello a cui mi riferisco.
Nel mio gruppo, siamo cinque, e a nessuno sembra importare di conoscere gli umani. A me, invece, si.
Sono anni che mi documento su di loro, anni di ricerche per capire come si comportano, che emozioni provano...
Nessuno ne parla mai, nessuno che voglia un minimo ascoltare ciò che ho da dire. A ogni modo, ci pensa Xavier a distrarmi dai miei pensieri, arrivando in questo preciso momento.
Come sempre, si siede sul divano e scrive, scrive, scrive.
Cosa diavolo scrive? Si può sapere?
Ho provato a chiederglielo più volte, ma ecco, Xavier non è proprio il tipo di ragazzo che racconta di sé.
Preferisce isolarsi, e un giorno, capirò il motivo. Capirò perché è così distante da me, lo giuro. Dovesse essere l'ultima cosa che faccio.
Comunque, dopo anni, ho trovato il modo di relazionarmi a lui, credo.
«'Buongiorno' è una parola, lo sai?»
Xavier alza lo sguardo su di me. «Si, lo so, Ella. Non è necessario ricordarmelo ogni mattina»
Lo ignoro.
3,2,1...
«Che stai facendo, comunque?»
Bingo.
«Niente, non preoccuparti.»
Lo guardo con la coda dell'occhio, lui alza un sopracciglio. «Sei misteriosa oggi, o sbaglio?»
«Forse sei tu ad essere più interessato a quello che faccio, o sbaglio?» lo provoco.
Xavier si schiarisce la voce, arrossisce.
Adoro quando si imbarazza, e lo ammetto, è divertente.
«Che c'è? Sei diventato rosso, Xavier? Non è da te...» lo prendo in giro.
Finge un sorriso. «Smettila, Ella. Non è divertente.»
E se ne va. Ovviamente. Come sempre.